La città di Lissone contro l’ANPI

Ancora una volta, cari lettori, dobbiamo raccontare di come la sindaca Laura Borella e il presidente Roberto Perego abbiano preso delle decisioni non solo discutibili, ma errate e profondamente ingiuste. Ci riferiamo al diniego ad esporre il drappo celebrativo dell’80° Anniversario della Liberazione proposto dall’ANPI. Ribadiamo: un drappo con la sola scritta e senza alcun simbolo di associazione o partito.

In forza di un “non si possono esporre drappi/stendardi sugli edifici comunali per non creare disparità alcuna” si equipara l’anniversario di una FESTA NAZIONALE ad un evento sportivo o alla Befana dei Pompieri di Lissone… Di più: in occasione del prossimo Torneo di basket (17-21 aprile) in piazza Libertà sono stati affissi numerosi stendardi: che l’80° Anniversario della Liberazione sia meno degno di importanza di un torneo di basket?  E il “tutti o nessuno” dove va a finire?

Dopo il comunicato stampa dell’ANPI pubblicato sui giornali locali, le minoranze hanno proposto un ordine del giorno da discutere e votare in Consiglio comunale. Ma l’ineffabile presidente del Consiglio, dopo consultazione con il Segretario generale, ha decretato che, dell’ordine del giorno “urgente” sul 25 aprile, se ne parlerà il 6 maggio!  A quel punto è chiaro a tutti che sarebbe inutile la discussione e senza possibilità di decidere alcunché.

A peggiorare la situazione, in Consiglio comunale è intervenuto il capogruppo e segretario della Lega lissonese, Matteo Lando. Il consigliere “sempre in piedi”, ha sostenuto che ormai l’ANPI è diventato un partito politico, anzi: “la curva degli ultrà dei partiti di sinistra!” e che quindi è corretto non esporre il drappo (che, ricordiamolo, non ha alcun simbolo…).

Saremmo già al ridicolo, ma interviene anche il consigliere Marco Fossati (di Forza Italia ma con radici politiche molto a destra) a sostenere che “comunque i partigiani ormai sono morti quasi tutti…” e che “anche quando c’è stato il 70° anniversario non è stato esposto nessuno striscione“, dicendo una falsità, come risulta dalla foto.

E pensare che lo stesso striscione è attualmente esposto sul palazzo della Provincia di Monza e Brianza, a guida Luca Santambrogio (Lega e centro destra). Forse lì sono più attenti e preparati e sanno che il 25 aprile è di tutti.

Insomma, la sindaca dice “No” con scuse poco realistiche, il presidente del Consiglio dice “Ne discutiamo quando la ricorrenza è ormai passata”, due consiglieri parlano senza cognizione di causa…

Noi siamo disgustati da questo stile di governo lissonese che non conosce, che giudica, che divide e che – in forza del risultato elettorale – ignora ogni proposta di condivisione, rifiuta la discussione e annienta ogni possibilità di contestazione. Tutto questo non fa che aumentare la distanza tra l’amministrazione e i cittadini.

Quest’anno, a Lissone, nell’imbarazzo totale, la memoria dei partigiani e di chi crede nei valori della libertà della democrazia, anche di dissenso, è stata violentata. Una ragione in più per dare solidarietà all’ANPI e ricordare con più consapevolezza il prossimo 25 aprile.

Ben arrivata, Barbara Bonanomi

Venerdì scorso si è insediata in Consiglio comunale una nuova Consigliera. A seguito delle dimissioni di Arianna Rivolta (Fratelli d’Italia) è infatti subentrata la prima dei non eletti (con 22 preferenze): Barbara Bonanomi. Abbiamo ascoltato i ringraziamenti del nostro capogruppo Nava ad Arianna Rivolta per il suo impegno (anche se nei tre anni i suoi interventi in Consiglio sono stati pochini…) e poi gli auguri alla nuova Consigliera.

