Il falso del verde
Stavolta il capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Paninforni, ha veramente esagerato. Lui, che aveva dato dei “pagliacci” a tutti i consiglieri di minoranza per aver lanciato l’iniziativa dell’”Altro Consiglio” disertando l’aula ufficiale, durante le comunicazioni nel Consiglio del 16 luglio ha davvero toccato il fondo.
Si parla della manutenzione del verde pubblico: quest’anno un vero disastro, sotto gli occhi di tutti: diserbo stradale inesistente, rotonde trasformate in giungle e bosco urbano trasformato in area impraticabile.
E allora interviene Paninforni – rigorosamente leggendo – omettendo però alcune informazioni che portano a qualificare in modo diverso la situazione.
Ecco l’inizio del discorso: “Viste, lette e ascoltate le numerose critiche sulla gestione del verde (…) diciamo che la scorsa amministrazione aveva deciso di gestire il verde pubblico dividendo in 4 zone, ciascuna appaltata a una azienda diversa. (…). Il mancato servizio prevede delle penali irrisorie che non erano incentivanti e anzi, per alcune società era conveniente pagare le penali e non svolgere l’attività!”. E poi: “Per fortuna il contratto in essere scadrà a fine anno (…)”. Quindi, di nuovo, di chi è la colpa? Come sempre, della precedente amministrazione Monguzzi…
Eh no, caro Paninforni, le cose non stanno esattamente così! Perché o non sai, oppure se sai, non dici.
Questi, comunque, sono i fatti: il contratto del verde è partito ad aprile 2021 per una durata prevista di 3 anni. La scadenza era, quindi, ad aprile 2024 e per quella data avrebbe dovuto essere già stato fatto il bando per il famoso “Global Service” e la relativa assegnazione dei lavori.
Invece, evidentemente, l’amministrazione di Paninforni non è stata in grado di stare nei tempi giusti e ha pensato bene di prorogare i contratti in corso fino a fine 2024, nonostante a livello di Bilancio Previsionale sia tutto pronto.
Non solo: nel bando prorogato è stato inserito anche il diserbo. Come mai? Evidentemente non si era pronti ad emettere un nuovo bando, quello con un unico operatore; una scelta che comunque presenta rischi e pericoli.
Inoltre: come mai negli anni scorsi, con le stesse aziende, non sono stati riscontrati problemi così evidenti?
E poi: le penali definite “irrisorie e non incentivanti” sul contratto in corso sono state effettivamente richieste? Faremo un accesso agli atti per verificarlo, ma l’impressione nostra è che nessuno abbia richiesto alcuna penale. E siccome le bugie noi non le scriviamo, faremo sapere.
Vogliamo però rimarcare che in politica, seppur di passaggio, la credibilità è un valore importante che si conquista passo dopo passo, intervento dopo intervento, e soprattutto che – come dice il proverbio – le bugie hanno le gambe corte. Non come l’erba a Lissone…