Cordiali saluti!

Abbiamo letto con interesse sul Cittadino l’anticipazione, a firma del Direttore Marco Pirola, delle dimissioni di Carolina Minotti, assessora a Istruzione, Asili nido, Formazione professionale, Alternanza scuola-lavoro, Cultura, Pari Opportunità.

Il Direttore ci racconta come – il prossimo 7 novembre – lascerà l’incarico, saluterà la sua amica Laura Borella e l’intero gruppo di Forza Italia. Avrà una nuova voce da inserire nel suo curriculum e troverà di sicuro altre occupazioni: dopotutto, è pur sempre la moglie del Sindaco di Carate. Di sicuro. Lissone non perde molto: le sue potenzialità sono rimaste – secondo noi – inespresse mentre i proclami – quelli sì – non sono mancati.

Ora, sempre il ben informato Pirola “spoilera” addirittura il nome della sua sostituta: una donna, della stessa corrente di Carolina (e di Bonafe’, di Carraretto, di Faletra e di Volpe…). Insomma, pare che non ci sarà alcuna “sorpresona”. Spiace però constatare che – ancora una volta – la competenza sarà un optional, una cosa secondaria rispetto all’amicizia, all’appartenenza, alla nomenclatura vip.

Ora vedremo se veramente il 7 novembre Carolina lascerà l’assessorato e se la sindaca Laura Borella nominerà “chi deve”, secondo i desiderata di Forza Italia. Intanto, in prospettiva del 2027, già si annuncia qualche spostamento di casacca clamoroso…

L’assessore Minotti si dimette divisa tra pannolini e Consiglio (IlCittadinoMB – 01-nov-2025)

Il Listone al presidio per Gaza

Sabato pomeriggio, a Vimercate, circa 400 persone hanno partecipato al presidio per chiedere la fine della guerra a Gaza e la difesa del diritto all’esistenza del popolo palestinese. Anche Lissone era presente con una delegazione di amministratori locali della minoranza, a testimonianza della vicinanza e della solidarietà.

Sul palco si sono alternati diversi interventi significativi, tra gli altri:

  • Francesco Cereda, sindaco di Vimercate, ha sottolineato che “Non dobbiamo avere paura di chiamare le cose con il loro nome: quello che sta accadendo è un genocidio.”
  • Alfredo Somoza, giornalista e docente universitario, ha offerto una lettura storica del conflitto israelo-palestinese, richiamando le responsabilità della comunità internazionale.
  • Viviana Dimarco, dell’associazione Donne e Diritti-Arci Motta di Vimercate, ha ricordato l’impegno delle associazioni locali per mantenere viva l’attenzione sulla tragedia umanitaria.
  • Rappresentanti del MIR Italia – Movimento Internazionale della Riconciliazione hanno ribadito il valore della nonviolenza come unico strumento credibile di costruzione della pace.

Il presidio di Vimercate si inserisce in un percorso di mobilitazione che ha visto, nei mesi scorsi, il presidio di Lissone Pentole e campane per Gaza, la maestosa fiaccolata da Muggiò a Nova e il presidio organizzato dalla CGIL a Monza, dove il segretario Palvarini ha affermato che “l’indignazione deve diventare collettiva”.

Al termine della manifestazione, abbiamo visitato nella biblioteca civica la mostra fotografica “C’era una volta Gaza”, con i toccanti scatti di Paolo Trainito dedicati alla vita quotidiana dei giovani palestinesi prima dell’aggravarsi del conflitto. In questa occasione, oltre ad Alfredo Somoza, è intervenuta Meri Calvelli, cooperante in Palestina e Rappresentante Paese per l’Associazione di Cooperazione e Solidarietà (ACS), che ha portato la sua testimonianza diretta di lavoro e solidarietà sul campo.

“Il Listone” ribadisce il proprio impegno a dare voce a chi chiede pace, giustizia e rispetto dei diritti umani: la partecipazione alle iniziative di piazza resta uno strumento essenziale per non rimanere in silenzio davanti alle tragedie del nostro tempo.