In merito invece al discorso di insediamento di Bonanomi, la neoconsigliera ha dichiarato subito che il suo assessore preferito è l’amico Camarda e la sua consigliera preferita è l’amica Lella Scaffidi. Vorremmo raccomandarle di fare molta attenzione: Lella Scaffidi, nel suo breve mandato da Capogruppo, è stata in grado di “perdere” due Vicesindaci (Sala e Camarda), due Consiglieri hanno abbandonato il partito (Foligno ed Arosio) e ora ci sono state anche le dimissioni di Arianna Rivolta che “pendeva dalle sue labbra”… fino a dimettersi! Insomma, un bilancio piuttosto fallimentare, ci pare.

Ora Scaffidi – come Presidente del Circolo lissonese di Fratelli d’Italia – dovrà impegnarsi anche ad aumentare i tesseramenti al partito, anche se sarà dura: in lite permanente con una delle anime di FDI (Ruggero Sala) avrà il suo bel daffare ad incrementare il numero degli iscritti.  Riguardo invece l’amico Camarda, vedremo se saprà stare in equilibrio con l’altro assessore di FdI, Ginfilippo Alibrandi. Al momento, dopo le performance del Natale e del Salone del Mobile, avrà anche lui il suo bel daffare per tenere tutti buoni, e forse proprio lei – Barbara Bonanomi – sarà garante del loro essere e restare in Giunta. Due consiglieri e due assessori all’attivo non sono niente male, e fino alle prossime elezioni resterà tutto così, congelato.

Tra i propositi espressi dalla neo Consigliera, c’è anche l’impegno per rendere migliore la città, aumentandone l’attrattiva. Un bel sogno, ma dovrà necessariamente fare i conti con tante situazioni e tanti limiti. Comunque, se poi qualcosa non gira, nessun problema: l’importante è votare come da indicazioni…

Buon lavoro e in bocca al lupo, quindi, alla neoconsigliera Bonanomi!

No, lo striscione no

Il 25 aprile di quest’anno ricorre l’ottantesimo Anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal fascismo, un grande traguardo di pace e di libertà da ricordare. La memoria è un impegno collettivo che riguarda tutti ed è compito delle Istituzioni coltivarla, promuoverla e sostenerla per evitare di commettere gli errori del passato. La memoria ci permette di ricordare la vita di uomini e donne che hanno costruito la nostra società e permettere di diffondere i valori della Resistenza e della Costituzione.

E allora, cosa c’è di meglio che mettere nel centro della nostra città uno striscione che ricordi l’ottantesimo anniversario, che catturi l’attenzione di chi passa, che stimoli domande nei ragazzi e crei attimi di confronto con chi è adulto? L’ANPI lissonese, in collaborazione con la sezione provinciale, ha proposto uno striscione da esporre sul palazzo comunale, con un testo semplice e lineare: “1945-2025  80° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE”. Nessun riferimento politico o partitico (vedi immagine di copertina).

NO, a Lissone questo non è possibile: la sindaca Borella ha risposto all’ANPI provinciale e ha detto di NO. A Lissone “non si possono esporre drappi/stendardi sugli edifici comunali per non creare disparità alcuna”. (All’ANPI lissonese la sindaca non si è neppure degnata di rispondere: lo ha fatto la sua Segreteria, inoltrando semplicemente la medesima risposta fornita al Comitato provinciale ANPI).

Motivazione ridicola! Come se in città non fossero già esposti striscioni di varia natura su edifici comunali. E in questo caso stiamo parlando di una Festa nazionale della Repubblica italiana, non di un evento sportivo o di una manifestazione ludica!

Non è forse compito delle Istituzioni promuovere i valori fondativi dello Stato e compito di tutti fare memoria? Si vuole forse spingere all’indifferenza e all’oblio?

Peccato, peccato per l’ANPI e per i lissonesi che sarebbero stati orgogliosi di un gesto di ricordo per un anniversario importante.

Noi siamo dalla parte di chi ha lottato e sofferto per riportare Libertà e Pace e ci piacerebbe proprio che il prossimo 25 aprile la nostra città fosse invasa dai fiori del Partigiano.

No allo striscione per celebrare il 25 Aprile: scoppia la polemica (PrimaMonza.it – 9 apr 2025)

Risposta all’ANPI provinciale

Comunicato stampa ANPI Lissone

Tre bocciature

Dal Consiglio comunale di giovedì 27 marzo sono arrivate tre sonore bocciature. Le minoranze avevano infatti presentato due Ordini del giorno con richieste di dimissioni e una Mozione: tutti e tre sono stati respinti.

