Bentornati!

Finite le vacanze, eccoci di nuovo qui, pronti e carichi. A tutti voi studenti, lavoratori, casalinghe e pensionati buon rientro e buon lavoro!

LAVORO: una parola magica, quella che spesso permette di risolvere tanti problemi  e che produce ricchezza, dignità, possibilità. La mancanza del lavoro è una tra le più gravi questioni sociali, per i giovani innanzitutto ma non solo per loro: il nostro auspicio per questo inizio di anno “sociale” è che ve ne sia in ogni famiglia.

Ai nostri Consiglieri comunali ed Assessore, al Sindaco Monguzzi con tutta la Giunta ed all’intero Consiglio comunale, poi, un grande augurio per l’attività politica e di amministratori della cosa pubblica.

Il sito torna da oggi con le proprie considerazioni, riflessioni, relazioni…
Ci aspetta un autunno… caldo! E il Listone c’è.

Non c’è riflessione… senza pausa!

Anche per il nostro sito, a Lissone uno dei più letti, raccontati e sempre protagonista  in Consiglio Comunale, è tempo di vacanze. Dopo un intero anno di articoli, proposte, denunce, considerazioni ed attività civica, facciamo anche noi una pausa. La redazione del sito augura a tutti gli affezionati lettori e alle loro famiglie un sano periodo di riposo e di relax. Un saluto e un ringraziamento anche a tutti gli appartenenti alla nostra Lista Civica, vera fonte di forza per il team che scrive e amministra il sito.

Buone vacanze a tutti e arrivederci a settembre!

Il contratto che brucia

Ma quanto gli brucia?! Vien proprio da chiederselo dopo aver visto sui social network e sulla stampa locale i disperati tentativi di alcuni consiglieri di opposizione di affossare la ripresa dei lavori nel Contratto di quartiere: il 1° agosto, infatti, sono iniziati in pompa magna i lavori di demolizione della “stecca” delle vecchie case Aler.

Forse i vari Fabio Meroni, Ambrogio Fossati & Co. speravano che la demolizione non avvenisse e il quartiere don Moscotti rimanesse lì così, dimenticato. Sembra proprio che ad alcuni politici nostrani non interessi lo sviluppo della città e il recupero di un quartiere ma solo la polemica e il consenso. E pazienza se qualcuno deve convivere con edifici abbandonati e uno spettacolo imbarazzante come quello di mura scrostate e edifici vuoti e desolati.

Il nostro sindaco Concettina Monguzzi, però, non la pensa così: per lei (e per noi che la sosteniamo!) la priorità sono i cittadini, i servizi ed i loro bisogni, indipendentemente dal colore politico e dai “voti” che hanno portato o che potranno portare. Lo diciamo con ancora più chiarezza: chissenefrega di cosa votano i cittadini del quartiere don Moscotti, quello che interessa è completare la riqualificazione sociale e urbanistica del quartiere.

La pensa come noi anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, un leghista evidentemente molto diverso dai padani di casa nostra che ha dimostrato di avere a cuore la città di Lissone. La sua visita nel quartiere don Moscotti è un vanto per Lissone e un bel gesto di attenzione. Non è un caso che il nostro sindaco e Fontana si siano scambiati reciproci complimenti: pur non avendo la stessa appartenenza politica, hanno dimostrato di mettere al centro della loro attività amministrativa il cittadino.

Una bella lezione per Fossati e Meroni: in fin dei conti stanno pure dalla stessa parte politica…

Sgretolato il mostro di cemento (Il Giorno – 2 ago 2018)

Inizio abbattimento edificio Aler (video – 1 ago 2018)

Nei panni (rossi) degli altri

Durante il consiglio comunale di martedì 24 luglio, ha preso la parola anche il consigliere leghista Claudio Montrasio: indossava, come altri consiglieri di minoranza, una maglietta rossa. Parlando “a nome del gruppo consiliare della Lega” e in riferimento all’iniziativa del 7 luglio scorso promossa da Libera, ha comunicato che “NOI non vogliamo che si limitino i nostri diritti di tifare Ferrari o di indossare la maglia della nostra marca preferita” e, in conclusione, arriva al nocciolo del suo intervento: “Noi siamo per aiutare i migranti. A casa loro. Viva la lega! Buona serata! ”

