Questa mozione è importante!

Sono state queste le parole di Andrea Carraretto, Presidente della Commissione Pianificazione e Gestione del Territorio. E allora ci siamo illusi e abbiamo pensato: se la mozione è importante la si vota a favore. Invece, come al solito, nemmeno a parlarne…

La Mozione – proposta dal Comitato di Santa Margherita e presentata da Vivi Lissone, Listone e Pd – chiedeva semplicemente di conoscere i dati della qualità dell’aria nella tratta di lavoro e cantierizzazione di Pedemontana a Santa Margherita e Bareggia. Chiedeva di rendere pubblici periodicamente tali dati e nel caso in cui le centraline di rilevazione ARPA non fossero attualmente presenti, di richiederne l’installazione.

Dopo la presentazione della Mozione, l’assessore Massimo Rossati ha preso subito la parola e ha iniziato a snocciolare tutta una serie di leggi, regolamenti, disposizioni, tavoli di lavoro, note regionali etc. 40 minuti di lezione teorica e tecnica allo scopo di spostare il fuoco dalle semplicissime richieste della mozione: fornire i dati delle centraline ARPA e, nel caso non fossero attualmente presenti, richiederne l’installazione.

E che dire di Andrea Carraretto, residente proprio a Santa Margherita, che nella veste di Presidente di Commissione ha affermato che, forse, Pedemontana farà i rilievi, che i dati sono già sul sito (dati relativi ad altri luoghi, però, non a Lissone…) e che la mozione andava quindi bocciata.

Il consigliere Marco Fossati (Forza Italia) nel suo intervento ha utilizzato tre volte il termine “credo”: credo che Pedemontana i dati li avrà, credo che li consegnerà, credo che la mozione vada bocciata…

Una (l’ennesima!) delusione per noi e una sconfitta politica per i “paladini del territorio”: Carraretto, Scotti, Bonafè, Fossati che non hanno saputo fare e dire nulla. Per loro va bene così: il diktat era che la Mozione andava bocciata e così è stato, senza dubbi o ripensamenti. Questo ed altro abbiamo visto in passato, e purtroppo continueremo a vedere

Ma i cittadini (soprattutto quelli Santa Margherita e Bareggia!) sanno riconoscere (e se ne ricorderanno a tempo debito…) chi ha a cuore la loro situazione e chi, invece, tace o racconta storie (per non dir di peggio) in forza di un patto politico.

Ci dispiace ma, per ora, nessun Comitato di cittadini o Consigliere comunale avrà a disposizione i dati della qualità dell’aria nella zona interessata dai cantieri. Dobbiamo solo sperare che Pedemontana, di sua iniziativa e in autonomia, raccolga ed elabori i dati (ma dovrà prima posare una centralina!) e poi li renda noti. Quindi, possiamo ragionevolmente dire: MAI.

E meno male che la Mozione era IMPORTANTE! In caso contrario, chissà che fine avrebbe fatto…

Mozione “Qualità dell’aria nei territori in cui i cantieri di Pedemontana sono attivi”

Gelsia è una calamità naturale!

Nei giorni scorsi l’assessore Camarda è entrato “a gamba tesa” commentando un disservizio di GELSIA. Un cittadino, infatti, si lamentava sui social, con tanto di foto, di come, dal 2 giugno e per tutta la settimana, non siano stati ritirati i sacchi blu e gialli posti di fronte alla sua abitazione. E lo stesso cittadino, ironicamente, riportava i ringraziamenti da parte di zanzare, mosche, corvi e altro…

E allora l’assessore Camarda, il nostro re dei selfie, cosa pensa bene di fare? Mette un bel “like” e commenta:Credo che Gelsia sia una calamità naturale per la nostra città“.

Sì, una “calamità naturale”. Una forzatura bella e buona che è stata evidenziata dai nostri consiglieri durante le comunicazioni nel Consiglio comunale di giovedì 12 giugno, nel silenzio generale dell’aula.

A noi, questa situazione fa sorgere almeno tre domande:

1) Ma l’assessore Massimo Rossati, con delega (anche) all’Ambiente, cosa dice? E, soprattutto, cosa fa?

2) L‘assessore Giovanni Camarda sa che il Comune deve presidiare e deve lavorare a stretto contatto con Gelsia?

3) E la sindaca Borella, cosa pensa della “calamità naturale” GELSIA?

Lissone, una Città con la C maiuscola, non si merita tanta indolenza e tanta trascuratezza da parte dell’Amministrazione.