Della richiesta di dimissioni di Scotti da Presidente della Commissione Cultura abbiamo già scritto recentemente e, naturalmente, è stata respinta.

Anche per le dimissioni da Assessore di Gianfilippo Alibrandi è arrivata un’altra bocciatura. L’assessore, messo in quella posizione dalla politica sovracomunale per riequilibrare le presenze dopo la cacciata di Ruggero Sala, è visibilmente in difficoltà ad esercitare il suo ruolo ed è stato anche sfiduciato da un consigliere del suo stesso partito (FdI). La bocciatura dell’Ordine del giorno era abbastanza scontata; un po’ meno scontati, invece, erano gli insulti che Matteo Lando (Lega) ha scagliato verso “l’accusatore” di Alibrandi, il consigliere Stefano Arosio. In sostanza, è stato liquidato come uno che “non è molto connesso”… Chissà che avrebbe detto Arosio, assente dall’aula e per questo anche “ridicolizzato”. Questa volta persino la Sindaca è intervenuta, schierandosi con l’Assessore e scaricando, di fatto, Stefano Arosio. Altro che il suo “resto fedele alla Sindaca”… Speriamo che a questo punto abbia compreso la situazione.

La Mozione bocciata, invece, riguardava Pedemontana ed i lavori in città. Si richiedeva di coinvolgere nei lavori (viabilità, logistica e mobilità, soprattutto) la Commissione Urbanistica. La Commissione è consultiva, ed è formata da un Presidente e da 4 altri consiglieri. Due firmatari (il nostro consigliere Marino Nava e Luca De Vicentis di Vivi Lissone) si sono detti disponibili a collaborare e a dare una mano. Ma la Sindaca ha detto NO: scuse tecniche, scuse comportamentali, scuse… Il “pallino” deve restare all’assessore Rossati, per la Giunta, e a Carraretto per il Consiglio Comunale. STOP!

Anche questa volta siamo rimasti basiti. Non si tratta di essere minoranza o maggioranza: qui abbiamo tre chiari esempi di come l’amministrazione Borella – qualsiasi cosa succeda e qualsiasi cosa si dica – non sia mai disposta ad accettare suggerimenti, proposte e manifestazioni di disponibilità a collaborare.

E quindi, niente: Scotti resterà presidente della Commissione Cultura (sigh), Alibrandi continuerà a fare l’Assessore allo Street Food, a Santa Margherita Pedemontana avanza e nessuno ha informazioni su cosa ci si può aspettare nei prossimi mesi.

Come sempre, il potere è “mio”, decido io, delle tue idee non mi importa e di te non ho alcun bisogno. Così è, anche se non vi pare…

I complimenti a Felicia

Durante il Consiglio il 27 marzo sono arrivati alla consigliera Felicia Scaffidi i complimenti per la nomina a Presidente del Circolo lissonese di Fratelli D’Italia. Glieli ha fatti la consigliera Rivolta? No, neanche per sogno. Glieli ha fatti – direttamente dai banchi della Giunta e durante lo spazio delle Comunicazioni – l’amico e assessore Giovanni Camarda, ex Vicesindaco, ex Segretario di FDI Lissone (poi commissariato), ex amico degli uomini forti nel provinciale di FDI ed ex amico di Ruggero Sala.

Glieli ha fatti utilizzando il tempo dedicato alle comunicazioni relative alle sue deleghe, Sport e Giovani. Un lungo ringraziamento a Felicia, con molti complimenti a lei, al fatto che fosse la sua Vice e sottolineando come lui avesse compiuto un “passo indietro” senza preoccupazioni, sapendo che lei gli sarebbe succeduta.

Insomma, una dichiarazione di affetto e vicinanza notevole, persino esagerata a guardare, al momento, i meriti di Scaffidi. È infatti la capogruppo di un gruppo consiliare che è passato da 4 a 2 rappresentanti e vincitrice di una competizione che vedeva lei come unica candidata per quel ruolo.

Ora è la Presidente di un Circolo che deve rinascere dalle macerie del precedente commissariamento e con anime in conflitto permanente, di questi tempi occupate in questioni di Regione. Insomma, al momento sembrano più i demeriti che i meriti..