Il Listone vuole invece far proprie le parole pronunciate dal Sindaco Concettina Monguzzi, sempre nel corso dello stesso Consiglio comunale [1h:15min:00sec] e che qui riportiamo.
La maglietta rossa è stata presa come simbolo di VICINANZA a chi cerca aiuto in una situazione particolare, a chi ha bisogno di aiuto, che qualcuno gli tenda una mano; è il simbolo di chi vuole rendersi VISIBILE perché la sua vita vale, perché c’è, ESISTE nonostante tutto quello che gli succede intorno, nonostante la fatica, nonostante la paura, nonostante l’annientamento. È simbolo di chi vuole vicinanza perché vuole ci sia una mano tesa.
Io credo che mettere una maglia rossa senza ribadire queste cose sia un AFFRONTO verso la vita di queste persone, qualunque vita sia, da qualunque parte arrivino.
Indossare la maglia rossa è un affronto se non si ribadiscono queste cose, se non la si indossa con un senso di vicinanza e con il senso di una mano tesa.
Se la pensate diversamente toglietevela: in segno di rispetto”.

Il Listone trascrive così, nero su bianco, la spiegazione semplice, chiara e umana di come ad un gesto debba accompagnarsi un’adeguata presa di coscienza del gesto stesso. Altrimenti è solo spettacolarizzazione e lascia il tempo che trova.

Magliette rosse anche in Brianza con don Ciotti di Libera per “fermare l’emorragia di umanità” (IlCittadinoMb.it – 8 lug 2018)

Il silenzio è mafia

Il 19 di luglio è ricorso l’anniversario dalla strage di via d’Amelio, uno degli eventi più drammatici e significativi dell’immaginario comune che rimanda subito il pensiero alle numerose vittime di mafia. Un artiglio, quello delle associazioni mafiose e di ‘ndrangheta, che oggi stringe nella sua morsa non solo le regioni del Sud ma che ha ormai raggiunto le realtà lombarde e in particolare quelle brianzole.

La Regione Lombardia ha infatti di recente pubblicato il primo rapporto di “Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia” nel quale possiamo trovare riferimenti a Comuni che tutti abbiamo modo di conoscere o frequentare: Seregno (la cui scorsa giunta leghista fu commissariata), Desio, Limbiate, Giussano… Non è questa la sede per sviscerare i dati forniti dal rapporto (che vale comunque la pena di leggere: la sezione che riguarda la Brianza è da pag. 52 a pag. 100) ma è comunque un’occasione per riflettere sulla questione.

Il Listone ribadisce con convinzione che il tener fede ai principi di trasparenza e legalità è uno dei tanti modi per dire NO alle mafie e al loro sistema di corruzione, di abusi e di illeciti. Ma dire NO alle mafie coinvolge un’area dell’agire ancora più vasta: atteggiamenti con cui la malavita può andare a braccetto sono il pronunciare discorsi intimidatori, il porsi in modo prevaricante soprattutto verso chi è in posizione subalterna, il pronunciare proclami o promesse palesemente irrealizzabili per accaparrarsi l’elettorato.

Per contrastare la criminalità organizzata di stampo mafioso e la corruzione sul nostro territorio da qualche anno è attiva Brianza SiCura, un coordinamento di Comuni brianzoli al quale anche la città di Lissone ha aderito.

E se le mafie sono (anche) in Brianza non dobbiamo solo sorprenderci, ma dobbiamo costruire gli “anticorpi” per riconoscere e reagire opportunamente alle richieste e nelle situazioni ambigue; è un impegno che investe in particolare la politica locale ma anche ogni singolo cittadino. Oggi più che mai.

Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia – documento completo  (7,7Mb) e sintesi (2,2Mb)

Una figura di EMME

Uno sgabbiotto di merda”: citiamo testuali le parole del consigliere di opposizione Ruggero Sala che potete riascoltare nel video del Consiglio Comunale di martedì 24 luglio. Per risparmiarvi la sfilza di insulti e banalità andati in scena dai banchi delle minoranze, vi consigliamo di posizionare il vostro mouse al minuto 2h e 27’ per ascoltare un’oscenità indegna di un’aula istituzionale.