Vimercate, in 300 in piazza per chiedere il cessate il fuoco a Gaza (MBnews.it – 14 set 2025)

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La retorica a senso unico

Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Lissone, la consigliera Felicia Lella Scaffidi ha rivolto ai consiglieri di opposizione una domanda memorabile: «Voi avete mai partorito?». Un interrogativo così profondo da far tremare perfino la ginecologia… Ma il contesto, come spesso accade, era molto più semplice: si stavano sollevando legittime osservazioni sull’assenza prolungata dell’assessora Minotti, che non ha partecipato a numerose sedute di Consiglio, sebbene da mesi sia possibile intervenire anche da remoto, proprio grazie a una modifica al regolamento voluta dalla maggioranza.

Nulla a che vedere, dunque, con la maternità o con il rispetto che essa merita. Si trattava di un normale momento di confronto politico. Ma è bastata la parola “assenza” perché si scatenasse l’indignazione prefabbricata. E così, a seduta conclusa, è arrivato anche il post su Facebook della consigliera Scaffidi: una piccata rivendicazione del diritto alla maternità — che, va ribadito, nessuno aveva messo in discussione — e un’accusa al consigliere Talarico da parte della stessa assessora Minotti, reo – a suo dire – di trattare le donne come “fattrici”. Un’espressione decisamente fuori luogo, infilata a forza in un dibattito dove nessuno, prima di lei, ne aveva fatto menzione.

A difesa dell’assessora, la consigliera Scaffidi ha dunque brandito la maternità come clava politica. Lo ha fatto nel ruolo di madre, come ci ha tenuto a sottolineare, scambiando però l’esperienza personale per argomento istituzionale. E, in questo clima di indignazione autoreferenziale, ha rilanciato: «Chi davvero comprende questo momento, sa quanto sia inaccettabile ridurlo a motivo di polemica politica.».

Appunto. E invece lo si è ridotto esattamente a questo: uno scudo narrativo per sottrarsi al confronto sui doveri istituzionali. Anche perché nessuno ha chiesto all’assessora di trascurare sua figlia. Ma ci si poteva almeno aspettare una mail, una connessione Zoom, o il rispetto delle minime forme di comunicazione con i colleghi.

Ricordiamo che fu proprio la stessa maggioranza a introdurre la possibilità di collegarsi da remoto. Ma evidentemente, partorire dà diritto al silenzio. Criticarlo, invece, significa essere maschi insensibili.

Del resto, dalla stessa consigliera che, tempo fa, ci regalò il paragone tra amici gay e “normodotati”, forse non potevamo aspettarci molto di più.

Per quest’anno non cambiare…

Per quest’anno non cambiare stessa spiaggia e stesso mare”… Bei tempi, quando si cantava così, in moto sulla mitica Vespa, in Versilia e in altre località popolate dai “VIP” dell’epoca.

Ma come mai questo riferimento a vacanze e ombrelloni? Semplice: dalle colonne del Cittadino, il direttore Marco Pirola scrive come in Giunta, nei giorni scorsi, tra l’assessore Carolina Minotti e la sindaca Laura Borella si sia consumata un’accesa discussione, con tanto di richiesta (sdegnosamente respinta) di dimissioni.

Probabilmente la Sindaca avrà richiesto maggiore impegno e presenza ma l’assessore Minotti sa di essere al sicuro sotto “l’ombrellone politico” di Forza Italia.

Nessuno oserà scalzare la moglie del Coordinatore provinciale di Forza Italia, anche se, dopo la disfatta di Desio e con Forza Italia scomparsa dal Consiglio comunale, Luca Veggian non ha più la nomea di “enfant prodige” come un tempo.

E infatti lei starà lì, bella fresca, come in spiaggia. Assente ma ben affrancata alla poltrona lissonese. E Veggian, pure, starà lì perché si sa che a Lissone “comandano” altri . E’ il codice cencelliano, anche, provinciale.