Rinnovando gli auguri di buon lavoro a Scaffidi, siamo però perplessi dal fatto che un Assessore, durante le comunicazioni alla città, abbia effettuato una “sviolinata” imbarazzante, e – parimenti – siamo stupiti di come la consigliera Rivolta non abbia espresso congratulazioni né auguri o soddisfazione per il nuovo incarico della collega.

Forse Giovanni Camarda, politico navigato, voleva accreditarsi “ufficialmente” come amico fraterno della nuova Presidente. Resta il fatto che Fratelli d’Italia – sezione di Lissone – resta nel raggio di azione di Camarda e lo si è capito chiaramente dal suo discorso in Consiglio. Attenzione, compagni di viaggio: ora a comandare FdI, a Lissone, è tornato il duo Scaffidi-Camarda.

Il razzismo della Lega

Dopo il Consiglio comunale di giovedì scorso, è chiaro a tutti: la Lega, sezione di Lissone, è razzista. Qualche dubbio, in verità, già lo nutrivamo, soprattutto da quando il presidente della Commissione Cultura – il consigliere leghista Davide Scottiaveva commentato in maniera inaccettabile un commento stupido e razzista di un suo amico social, e di solito si scrive ciò che si pensa, sia che il profilo sia pubblico o privato.

Durante il Consiglio comunale è stata data a Scotti la possibilità di spiegare e/o di scusarsi: possibilità respinta al mittente. Sono state anche richieste le sue dimissioni dal ruolo di Presidente di Commissione, nella speranza che, in un sussulto di dignità e di onestà, il Consigliere avrebbe almeno parlato e spiegato. Niente da fare: il nostro “cammelliere” di Bareggia, non è intervenuto; sembrava fosse lì “di passaggio” …

In vece sua, è intervenuto il segretario cittadino e consigliere Matteo Lando (anche se, visto il livello, forse sarebbe stato meglio non fosse intervenuto affatto…).

In sostanza: Davide Scotti non deve alcuna scusa, la sinistra è sempre la solita. Davide, invece, ha portato “un tema” (…) E voi continuate pure così, alla Lega arrivano i voti degli italiani, a voi quella dei “cammelli”. Sì, questo è il livello: un Vannacci in miniatura, una brutta copia, con affermazioni ancora più ignoranti e più razziste di quelle all’origine della questione! E Scotti lì, sempre in silenzio, protetto dal suo “sistema politico”: lo stesso che una volta la Lega Nord combatteva.

Evidentemente per la Lega di Lissone i bambini extracomunitari (i “cammelli” che il parchetto giochi lo utilizzano davvero) sono il vero problema. E allora avanti con commenti simili a quelli che, decine e decine di anni fa, erano diretti ai “meridionali” che arrivavano al nord in cerca di lavoro e di una vita migliore.

Quanta ignoranza e quanta arretratezza! Ma poco importa, Lando doveva fare lo show e lo ha fatto. Nel circo politico lissonese, ormai, tra cammelli, cammellieri e pagliacci non c’è più limite. Lo stesso Lando, in chiusura del suo intervento, ha mostrato in aula delle bustine di antiacidi e – tra i sorrisi compiaciuti di Sindaco e Presidente del Consiglio! – ha consigliato a tutta la minoranza di utilizzarli per digerire, contro il mal di stomaco, e di farsene una ragione.

Così è: assolutamente inutile sperare in scuse o ravvedimenti. Come abbiamo già più volte scritto, “loro” governano e quindi ritengono di avere sempre ragione, su tutto. Complimenti Lando, complimenti Sindaca, complimenti Presidente del Consiglio, e povera democrazia e povera Lissone…

E in aula arriva il “cammello”

Un argomento all’ordine del giorno del Consiglio comunale di domani, 27 marzo, è la richiesta di dimissioni di Davide Scotti (il “rastrellatore di cammelli”, vedi qui l’episodio) da Presidente della Commissione Cultura, richiesta sottoscritta da tutta la minoranza.