Ecco come l’ex vicesindaco di Forza Italia ha definito il MoVE, il Museo verticale ispirato al design mobiliero posto l’ingresso della città, in via Carducci, e pensato e realizzato da un pool di tecnici ed architetti. Tutte persone che, stando al pensiero di Ruggero Sala – uno che di design evidentemente se ne intende molto più di chi se ne occupa per lavoro – hanno realizzato un progetto così brutto da essere paragonato ad escrementi.

Ma il pensiero di Sala è, per fortuna, in antitesi a quello dell’Accademia di Brera e di una quarantina di studenti che invece hanno scelto proprio il MoVE per realizzare un progetto di respiro urbanistico-sociale.

E lo stesso Ruggero Sala – ne siamo certi – scriverà all’Accademia di Brera per illustrare la sua posizione e lo farà con gli stessi toni ruspanti usati in Consiglio Comunale; ci prepariamo ad ospitare la sua lettera sul nostro sito per condividere con voi le motivazioni che lo hanno spinto a definirlo uno “sgabbiotto di merda”. E siamo altresì certi che scriverà anche al pool di tecnici che lo ha realizzato, per condividere anche con loro le sue profonde riflessioni, altamente professionali.

Come Listone, difendiamo la scelta dell’Amministrazione Comunale di aver voluto collocare un simbolo della vocazione mobiliera della città proprio all’ingresso del nostro Comune e siamo molto soddisfatti del ritrovato slancio che l’assessore Alessandro Merlino e il direttore del Museo Alberto Zanchetta hanno dato all’area, trovando la prestigiosa partnership dell’Accademia di Brera.

Altro che “sgabbiotto di merda”: qui c’è qualcuno che rosica e che in Consiglio comunale non ha perso l’occasione di fare un’altra figura…

Lissone: al “Mo.VE” evento inaugurale con arte, musica e buon cibo (MBNews – 11 lug 2018)

Sì, è tutto bello ma… a che prezzo?

È di pochi giorni fa un post su Facebook del solito Ruggero “social” Sala nel quale egli affermava di essere orgoglioso di aver governato e lasciato alla città di Lissone delle opere pubbliche che sono dei veri e propri “gioielli”.
Ha poi proseguito facendo un azzardato paragone fotografico tra il “Museo d’Arte moderna” e il “Move”… come dire: la Ferrari e la Fiat. Crediamo proprio che le due opere non siano assolutamente paragonabili: investimenti, finalità, storie e scopi troppo diversi per pensare di fare un qualsiasi confronto.

E molto diverse da quelle attuali – dobbiamo dirlo – sono state anche le strategie politiche che hanno consentito la realizzazione, ad esempio, di Museo, Biblioteca e altro.

Gli oneri di urbanizzazione incassati, gli “scambi” di realizzazione di opere pubbliche in seguito alla concessione dei famigerati “Piani Integrati di Intervento” e una situazione nazionale ben diversa da quella di questi ultimi anni, hanno consentito alle amministrazioni Meroni e Fossati di realizzare opere impegnative e di qualità.

La coraggiosa scelta dell’amministrazione Monguzzi, invece, di preservare il suolo esistente, al momento non permette di poter progettare opere “faraoniche”.

Ma – attenzione! – tutto ha un prezzo: a Lissone nei decenni scorsi è stato utilizzato tantissimo suolo: troppo, quasi tutto (71,3% del territorio cementificato) e il prezzo che oggi paghiamo tutti noi è quello di essere ormai oltre 45.600 abitanti, di essere circondati dal cemento, di avere problemi di edilizia scolastica con “aule pollaio” e scarsità di spazi comuni, con una seria difficoltà di convivenza tra persone di varie fasce di età (bambini, ragazzi, adulti, anziani, disabili…) con interessi e problematiche diverse, tutti con necessità di strutture, servizi e spazi adeguati.

La riflessione potrebbe proseguire, ad esempio, chiedendosi se l’obiettivo che qualcuno pensava di raggiungere con una cementificazione “selvaggia” (oltre al mitico traguardo dei 50mila abitanti!) fosse veramente quello del bene della città e dei suoi cittadini.

Oggi noi qui ci limitiamo alla raccomandazione di affrontare gli argomenti con la giusta lucidità e obiettività, altrimenti ci si potrebbe illudere di essere piloti da Ferrari… guidando una Panda.

