Concetta consegna le chiavi ai “magnifici 96”

“Noi siamo porta d’incontro e luogo di passaggio”: è la frase appesa alla chiave che ieri sera, durante la presentazione ufficiale in Palazzo Terragni delle 4 liste che a lei fanno capo, il sindaco uscente e ri-candidata Concetta Monguzzi ha voluto consegnare personalmente a ciascuna delle 96 persone che hanno scelto di “metterci la faccia” per sostenerla nella nuova campagna elettorale.

Abbiamo imparato in questi anni che Conce tiene molto a questi simboli, dei quali è affettuosa dispensatrice: la chiave – ha detto – non è simbolo di possesso di un palazzo o di un “potere”, ma al contrario è lo strumento con il quale aprire la porta per accettare il dialogo, il confronto. Ecco perché è anche il simbolo dello spirito con cui Concetta Monguzzi affronta le prossime elezioni: il suo slogan è “Con”, cioè insieme.

E appunto corale è stata ieri sera la descrizione del programma, declamata a più voci da vari candidati (soprattutto giovani) davanti a una platea nutrita e attenta. Un bell’inizio per un cammino che deve continuare, con il consenso dei lissonesi.

Piazza Garofalo: un risarcimento per Lea

Nel marzo 2015, com’è noto, la nostra città ha intitolato una piazza a Lea Garofalo: moglie di uno ‘ndranghetista, uccisa nel 2009 perché aveva deciso di denunciare la mafia e collaborare con la giustizia, il cui corpo era stato poi ritrovato a pochi km da Lissone. Ci era sembrato un gesto significativo per ribadire il nostro impegno per la legalità e il sostegno alla lotta contro la criminalità organizzata.

Adesso apprendiamo che potrebbe non essere stato soltanto quello: Lissone infatti, a sentire il racconto della giornalista Marika Demaria, autrice del libro “La scelta di Lea”, avrebbe anche avuto un debito nei confronti della donna, perché proprio nella nostra città si sarebbe svolto l’atto che ha consentito ai sicari di individuare il domicilio segreto di Lea.

Ecco la storia, che non abbiamo possibilità di verificare, così com’è stata riportata da un quotidiano:
“Nell’inchiesta della giornalista di Narcomafie non mancano i particolari inquietanti. Come quello che riguarda un episodio avvenuto il 20 novembre 2004, quando Lea e la figlia erano ancora nel programma di protezione.
Gennaro Garofalo, un lontano parente, molto amico di Vito Cosco (fratello dell’ex compagno di Lea, condannato anche lui all’ergastolo), va alla stazione dei carabinieri di Lissone, nella provincia di Monza e Brianza.
Non deve sporgere denuncia. Non deve prendere servizio. O perlomeno non più. Il ragazzo era infatti un ausiliario dei carabinieri, ma si era congedato tre giorni prima”.
Va lì con la scusa di un saluto e “riesce ad utilizzare il pc di un collega, impegnato in un’operazione esterna, per cercare la città dove vive Lea inserendo la password che era stata appuntata su un’agenda riposta in un cassetto non chiuso a chiave”.
Dunque l’intitolazione della piazza a Lea Garofalo potrebbe essere in qualche modo anche un risarcimento dovuto.

Lissone va alla Commissione Antimafia

La nostra città ha fatto bella figura davanti alla Commissione Speciale Antimafia della Regione Lombardia: ben due (su 4) sono stati i relatori lissonesi nell’audizione che il suddetto organo del Consiglio regionale lombardo ha richiesto nei giorni scorsi a Brianza SiCura, coordinamento di Comuni per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata mafiosa.

Si tratta del consigliere comunale Antonino Zagari, che ha riferito di un progetto di analisi delle procedure di trasparenza applicate dai 55 Comuni di Monza e Brianza, e dell’assessore Roberto Beretta del Listone, che fa anche parte del consiglio operativo di Bsc.

L’audizione è stata molto soddisfacente da entrambe le parti; i membri della Commissione hanno dimostrato interesse per l’iniziativa (che è stata definita esemplare) rivolgendo varie domande ai relatori ed elogiando il coordinamento – cui partecipano ormai 13 Comuni brianzoli; per Brianza SiCura si è trattato di un prestigioso riconoscimento e di uno stimolo a continuare con passione il lavoro.