In un mondo “normale”, quando si commettono errori così grossolani, normalmente ci si scusa e ci si dimette, almeno dalla carica. Scotti ha preso voti “dai suoi” e, in qualità di Consigliere comunale, è libero di rappresentarli come crede e come può; ma avere oggi Scotti alla Presidenza della Commissione Cultura e Giovani è diventato insostenibile, per i cittadini e anche per gli stessi Commissari.

Noi speriamo che anche le altre forze di maggioranza (tranne la Lega, naturalmente) abbiano un sussulto di dignità e dicano la loro, anche perché sarà ben difficile difendere Scotti: eclatante il caso e molto poco convinte le sue prese di posizione, senza scuse. In caso contrario, assisteremo all’ennesima applicazione del codice cencelliano in difesa della poltrona: oggi a te e domani a me, nonostante situazioni, errori e affermazioni più o meno gravi.

Noi giovedì ci saremo e speriamo che la discussione sia franca e seria: diremo ciò che pensiamo al Consigliere e a chi lo difenderà, Sindaca compresa. Non è questione di destra, sinistra o centro: Scotti è un consigliere di maggioranza della seconda città della Provincia di Monza e Brianza e certe uscite (sommate ad altre precedenti) rischiano di minare la credibilità del Consiglio stesso.

Riuscirà, stavolta, il Presidente Perego – responsabile dell’equilibrio consiliare – a gestire la discussione e ad “anestetizzare” la situazione? Staremo a vedere e ad ascoltare. Comunque, mancano solo due anni al voto e noi confidiamo nella memoria degli elettori, che ci pensino e si ricordino quando sarà il momento di dare voti e preferenze per i propri rappresentanti.

I nuovi vecchi

Recentemente si sono svolte le elezioni di locali di circolo di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Come ampiamente previsto (essendo l’unica candidata…), è stata eletta Felicia Scaffidi per Fratelli d’Italia mentre per Forza Italia il “vincitore” è risultato Marco Fossati (anche lui candidato unico…).

Facciamo i nostri auguri ai nuovi segretari di Lissone, anche se ci sarebbe piaciuto vedere qualche volto nuovo che avrebbe potuto portare nuova linfa nel panorama politico lissonese.

Scaffidi e Fossati sono entrambi capogruppo in Consiglio comunale e sono ormai politici navigati. Lei è un po’ meno esperta, ma è salita più volte agli onori della cronaca politica locale (e non solo); è spalleggiata dall’assessore Giovanni Camarda che è in politica almeno da venti anni, prima nel Popolo della Libertà e poi ha fatto il “salto” in Fratelli d’Italia.

Marco Fossati – al contrario – ha cominciato la sua carriera nella “vera destra” ed è passato poi a Forza Italia. Anche lui ha oltre vent’anni di esperienza politica, anche se spesso, nei suoi interventi in Consiglio comunale, sembra non aver ancora capito tempi e modi…

Insomma, “il vecchio che avanza” è più vivo che mai. Noi comunque speriamo che i nuovi eletti si facciano pienamente carico del loro ruolo e riescano a risolvere diatribe e tensioni interne alla maggioranza. Quel che serve, ora, è un rinnovamento, un rinnovamento che serve in primis alla città.

Cammelli e leoni

Il consigliere Davide Scotti replica sulle pagine del Cittadino al giusto intervento in Consiglio comunale di Mattia Gelosa (Pd) che aveva qualificato come vergognoso e squallido l’intervento fatto da Scotti sulla propria pagina Facebook. Un profilo privato, certo, seppur in un luogo “pubblico” come è un social network, tanto da minacciare che chi ha parlato se ne assumerà la responsabilità

Ricordiamo che, in risposta ad un commento che definiva “cammelli” i bambini extracomunitari che frequentano il parco giochi in piazza IV Novembre, Scotti aveva replicato con parole razziste, superficiali ed offensive:li rispediamo in Africa”, con tanto di faccina che ride.

In attesa di vedere il consigliere Scotti – trafelato e con frustino alla mano – che raduna e rastrella questi CAMMELLI per scacciarli dal parco giochi, facciamo invece una riflessione sui “leoni da tastiera”, in particolare su una rara specie che si autoproclama “Sindaco della Bareggia”: potremmo definirla il “Re Leone da tastiera”.