P.S. Ora il commento di Camarda su Gelsia – una calamità naturale – è magicamente sparito…

Avanti, si volti pagina

Non c’è pace per la sindaca Borella. Tra litigi con gli Assessori, pochezze di contenuti, commercianti scontenti e street food imbarazzanti, ora ci si mette anche la questione VEFER. Il Comune ha vinto la causa, ma a leggere i suoi commenti sulla stampa locale, non sembra molto soddisfatta, anzi. Il Consiglio di Stato ha dichiarato la vittoria del Comune di Lissone con una sentenza (che abbiamo già pubblicato) molto chiara, dettagliata e che non lascia dubbi.

Se il Comune, oggi, ha vinto, significa che chi ha operato nel 2014 ha svolto correttamente il proprio compito di tutela del territorio. E questo bisogna ben ricordarlo!

Tempo fa, Consiglieri e Assessori di Borella, improvvisandosi giudici, avevano già sentenziato delle responsabilità patrimoniali dell’amministrazione Monguzzi. Il consigliere leghista Massimiliano Paninforni aveva addirittura posto un’interrogazione (la cui risposta entra di diritto nella “storia delle supercazzole”) per proporre l’azione risarcitoria diretta a quei “cattivoni di prima”. Voleva vendessero la casa, il “giudice” Paninforni!

L’impressione è che alla sindaca quasi dispiaccia di aver vinto la causa perché non può dire “Hanno sbagliato!”. Ora che il caso è chiuso, della questione VEFER resta solo una parente stretta in Giunta, un rimborso delle somme già pagate in passato al Comune, le solite accuse alla sinistra, qualche geometra a bocca asciutta e qualche costruttore senza il suo cemento quotidiano…

La giunta Monguzzi, con la propria compagine di Consiglieri, ha protetto il territorio e ha strategicamente operato come si doveva. Grazie anche ai vari Segretari comunali che si sono succeduti e che, con la loro attività, hanno contribuito al risultato.

Archiviata la questione, speriamo che la sindaca si concentri sui suoi “guai”, sui litigi, sulle attività produttive e sulle cose da fare, perché mancano meno di due anni al termine del mandato.

Ora più che mai, il confronto con l’amministrazione precedente e con la ex sindaca Monguzzi è impietoso ed è evidente anche agli elettori della destra. Immaginiamo cosa succederà quando comincerà la corsa per il futuro candidato Sindaco! Il Tutor, Camarda, il Vicesindaco Bonafè sono già lì, belli pronti…

“La Giunta Monguzzi? Bravi in niente, esposta città a rischio dissesto” (Cittadino – 17 mag 2025)

Monguzzi: “Mai c’è stato accanimento sull’azienda, contenta di come è finita” (Cittadino – 17 mag 2025)

Vefer: “Una sconfitta per Lissone e per tutto il territorio” (IlCittadinoMB.it – 17 mag 2025)

La sentenza definitiva

Riceviamo e pubblichiamo qui sotto, immediatamente e molto volentieri, la lettera che ci hanno inviato i nostri consiglieri comunali Concettina Monguzzi e Marino Nava (ex Sindaco ed ex ViceSindaco) su una delle questioni più scottanti dell’ultimo ventennio nella nostra città: la questione legale VEFER Spa – Comune di Lissone. Ricorderete la vicenda e la richiesta di rifusione del danno per mancata autorizzazione a costruire da parte della società lissonese che chiedeva al Comune un risarcimento di ben 21.380.000 euro.

Di che danno si parla? La storia della vicenda inizia nel lontano 2004 e la trovate ben dettagliata nella sentenza.

Noi ricordiamo che la causa nasce dalla volontà della prima amministrazione Monguzzi di limitare il consumo di suolo, eliminando sulla città circa 30 Ambiti di Trasformazione, cioè terreni liberi individuati nel PGT del 2012 (prima della amministrazione Monguzzi) sui quali si concedeva di costruire residenze; tra questi, appunto, c’era anche quello oggetto del ricorso di VEFER (denominato AT7).

Questo AT7 concedeva ben 100.000 metri cubi di costruzione: 12 palazzoni, nuovi residenti, nuove criticità, e CONSUMO DI SUOLO. Lissone, questo, non poteva (e non può nemmeno ora) permetterselo, neppure se riguarda geometri locali, costruttori vicini, industriali e/o finanzieri, neppure se molto vicini all’attuale Giunta.

Lissone è già al tracollo e per noi è stata giusta la coraggiosa decisione – portata avanti con l’approvazione alla Variante del PGT del 28.02.2014 – che, in sostanza, ha modificato la destinazione da RESIDENZIALE ad AGRICOLA (zona verde). Segnaliamo che l’AT7 è lo stesso perimetro sul quale stiamo subendo ora la cantierizzazione di PEDEMONTANA.