E comunque, visto chi circola nel partito, non vorremmo che capitasse qualche investitura sovracomunale… tipo il neo forzista Simone Gargiulo,  che  potrebbe prendere in mano le redini.

Eh no, sarebbe veramente troppo; che non venga messo  a Lissone! A quel punto sarebbe molto meglio l’assenteista sotto l’ombrellone…

Cambio in redazione

Diamo oggi un doveroso saluto ad Omar Porro, giornalista, e fino a ieri in forza al Giornale di Monza.

Sempre disponibile e grande conoscitore delle dinamiche cittadine, politiche e sociali lissonesi, per noi è sempre stato una certezza. Con articoli equilibrati e super partes, è una memoria storica della nostra città, una memoria che purtroppo si sta via via perdendo. Nonostante l’impegno, gli articoli di altri giornalisti locali non hanno il livello e la qualità di quelli firmati “poo”

Come mini-redazione di questo sito, siamo dispiaciuti di non poter più contare sui suoi articoli e resoconti ma gli facciamo i nostri auguri per il nuovo percorso lavorativo. In bocca al lupo anche al Giornale di Monza, che ogni martedì riporta ai lissonesi notizie, approfondimenti, cronaca, criticità e peculiarità.

Grazie Omar, e buon lavoro! 

Povero MoVE

Nei mesi scorsi il Consigliere Omar Foligno lo aveva detto: “Bisogna ripulire il MoVE“, riferendosi all’installazione posta in via Carducci, all’imbocco della S36. Il MoVE è una costruzione artistica in legno che segna l’ingresso in città per chi proviene dalla Valassina e che nel passato (prima del COVID) aveva ospitato iniziative culturali e didattiche. Ma all’amministrazione Borella, e ai suoi Consiglieri, quella installazione non è mai piaciuta né mai è stata capita.

Purtroppo, sabato 24 maggio, verso le 23, il nostro MoVE è andato a fuoco. I Vigili del Fuoco di Monza sono riusciti a spegnere l’incendio, ma non senza fatica, a causa della presenza, all’interno, di rifiuti e cartoni che ha contribuito ad alimentare il rogo di una struttura in legno, aperta… In pratica, una torcia.

Povero MoVE, ne ha sentite e passate tante, compreso l’isolamento da COVID, ma non ha retto alla trascuratezza e all’abbandono decretato dalla Giunta Borella.

Ora partiranno le accuse alla mancanza di senso civico, al caso, alla sfortuna o ad altro. Come ha anticipato mesi fa il Consigliere (ex di maggioranza) Foligno, una fine del genere poteva essere prevedibile.

Ma così vanno le cose ora: tutto è preso “alla leggera”; figurarsi se c’è da preoccuparsi per una installazione della quale i nostri amministratori nulla sanno e nulla vogliono sapere. A noi piace ricordarlo così, come lo vedete in copertina; poi vedremo che fine faranno fare a ciò che resta del MoVE. Qualche idea noi ce l’abbiamo…

Fiamme nella notte a Lissone: a fuoco la torre artistica del MoVe (MBNews.it – 24 mag 2025)

 

 

Teli bianchi

Teli bianchi, sudari. Avvolgono, a Gaza, i corpi dei palestinesi morti ammazzati, e sono così diventati simbolo della strage. Sono, cioè, gli oggetti comuni del nostro tempo crudele. Un tempo di genocidio.

Il sudario ricopre, sottrae alla vista del mondo il corpo di cui è stato fatto scempio. Avvolgere nel sudario è un gesto estremo di cura, di pietas. Protegge la dignità degli esseri umani quando le vite non valgono più niente, nella conta approssimativa dei morti.

Come si fa a piangere e onorare la memoria, dei morti di Gaza in quasi 600 giorni di assedio?
Come si fa a piangerli uno per uno?

Alcune associazioni lissonesi proveranno a farlo, in silenzio, sabato 24 maggio con un flash mob in piazza IV Novembre alle ore 18, di fronte alla Biblioteca.