Una delegazione di Brianza SiCura in audizione presso la Commissione Speciale Antimafia della Regione Lombardia (dal sito Brianza SiCura)

Il ritorno della palestra “elettorale”

E’ davvero incredibile: sono rimasti fermi a 5 anni fa, come se nulla fosse cambiato! Fabio Meroni ribatte il chiodo della palestra specialistica della Gal, quella che noi avevamo a suo tempo definita “elettorale” perché tirata fuori dal cilindro alle elezioni – ma quelle del 2012!

Ora, incurante del fatto che sia ormai in dirittura d’arrivo un palazzetto da 750 posti, Meroni torna a blandire una fetta di elettorato con quella promessa davvero fuori dal tempo. Ed ecco che subito il presidente della Gal fa apparire su Facebook dei post in cui – invocando di non “illudere per l’ennesima volta ragazzi e ragazze” – divide i buoni candidati (quelli che gli promettono la palestra) dagli altri.

Dal suo punto di vista non ha torto, ma è il tipico modo di ragionare dei lobbisti: quelli che devono ottenere solo il risultato necessario al proprio piccolo gruppo; non può essere il buon senso di un candidato sindaco che pensa alla città nella sua globalità.

A costo di sembrare impopolari: secondo voi la palestra specialistica è una priorità per Lissone, tanto più se riservata ad una sola delle tre società di ginnastica locali? Secondo voi è corretto mettere in programma un’altra palestra, sopratutto ora che la città è impegnata nella costruzione del palazzetto che Lissone non ha mai avuto (e questo già dice tutta l’importanza che il Sindaco Monguzzi e la nostra coalizione attribuiscono allo sport)?

Certo, piacerebbe a tutti accontentare le richieste (i “sogni”) di ogni società sportiva; ma purtroppo le risorse economiche non sono infinite e bisogna fare delle rinunce e delle scelte. Noi abbiamo fatto quella del palazzetto, che ci sembra prioritario per la maggioranza dei cittadini, mentre per la Gal siamo (sempre siamo stati) disponibili a cercare soluzioni alternative condivise e possibili al bilancio comunale.

Il presidente della Gal ha tutto il diritto di inseguire il suo “sogno” (così lo chiama); ma farà molta fatica a convincerci che esso venga prima delle tante, tantissime richieste più urgenti dei lissonesi.

10%! Il riciclaggio schizza in avanti

Avevamo scritto che “I rifiuti vanno a mille“. Adesso possiamo precisare che… almeno vanno al 10% in più. In effetti è davvero eccellente il risultato conseguito dalla nuova modalità di raccolta dei rifiuti con il sacco Rfid blu: dopo un solo mese, il primo mese “pieno” con l’innovativo sistema, la percentuale di differenziata è schizzata al 74,7 per cento (l’anno scorso eravamo al 65%)!

Questo significa che tre quarti dei rifiuti lissonesi ormai sono avviati al riciclaggio e non alla distruzione o alla discarica; e siamo addirittura vicini all’80% che l’amministrazione si è posta come obiettivo per i prossimi 5 anni.
Speriamo che non sia un fuoco di paglia e che la percentuale venga confermata anche in seguito.

E intanto grandi complimenti alla cittadinanza, che in così poco tempo si è adeguata con estrema efficienza alla novità, che porterà benefici sia economici sia ambientali per tutti.

Raccolta differenziata: col nuovo servizio di igiene urbana, a marzo sfiora quota 75% (Comunicato stampa – 26 apr 2017)

San Luigi: la fiera dei sogni

Le promesse, si sa, sono il lievito delle competizioni elettorali: prometti pure mari e monti, tanto poi nessuno avrà il potere di chiederne conto. Lo si vede anche nel caso del San Luigi, l’ex oratorio maschile di Lissone; il settimanale locale ha fatto un giro di opinioni tra i candidati sindaci ed ecco che cosa ne è venuto fuori, sintetizzato in questa nostra tabella.

Facciamo però qualche osservazione di merito sulle singole proposte.

– I Cinquestelle in realtà hanno idee generiche. In passato avevano proposto addirittura che la parrocchia regalasse l’area al Comune (!), magari in cambio di una raccolta fondi pubblica per ristrutturare l’oratorio Madonna di Lourdes (!!). Del resto, è noto che per le loro idee anticlericali non vedono di buon occhio alcun aiuto alle parrocchie.