Dal 2014 si sono susseguite una causa dietro l’altra, con udienze e relative sentenze, fino ad oggi. Il Consiglio di Stato, finalmente, con sentenza definitiva pubblicata il 7 maggio 2025 ha infine stabilito che il Comune di Lissone, nel suo agire, ha avuto ragione e Vefer invece torto, assegnandole quindi di pagare anche le spese legali di soccombenza.

Ed ecco qui la lettera dei nostri consiglieri:

Siamo molto felici della sentenza emessa e viene così posta la parola FINE con la decisione del Consiglio di Stato. Abbiamo messo in sicurezza il Territorio preservando il consumo di suolo. Abbiamo resistito con l’appello alla Sentenza del TAR, che vedeva il Comune condannato nel novembre 2021, con le motivazioni oggi accettate, poco prima della fine del Mandato Amministrativo nel 2022. 

Oggi possiamo dire che la scelta fu giusta e possiamo anche rimandare al mittente le accuse di aver danneggiato economicamente la Città (qualche sciocco Consigliere già aveva deciso, lui senza titolo, fossimo in torto e dovessimo soccombere, anche pagando personalmente) ed esprimere grande soddisfazione per la conclusione della questione con una definitiva vittoria.

Come sempre il tempo è galantuomo e oggi possiamo affermarlo ancora di più. Ci spiace, ironicamente, per chi voleva proporre un’azione di rivalsa nei nostri confronti (la Lega di Lissone con il suo Sindaco) e ci spiace per chi pensava già di avere in mano, soldi, volumetrie, opportunità commerciali e tecniche. Siamo profondamente diversi nel merito e nel metodo, da questa sentenza, noi personalmente ma anche chi aveva amministrato con noi, usciamo più forti, più consapevoli e definitivamente sereni.

La Città oggi deve celebrare, davvero, un grande risultato della Giustizia e della lungimirante scelta politica di mettere in sicurezza il territorio, con l’unica logica del BENE COMUNE”.

La sentenza del Consiglio di Stato sulla causa Comune di Lissone-VEFER

Verdi dalla rabbia!

Sono verdi dalla rabbia… No, non i leghisti, non la Giunta né la Sindaca Borella. I CITTADINI sono verdi dalla rabbia! Ad oggi, 2 maggio, la situazione del verde pubblico non è mai stata così imbarazzante: giardini e parchi gioco impraticabili, rotonde stradali dove le installazioni posizionate al centro non si vedono neppure più, prati con erba alta e popolati da pericolosi “forasacchi“. Soprattutto questi ultimi, pericolosi per i cani, ora sono davvero un problema.

Certo, in Giunta, prima l’assessora Carolina Minotti ed ora l’assessora Serena Arrigoni sul benessere animale poco dicono e soprattutto poco fanno. Ricordiamo solo sporadici appuntamenti per l’educazione dei padroni degli animali. Evidentemente sono finiti i tempi dei cagnolini “acchiappa like” noleggiati in campagna elettorale…

Tornando al verde, dopo quasi 3 anni chi avrebbe dovuto risolvere la situazione (non critica come ora, per altro) è lì che guarda, in silenzio. E i consiglieri di maggioranza, sotto la guida del pessimo presidente del Consiglio Roberto Perego, non vedono, non dicono, non parlano.

I cittadini invece – quelli verdi di rabbia – segnalano, telefonano e scrivono, con buona pace dei verdi padani lissonesi…

Così è, e se Lissone oggi è questo, è anche colpa di chi ha votato partiti e persone, credendo a mirabolanti promesse. Non ci resta che attendere…

 

 

Il clima perfetto

Grande successo e grande interesse ha suscitato la serata organizzata dalla nostra Lista civica che ha visto come relatrice la professoressa Elena Granata. Oltre un centinaio le persone presenti in sala: per la politica due Consiglieri di Forza Italia, il Presidente del Consiglio (che ci ha fatto i complimenti!), i Consiglieri di minoranza e l’assessore all’Urbanistica Rossati. Ma anche giornalisti, il Sindaco di Seregno Alberto Rossi, il Consigliere provinciale Giorgio Garofalo, molti professionisti, tanti semplici cittadini e rappresentanti di Liste civiche della Brianza.

La relatrice Elena Granata si è concentrata soprattutto sul problema del clima ed è stata, allo stesso tempo, visionaria e concreta. Potremmo riassumere così il messaggio della serata: ciascuno deve avere consapevolezza e fare il proprio pezzetto, anche se può sembrare semplice e banale. Ma SUBITO e TUTTI: gli amministratori, i costruttori, le associazioni, i privati cittadini.