È una iniziativa promossa da Tommaso Montanari – storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena – che si svolgerà, seppur con diverse modalità, in molte (e speriamo tutte) città d’Italia.

A Lissone, ciascuno potrà partecipare al flash mob presentandosi con un telo bianco ed esporre un telo bianco alla finestra o sul balcone della propria casa.

Sarebbe bello che, tutti insieme, in tutta Italia, si arrivasse al tragico numero dei 50.000 di Gaza. Tutti insieme, saranno i corpi che il mondo non vuole vedere.

 

       

Musica e memoria

Domenica 27 aprile, in occasione dell’80° anniversario della Festa della Liberazione, la sezione ANPI di Lissone, con il patrocinio del Comune, ha organizzato un evento speciale presso la Biblioteca Comunale: un concerto multimediale a cura di Maurizio Padovan a cui il pubblico ha risposto con entusiasmo, riempiendo ogni posto disponibile.

La sala era gremita, con volti attenti e partecipi. Tra i presenti, anche alcuni esponenti della politica locale. Per l’Amministrazione comunale è intervenuto il vicesindaco Oscar Bonafè, l’unico rappresentante della maggioranza che ha risposto all’accorato appello di partecipazione fatto della sindaca il 25 aprile, al termine del suo intervento in piazza Libertà.

Il cuore della serata è stato l’intenso racconto di Maurizio Padovan, musicista, storico e direttore dell’Accademia Viscontea, che ha guidato il pubblico con una narrazione appassionata e coinvolgente. Attraverso il suono del suo violino, immagini d’epoca, documenti e parole, Padovan ha fatto rivivere storie e musiche della Resistenza, offrendo uno sguardo originale e toccante su un periodo che ha segnato profondamente la nostra storia.

La sua ricerca ha riportato alla luce pagine poco conosciute della canzone italiana durante il fascismo: censure, repressioni, ma anche piccole e coraggiose ribellioni sonore. Tra queste, le Canzoni della Fronda, brani apparentemente innocui come “Crapa pelata”, o “Maramao perché sei morto” che, per la loro ambiguità, venivano interpretati in chiave satirica per prendere in giro il regime. Padovan ne ha eseguiti alcuni, raccontando storie, aneddoti e contesti, andando ben oltre la musica e toccando le corde più profonde della memoria collettiva.

Particolarmente emozionanti i momenti dedicati a giovani violinisti partigiani, spesso vittime di deportazioni o fucilazioni. Una delle storie più toccanti è stata quella di Luigi Freddi, impiccato a soli 18 anni. Il suo violino, incredibilmente, è stato ritrovato molti anni dopo, nel 2012, tra le macerie del terremoto in Emilia: un simbolo potente di ciò che resta, e resiste, nel tempo.

Durante la serata, più volte il pubblico ha manifestato un commosso apprezzamento, con lunghi applausi e un silenzio carico di ascolto. In tanti hanno lasciato la sala con la sensazione di aver vissuto qualcosa di raro, che è andato ben oltre ogni aspettativa.

Un grande grazie a Maurizio Padovan per aver regalato alla città un momento di così alto valore umano e culturale. E con l’augurio, condiviso da molti, che non sia l’ultimo: il suo repertorio è vasto, e abbiamo tutti bisogno di eventi come questo.

Cammelli e leoni

Il consigliere Davide Scotti replica sulle pagine del Cittadino al giusto intervento in Consiglio comunale di Mattia Gelosa (Pd) che aveva qualificato come vergognoso e squallido l’intervento fatto da Scotti sulla propria pagina Facebook. Un profilo privato, certo, seppur in un luogo “pubblico” come è un social network, tanto da minacciare che chi ha parlato se ne assumerà la responsabilità

Ricordiamo che, in risposta ad un commento che definiva “cammelli” i bambini extracomunitari che frequentano il parco giochi in piazza IV Novembre, Scotti aveva replicato con parole razziste, superficiali ed offensive:li rispediamo in Africa”, con tanto di faccina che ride.