Lui, Scotti, il più votato di Bareggia, presidente cencelliano della Commissione CULTURA (ebbene sì, Commissione Cultura…), interpreta una visione – che purtroppo esiste! – razzista e miope. Perché i CAMMELLI vanno bene se lavorano, se pagano le tasse, se fanno i lavori più umili, se vivono in vecchie case dove pagano l’affitto (spesso in nero), se puliscono le nostre abitazioni e assistono i nostri anzianiMa non se cercano un futuro migliore per i propri figli, che qui già studiano, fanno sport e qui vivono lecitamente e legittimamente, e giocano anche nei giardinetti riqualificati!

Il Listone ha presentato una richiesta di discussione su questo episodio durante il Consiglio comunale del 27 marzo, e tutti gruppi di minoranza chiedono le dimissioni di Scotti da Presidente della Commissione CULTURA, un ruolo che – dopo la sua splendida uscita – riteniamo per lui inadatto e inopportuno. Chi dovrebbe avere a che fare soprattutto con i giovani, non può certo “selezionare” come interlocutori solo padani, autoctoni, magari biondi, magri e con gli occhi azzurri!

Le dimissioni di Scotti prima del 27 marzo risparmierebbero un’altra pagina sconfortante ed imbarazzante alla politica della nostra città. Ci pensi bene Scotti e soprattutto ci pensino coloro che, come sempre, lo difenderanno perché il “leone da tastiera” è una specie da proteggere e coccolare: il suo voto serve! E poi, prima della messa domenicale, tutti a rastrellare “cammelli”…

Davide Scotti: “La Lega mai stata razzista, accuse del Pd ingiuste”. (Cittadino MB – 15 mar 2025)

Una figuraccia

Sulla prima pagina del Cittadino di sabato 8 marzo, spiccava la (vecchia) foto dell’inaugurazione del prototipo del Monumento “COVID”, coi nostri politici sorridenti, fieri, gongolanti. Uno schieramento completo di tutti gli assessori e due consiglieri – Andrea Carraretto e Marco Fossati  alla corte della Sindaca Borella, con anche i rappresentanti dell’Istituto Meroni che avrebbe dovuto realizzare l’opera ed un cartello con l’immagine del futuro monumento.

Oggi questa foto è il ricordo indelebile di una memorabile figuraccia di questa amministrazione, anche perché riguarda un argomento sensibile come il COVID, non tema qualunque (anche se secondo Roberto Perego lo era, quando lui era in minoranza e chiedeva conto di tempi e modi delle opere..). Questo monumento, così come annunciato e presentato in pompa magna, non si farà: costa troppo!

Il Consiglio comunale aveva votato all’unanimità la proposta del PD di realizzare un monumento simbolo, che fosse ricordo e testimonianza della più grande pandemia della storia recente. Un simbolo che fosse memoria ma anche inno alla vita. La scelta del progetto e la collocazione del monumento sono state decisioni prese senza alcuna condivisione con le forze di minoranza – tantomeno – con i cittadini. Così fanno gli “uomini forti”…

In Commissione, i nostri Consiglieri avevano proposto, suggerito, avvisato delle possibili criticità ma l’assessore Bonafè e la Sindaca, in particolare, tranquillizzavano tutti: Non preoccupatevi – dicevano – metteremo quel che serve. Purtroppo, tutto si è sciolto come neve al sole: troppo costoso – dicono oggi – e così ci siamo persi anche la collaborazione dell’Istituto Meroni.

In soccorso arriva poi il solito Mantegazza, coi suoi artigiani, che garantisce: nessun problema, il monumento lo faranno gli artigiani lissonesi!

Eh no, il problema c’è: una figuraccia con chi ha perso parenti e amici durante la pandemia e una figuraccia con gli studenti del Meroni che hanno lavorato al progetto e alla realizzazione del prototipo. E poi, anche noi ci ricordiamo benissimo come tutti i suggerimenti e le indicazioni che provenivano dalla minoranza siano stati snobbati e ignorati.

Come i peggiori politici, prima si sono vantati dell’idea e del progetto e poi, di fronte alle (prevedibilissime) difficoltà, hanno “scaricato” chi ha lavorato e ora cercano di far finta di niente…

Complimenti! Un comportamento simile per un argomento sensibile come il ricordo dei morti per Covid è veramente vergognoso.