Non si è parlato solo di emergenza climatica ma anche di urbanistica, di rigenerazione urbana, di riqualificazione. Sono argomenti che spesso si ritiene siano riservati agli addetti ai lavori ma, esposti in modo semplice e lineare, sono invece risultati comprensibili a tutti.

È stato poi dato spazio al confronto e alle domande, dalle quali sono scaturiti esempi, casi concreti, situazioni critiche. Non solo teoria, quindi, ma tanta concretezza e consapevolezza. Illuminante, ad esempio, la proiezione in sala del servizio realizzato da “Presa diretta” su Cascina Merlata.

Abbiamo filmato l’intera serata e la mettiamo a disposizione sulla nostra pagina Facebook. È un regalo per tutti, anche per la nostra Sindaca e la sua maggioranza, che non sono riusciti ad essere presenti

Ne riparleremo presto, di sicuro. Perché – come ormai ci è chiaro – il momento è QUI ed ORA. E noi, la nostra parte, la vogliamo fare.

Registrazione serata 23 ottobre 2024 – Incontro con Elena Granata

Un incontro per parlare di urbanistica e clima (Giornale di Monza – 29 ott 2024)

      

  

E la pianta non c’è più

L’amministrazione dei selfie e dei proclami, targata sempre più Camarda-Arrigoni, è “scivolata” ancora una volta. Ricorderete, 2 anni fa, la coppia di Assessori con tanto di pala e pianta da mettere a dimora nel terreno di fronte alla piscina, dove prima c’era la famosa montagnetta. Foto, articoli di giornale, selfie, titoloni. Avevano invitato pure lo Sport Club Mobili, come fossero i “padroni di casa”, anche se, a seguito di una nostra interrogazione, avevamo scoperto che ANAS, proprietaria dell’area, non ne sapeva nulla.

Purtroppo, ora la pianta non c’è più: lei è sicuramente morta, il giardino ANAS è inaccessibile, il prato è solo verde incolto e della “foresta” promessa nessuna traccia.

Ma cosa è successo? Nulla, semplicemente nessuno si è più preoccupato della pianta ma, soprattutto, nessuno ha portato avanti quel progetto che mirava a mettere a disposizione del quartiere lo spazio verde ottenuto dalla eliminazione della famosa montagnetta, rimossa dopo oltre 30 anni da ANAS assieme alla seconda Giunta Monguzzi.

Ma si sa che Borella & C. hanno il selfie facile ma poi si perdono nel proseguo. Vedremo se e in che tempi avverrà la piantumazione promessa e quando si potrà accedere all’area.

Di sicuro, inizieranno a breve i lavori di collegamento con la vicina via Sacconi, una delle opere lasciate nei progetti della scorsa amministrazione. E naturalmente, a lavori conclusi, facciano pure i loro selfie!

 

 

 

Un’altra urbanistica

Caro lettore, oggi vogliamo invitarti ad un’iniziativa della nostra Lista civica: una serata durante la quale verrà presentato un nuovo modo di pensare l’urbanistica. Non solo cosa si può o non si può costruire o salvaguardare, ma una visione complessiva della città e del suo futuro, che tenga conto del non consumo di suolo, della necessaria rigenerazione, dei cambiamenti climatici e della qualità della vita.

L’incontro si terrà mercoledì 23 ottobre alle 20:30 presso la Sala polifunzionale della Biblioteca Civica. Ospite e relatrice della serata sarà la professoressa pianificatrice architetto Elena Granata, docente di urbanistica presso il Politecnico di Milano.

Sarà una serata ricca di idee e prospettive nuove: una sfida per il nostro territorio e un’opportunità per un cambiamento culturale. È importante esserci, ascoltare, riflettere e dialogare. Ci sarà anche spazio domande e chiarimenti.

Ti aspettiamo mercoledì 23 ottobre, come da locandina qui sotto, e ti chiediamo anche di invitare amici e conoscenti che pensi possano essere interessati all’argomento e abbiano a cuore il futuro delle nostre città.

Locandina_Incontro_E_Granata_23

Il falso del verde

Stavolta il capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Paninforni, ha veramente esagerato. Lui, che aveva dato dei “pagliacci” a tutti i consiglieri di minoranza per aver lanciato l’iniziativa dell’”Altro Consiglio” disertando l’aula ufficiale, durante le comunicazioni nel Consiglio del 16 luglio ha davvero toccato il fondo.