In attesa di vedere il consigliere Scotti – trafelato e con frustino alla mano – che raduna e rastrella questi CAMMELLI per scacciarli dal parco giochi, facciamo invece una riflessione sui “leoni da tastiera”, in particolare su una rara specie che si autoproclama “Sindaco della Bareggia”: potremmo definirla il “Re Leone da tastiera”.

Lui, Scotti, il più votato di Bareggia, presidente cencelliano della Commissione CULTURA (ebbene sì, Commissione Cultura…), interpreta una visione – che purtroppo esiste! – razzista e miope. Perché i CAMMELLI vanno bene se lavorano, se pagano le tasse, se fanno i lavori più umili, se vivono in vecchie case dove pagano l’affitto (spesso in nero), se puliscono le nostre abitazioni e assistono i nostri anzianiMa non se cercano un futuro migliore per i propri figli, che qui già studiano, fanno sport e qui vivono lecitamente e legittimamente, e giocano anche nei giardinetti riqualificati!

Il Listone ha presentato una richiesta di discussione su questo episodio durante il Consiglio comunale del 27 marzo, e tutti gruppi di minoranza chiedono le dimissioni di Scotti da Presidente della Commissione CULTURA, un ruolo che – dopo la sua splendida uscita – riteniamo per lui inadatto e inopportuno. Chi dovrebbe avere a che fare soprattutto con i giovani, non può certo “selezionare” come interlocutori solo padani, autoctoni, magari biondi, magri e con gli occhi azzurri!

Le dimissioni di Scotti prima del 27 marzo risparmierebbero un’altra pagina sconfortante ed imbarazzante alla politica della nostra città. Ci pensi bene Scotti e soprattutto ci pensino coloro che, come sempre, lo difenderanno perché il “leone da tastiera” è una specie da proteggere e coccolare: il suo voto serve! E poi, prima della messa domenicale, tutti a rastrellare “cammelli”…

Davide Scotti: “La Lega mai stata razzista, accuse del Pd ingiuste”. (Cittadino MB – 15 mar 2025)

Ma chi viene a Lissone mercoledì 23 ottobre?

Vogliamo che i nostri lettori sappiano chi sarà la protagonista dell’incontro che si svolgerà mercoledì prossimo nella Sala polifunzionale della Biblioteca Civica e organizzato dalla nostra Lista civica.

Stiamo parlando di Elena Granata, professoressa di Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano. Si occupa di città, di ambiente e di cambiamenti sociali ed è vicepresidente della Scuola di Economia Civile. È stata membro dello staff Sherpa, Presidenza del Consiglio dei Ministri, G7/ G20 (2020-21) ed è cofondatrice di PlanetB.it, gruppo di ricerca sui temi ambientali e sociali.

La professoressa Granata ha scritto anche numerosi libri, alcuni dei quali saranno in esposizione durante la serata di mercoledì prossimo. tra i più recenti, Biodivercity (2019), Placemaker (2021), Ecolove (2022), Il senso delle donne per la città (2023).

Ma, per capirci, di cosa parla nei suoi libri la professoressa?

Biodivercity” trasferisce il concetto di biodiversità dalla natura alle città, dove i cambiamenti hanno origine dalla varietà, dalle differenze sociali e dalla creatività umana.

Placemaker” tratta delle relazioni tra città e natura, tra spazi pieni e vuoti, di servizi, reti e la mobilità.

Ecolove” analizza come sia cresciuto il fenomeno della sensibilità ambientale e di come si possa indirizzare questa nuova coscienza collettiva a vantaggio della salvaguardia del pianeta.

In “Il senso delle donne per la città” viene analizzato il (prezioso) ruolo delle donne che, tenute lontane da architettura e pianificazione urbanistica, hanno trovato altri modi per far comunque sentire la loro voce e la loro visione della città.

Insomma, temi importanti e che ci toccano direttamente nel nostro modo di vivere e nelle scelte che facciamo. Vi aspettiamo mercoledì prossimo, alle 20:30: sarà una preziosa occasione per riflettere e confrontarsi con uno sguardo al futuro.

 

       

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