Il suolo? Occupato!!

Come di consueto, anche quest’anno l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha presentato il Rapporto sul consumo di territorio 2018. E come ogni anno la stampa locale ha analizzato i dati e ha dato grande evidenza al fatto che la provincia di Monza e Brianza è risultata la più cementificata d’Italia (41%) e che (non lo sapessimo… ) Lissone è il comune lombardo con la più alta percentuale di consumo di suolo (71,3 %).

Inutile (o forse no?!) raccontare perché e grazie a chi Lissone abbia raggiunto questo record: quello che invece vogliamo oggi sottolineare è che il valore percentuale di consumo “71,3” di Lissone è ormai fermo da anni (e speriamo resti così ancora per molto) grazie al principio “consumo di suolo zero” che è stato la linea guida del Piano di Governo del Territorio voluto e approvato dall’amministrazione Monguzzi.

Nulla di nuovo, quindi, per quanto ci riguarda ma la situazione a livello provinciale non è certo rosea: nel 2017 sono stati utilizzati per costruzioni o infrastrutture (strade, posteggi, svincoli…) 35 ettari, con un aumento percentuale del consumo di suolo dello 0,21% per Monza e Brianza.

In realtà questo è un valore che può definirsi “medio”, se confrontato con quelli di Milano, Pavia, Bergamo (i più alti) e Lecco, Sondrio e Como (i più bassi): il fatto è che la Brianza “ha già dato” (e tanto!) nei decenni scorsi e ora è necessario – anzi indispensabile – un drastico “STOP AL CONSUMO DI SUOLO” che non sia solo iniziativa di un singolo Comune ma una regola per l’intera provincia di Monza e Brianza.

Consumo di suolo, è la Brianza la pecora nera delle province italiane (MBNews – 18 lug 2018)

Tabelle tratte dal Rapporto ISPRA 2018:
Consumo di suolo in Italia, per regione
Consumo di suolo in Lombardia, per provincia
Comuni lombardi con maggior consumo di suolo e con maggior incremento

Gioventù senza senso (comune)

In questi ultimi giorni si sono verificati nella nostra città alcuni episodi di vandalismo, in particolare in luoghi dedicati al gioco e allo svago dei più piccini.

Sullo scivolo dei giardinetti di Piazza IV Novembre sono stati infatti rinvenuti escrementi – probabilmente opera della “bravata” di qualche ragazzino – e nei giardinetti vicino alla Caserma dei Vigili del fuoco è stato deliberatamente rotto un dondolo: anche in questo caso si è trattato di giovani ragazzi che, colti in flagrante da un cittadino, sono scappati via deridendolo.

Dobbiamo tristemente notare che – almeno fino ad ora – la volontà di deturpare il bene comune, i luoghi e gli oggetti di tutti, risulta più forte del timore di venire scoperti e puniti: i “vandali” molto spesso sono ragazzini giovanissimi, fragili e arrabbiati, che credono di fare gli anticonformisti ribellandosi al mondo degli adulti e alle regole di civile convivenza.

D’altra parte i vandali non possono restare impuniti e l’amministrazione in alcuni casi è riuscita, grazie alle telecamere e ad un attento lavoro della Polizia Locale, ad individuare e sanzionare i colpevoli dei vandalismi (ad esempio nel caso dello scivolo in Piazza IV novembre).

E allora, che fare?  A livello istituzionale la Polizia Locale ha dato inizio, da fine maggio, ai “ghisa di prossimità ” e pattuglia a piedi diverse zone di Lissone, in affiancamento al controllo abituale; anche l’installazione (già prevista) di nuove telecamere potrà servire da deterrente ed eventualmente per identificare gli autori dei vandalismi.

A livello civico possono essere sono due le vie da percorrere per contrastare e prevenire questi episodi: segnalare puntualmente ogni episodio (senza voltarsi dall’altra parte) e mettersi in gioco in prima persona coi propri figli o nipoti, senza delegare l’educazione e il senso di responsabilità esclusivamente ad altri (alla scuola, alle istituzioni o… allo smartphone).

Escrementi sui giochi in piazza (Giornale di Monza – 17 lug 2018)
Sono partiti i “ghisa” di prossimità (Il Giorno – 16 lug 2018)