Si parla della manutenzione del verde pubblico: quest’anno un vero disastro, sotto gli occhi di tutti: diserbo stradale inesistente, rotonde trasformate in giungle e bosco urbano trasformato in area impraticabile.

E allora interviene Paninforni – rigorosamente leggendo – omettendo però alcune informazioni che portano a qualificare in modo diverso la situazione.

Ecco l’inizio del discorso: “Viste, lette e ascoltate le numerose critiche sulla gestione del verde (…) diciamo che la scorsa amministrazione aveva deciso di gestire il verde pubblico dividendo in 4 zone, ciascuna appaltata a una azienda   diversa. (…). Il mancato servizio prevede delle penali irrisorie che non erano incentivanti e anzi, per alcune società era conveniente pagare le penali e non svolgere l’attività!”. E poi: “Per fortuna il contratto in essere scadrà a fine anno (…)”. Quindi, di nuovo, di chi è la colpa? Come sempre, della precedente amministrazione Monguzzi…

Eh no, caro Paninforni, le cose non stanno esattamente così! Perché o non sai, oppure se sai, non dici.

Questi, comunque, sono i fatti: il contratto del verde è partito ad aprile 2021 per una durata prevista di 3 anni. La scadenza era, quindi, ad aprile 2024 e per quella data avrebbe dovuto essere già stato fatto il bando per il famoso “Global Service” e la relativa assegnazione dei lavori.

Invece, evidentemente, l’amministrazione di Paninforni non è stata in grado di stare nei tempi giusti e ha pensato bene di prorogare i contratti in corso fino a fine 2024, nonostante a livello di Bilancio Previsionale sia tutto pronto.

Non solo: nel bando prorogato è stato inserito anche il diserbo. Come mai? Evidentemente non si era pronti ad emettere un nuovo bando, quello con un unico operatore; una scelta che comunque presenta rischi e pericoli.

Inoltre: come mai negli anni scorsi, con le stesse aziende, non sono stati riscontrati problemi così evidenti?

E poi: le penali definite “irrisorie e non incentivanti” sul contratto in corso sono state effettivamente richieste? Faremo un accesso agli atti per verificarlo, ma l’impressione nostra è che nessuno abbia richiesto alcuna penale. E siccome le bugie noi non le scriviamo, faremo sapere.

Vogliamo però rimarcare che in politica, seppur di passaggio, la credibilità è un valore importante che si conquista passo dopo passo, intervento dopo intervento, e soprattutto che – come dice il proverbio – le bugie hanno le gambe corte. Non come l’erba a Lissone…

La bufera ha svegliato la sindaca Borella

Oltre 16.000 euro per un servizio di ispezione e manutenzione ordinaria dei parchi pubblici e delle attrezzature ludiche; sono previsti quattro monitoraggi in dodici mesi.

Se l’obiettivo è nobile e riguarda la sicurezza ed il decoro (che in questi 17 mesi sono stati un vero miraggio per l’amministrazione che avrebbe dovuto “far rinascere Lissone”), la notizia evidenzia come la sindaca Borella, i suoi assessori e i suoi consiglieri siano poco più di un’armata Brancaleone.

Comunque, dopo la bufera di luglio, pare che qualcuno si sia svegliato dal torpore, passando dai selfie alle azioni, tardive. In città le segnalazioni erano presenti e numerose già da tempo (soprattutto per le aree giochi), i tecnici del Comune all’opera e le ditte di manutenzione presenti sul territorio. Certo, i soldi sono sempre pochini, a loro dire, tra buchi vari e corsi di apprendimento per assessori…

Poi, come per magia, in quattro e quattr’otto succede tutto: “esigenza-gara-assegnazione”. Sembra proprio che il Comune non riesca più ad avere il polso della situazione: una vera sconfitta per gli Uffici e, soprattutto, per la politica che lascia intendere: “Noi, che siamo quelli bravi, abbiamo gli specialisti; ora sì che le cose andranno bene…”. Anche se l’investimento (che i soliti in malafede dicono e scrivono irrisorio) pare sia poco più di un censimento.

Noi, come Lista civica, (e molto prima della bufera…) avevamo già proposto di inserire nel Bilancio un investimento per il controllo dello stato delle piante nei parchi e nelle aree gioco. Ma è stato bellamente bocciato perché “inutile”, in quanto il controllo “era già compreso nell’appalto del verde pubblico”.

Insomma, il braccio destro non sa cosa fa il sinistro e la sindaca Borella tira a campare, tra una bufera, un selfie e gli amici giornalisti…

Parchi e verde, le “attenzioni particolari” del Comune (Il Cittadino – 28 ott 2023)