– Roberto Perego all’opposto, da buon “paolotto” conservatore (ex Lega ed ex Aenne), propone addirittura che il Comune ristrutturi a sue spese la chiesa (!): cosa che nemmeno la parrocchia si sogna di chiedere, e che ovviamente il Comune non potrebbe mai fare in quanto trattasi di edificio di culto privato. Inoltre propone di ristrutturare l’oratorio per associazioni e anziani, senza tener conto che il Comune dispone già di altri edifici allo stesso scopo (anziani) o inutilizzati – come Villa Magatti – da mettere a disposizione (associazioni).

– Fabio Meroni è il più esagerato di tutti: sapendo che i lissonesi sono affezionati alla chiesa, furbamente propone di salvarla ma come teatro (e dell’Excelsior lì a due passi, cosa intende fare? Un altro teatro? O lo abbatte?), e poi vorrebbe fare non uno, ma due silos per parcheggi, uno dei quali anche al Miriam (!!).
E con quali soldi – ci dica – comprerebbe le due aree, visto che la legge lo vieta? E costruirci sopra dei silos lo potrebbero fare semmai dei privati, i quali poi ovviamente farebbero pagare il parcheggio: col risultato di averlo sempre vuoto a Lissone… Insomma, siamo pronti a scommetterci, ma il nostro cementificatore userebbe il suo solito metro: renderebbe le due aree residenziali per qualche costruttore, e i “silos” sarebbero semmai dei parcheggi sotterranei, anche quelli a uso prevalente dei privati.

Bum! Lissonesi, stanno sparando a casaccio; a promettere son capaci tutti; ma bisogna almeno sapere che cosa è realizzabile e cosa no. E loro non lo sanno.

Meroni sul San Luigi: “La chiesa come teatro e silos per i parcheggi” (Il Cittadino 15 apr 2017)

Parcheggi etnici? L’idea che sa di muffa

Sembra proprio che certi candidati sindaci vadano a cercare le loro “nuove” idee nel congelatore, dove qualcun altro le aveva stipate perché irrealizzabili o inopportune. Dopo Meroni che riesuma le stesse proposte di 5 anni fa, ecco dunque Lissone in Movimento che conferma la sua “marcia indrée” per quanto riguarda i parcheggi della stazione, risalendo addirittura a quasi 10 anni or sono!

In effetti il programma populisticamente enunciato dal candidato Perego, ovvero un pass gratuito per i soli pendolari lissonesi, ricalca la stessa identica proposta che fece il suo attuale compagno di lista Sergio Fossati quand’era comandante dei vigili urbani di Lissone…
Nel 2009 l’idea dei “parcheggi etnici” venne cavalcata dalla Lega Nord – del resto il candidato Perego ha un passato da leghista e prima ancora da destra profonda… – ma poi fortunatamente abbandonata anche per gli evidenti problemi tecnici (chi controlla i pass?), per le conseguenze pratiche (è evidente infatti che l’affollamento degli stalli aumenterebbe, mentre i pendolari non residenti si concentrerebbero sulle vie limitrofe: l’esatto opposto di quanto previsto dal proponente…) nonché per gli antipatici risvolti “isolazionisti” che si trascina dietro (e che potrebbero creare facili ritorsioni nei Comuni limitrofi).

E’ facile dunque ripetere qui ciò che scrivevamo sul nostro sito in quel lontano 2009:
Dobbiamo ricordare sempre che la ferrovia è un servizio pubblico e come tale deve restare aperto e facilmente accessibile a TUTTI i cittadini, perché TUTTI (non solo i lissonesi) lo hanno pagato. Questo vuol dire che devono comunque essere garantiti parcheggi anche a chi viene da altre località a prendere il treno a Lissone. Altrimenti dobbiamo aspettarci che anche a noi facciano pagare la sosta quando andiamo a prendere il metrò a Sesto… Non a caso la nostra stazione si è sempre chiamata Lissone-Muggiò, cioè è nata già con l’idea di effettuare un servizio non esclusivamente cittadino…
Siamo nell’Europa senza più dazi e confini eppure da noi prende sempre più piede l’idea di favorire esclusivamente gli appartenenti al proprio piccolo gruppo. Si tratta di una tendenza miope e stupida, oltre che anti-liberale e anti-commerciale (aspetti ideologici cui Roberto Perego dovrebbe essere particolarmente sensibile, ndr): infatti, se le cose andranno avanti in questo senso, dobbiamo aspettarci che – appena fuori dai confini del nostro piccolo ambiente (il Comune, la Regione, la nazione…) – tutti avranno il diritto di farci pagare qualunque cosa. Ripristiniamo allora i pedaggi sui ponti e le gabelle alle porte delle città“.

L’idea di Perego: “In stazione parcheggi gratis per i pendolari” (Il Cittadino – 22 apr 2017)

Questa è la piazza che vogliamo!

Un posto per parcheggiare (e gratis), uno spazio per passeggiare senza nessuna auto in giro, giochi per bambini, famiglie contente, negozi e bar: ecco la piazza che vogliamo, ecco la piazza di Lissone come deve essere! E in questi giorni è davvero così, grazie alle iniziative di animazione “guidata” che l’amministrazione Monguzzi ha promosso e affidato ad animatori specializzati: per tre pomeriggi alla settimana, sino a fine maggio, giochi, sport, spettacoli di strada dedicati ai più piccoli, per incontrarsi in piazza dopo la scuola.

E mentre già le prime foto indicano il gradimento dei cittadini, un’altra iniziativa legata alla Ztl sta dimostrando un certo successo: si tratta dell’ora di parcheggio gratuito nel silos di piazza Libertà, struttura finora sottoutilizzata e che invece comincia ad essere maggiormente apprezzata.

Peccato invece per i voucher che il Comune ha offerto gratis ai commercianti del centro, affinché li distribuissero ai loro clienti per “allungare” lo stazionamento gratuito: solo 30 i biglietti usati in tre mesi.
“Abbiamo suonato il flauto, ma voi non avete ballato…”, lo dice il Vangelo.

 

La Pro Loco è un Pro Partito

Nessuna novità: noi l’abbiamo detto fin dall’inizio e infatti man mano che ci avviciniamo alle elezioni i nodi stanno venendo tutti al pettine. L’attuale direttivo dell’associazione, costituito – a quando ci risulta, perché non è così facile capire se è ancora in carica oppure no –  dalla presidente Marcella Spinelli e dal vice Ruggero Sala, è nettamente e visibilmente schierato per un partito politico.

Liberissimi; ma ciò è in contrasto con lo statuto dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia, cui quella di Lissone risulta iscritta, che all’articolo 1, comma 2 recita: “Associazione apartitica ed indipendente da qualsiasi ideologia”.

Aspettiamo il 12 maggio, quando dovranno essere rese note le liste del nuovo Consiglio comunale; poi vedremo se – per coerenza – i candidati che sono anche nel direttivo della Pro Loco (e di Lissone Commercia) si dimetteranno.
E se non lo faranno, non ci vengano più a dire che si tratta di due associazioni libere e apolitiche: al contrario, sono (e sono sempre stati) il braccio operativo e camuffato di un partito.

Copiateci pure: non siamo gelosi…

Ci stanno copiando. Se guardate anche superficialmente le proposte dei vari candidati sindaci alle prossime elezioni, vedrete che si tratta in fondo delle stesse idee che Concetta Monguzzi, la sua coalizione e il Listone in specie hanno espresso già mesi fa (le trovate per esempio esplicitate in questa intervista di Massimo Mauri: l’arredo della piazza con concorso di architetti, la destinazione del San Luigi con il nuovo teatro, l’area feste al Bosco urbano, le iniziative per il lavoro dei giovani, il bilancio partecipativo… (e nel nostro caso c’è anche parecchio di più, vedi volantino “5 poli – 5 aree”).

Da una parte questo “allineamento” ci fa piacere, perché vuol dire che – anche per aver governato negli ultimi 5 anni e aver ascoltato le reali esigenze dei cittadini – sappiamo molto bene di che cosa davvero c’è bisogno a Lissone e non ci stiamo inventando nulla di soltanto elettorale; dall’altra parte la “copiatura” testimonia che gli avversari non hanno molte idee proprie e si accontentano di accodarsi quando vedono una proposta sensata.

Facciano pure: Lissone ha bisogno anzitutto di buon senso e di progetti condivisi.
Noi non siamo gelosi.

I programmi dei candidati sindaci Monguzzi-Perego, Meroni-Gulglielmin, Sana (Il Cittadino – 15 apr 2017)