Pressing su tutta la linea

Non capita spesso all’attuale Amministrazione di ricevere (timidi) apprezzamenti dall’ex sindaco Ambrogio Fossati, ma ci sentiamo di condividere qui ciò che ha detto nel corso della Commissione sulla situazione dei treni a Lissone e i tanti problemi della tratta Milano-Como-Chiasso.

Proprio l’ex sindaco Fossati, con una sincerità che vorremmo ascoltare più spesso dai banchi dell’opposizione, ha affermato che anche lui, nel corso del suo mandato, ha cercato di fare pressione a Regione Lombardia e a Trenord per migliorare lo stato del servizio ferroviario. Ad onor del vero, l’ex Sindaco Fossati ha anche ammesso che l’attuale sindaco Monguzzi il “pressing” lo ha fatto con maggior intensità, riconoscendo con onestà intellettuale lo sforzo compiuto tramite lettere, comunicazioni formali e partecipazione ai tavoli di lavoro.

Noi siamo dell’idea che i problemi della tratta ferroviaria che interessa la stazione di Lissone debbano essere affrontati dalla politica proprio con questa onestà, senza badare al colore politico di chi parla o di chi ascolta. Siamo anzi convinti che l’unione faccia la forza e che le lettere spedite dall’ex sindaco Fossati, unite a quelle del Sindaco attuale, possano contribuire a smuovere la situazione. E speriamo in tempi brevi perché i pendolari sono veramente esasperati dai continui ritardi, dalla soppressione dei treni e dalla qualità dei servizio fornito (sovraffollamento, malfunzionamento degli impianti di riscaldamento/raffreddamento, comunicazioni non pervenute, stato delle carrozze…).

È questa una condivisione di idee che ci lascia ben sperare in vista di un’imminente discussione sull’argomento prevista in Consiglio Comunale, dove sarà indispensabile che tutte le forze politiche si coalizzino per presentarsi poi compatte agli interlocutori istituzionali di riferimento. Riteniamo inoltre che questo problema sia da affrontare con gli altri Comuni della tratta in questione perché così possiamo avere più forza e potremo farcela, portando a casa un buon risultato per tutti.

Speriamo vivamente che tutti consiglieri di minoranza, che spesso hanno posizioni distanti, trovino in questa circostanza un motivo di coesione e diano il loro attivo contributo in appoggio alla Giunta e al Sindaco Monguzzi.  Senza alcuna eccezione.

La politica è di casa

A fine gennaio, i gruppi di minoranza hanno presentato in Consiglio una mozione nella quale chiedevano all’Amministrazione – così come è stato fatto per le Associazioni – di individuare uno spazio comunale da assegnare ai gruppi politici presenti in Consiglio comunale per poter  “organizzare riunioni con i propri aderenti, riunioni di direttivo ed altre attività (…) e per la conservazione e centralizzazione di documenti prodotti”, equiparando quindi lo svolgimento dell’attività politica a quella sociale sul territorio.

Al termine della discussione, la mozione è poi stata ritirata ma l’Amministrazione si è comunque fatta carico della richiesta e si è attivata per soddisfarla.

Dopo varie vicissitudini, il luogo è stato identificato e i capigruppo si sono incontrati per un sopralluogo in quella che sarà la sede dei gruppi consiliari: si tratta dell’ex farmacia all’angolo tra via Stoppani e via Alfieri, un locale di circa 100mq più servizi, per ora completamente vuoto e che l’Amministrazione provvederà ad arredare con tavoli, sedie e armadietti.

Oltre ad essere una notevole agevolazione per le normali attività di chi svolge il proprio mandato a livello locale, questa è un’opportunità per i nostri partiti e liste civiche di essere maggiormente presenti sul territorio e farsi conoscere, soprattutto da chi, in questo momento storico, è distante dalla politica o la vede come fumo negli occhi…

Prima di procedere all’assegnazione degli spazi, restano da definire le regole per l’utilizzo condiviso, e questo è un compito che spetta alla Commissione istituzionale.

Allora buon lavoro alla Commissione, e infine non possiamo non costatare che, quando le proposte della minoranza sono propositive, vengono recepite e realizzate.

Un protocollo per la Protezione

Vero orgoglio lissonese per la nostra Protezione civile e per il Comandante Longobardo. Proprio così, come potrete leggere qui, l’esperienza della Protezione civile di Lissone è oggi sotto i riflettori.

Ma veniamo al punto: in caso di emergenza il protocollo e le procedure da attuare sono quelle che fanno la differenza, unite a velocità di intervento, consapevolezza dei ruoli e delle mansioni. I tempi di risposta sono fondamentali ed i risultati positivi sono figli di esercitazioni, competenze, precise disposizioni, procedure testate e condivise. E proprio i protocolli e le procedure implementate dalla Protezione civile di Lissone sono state ora riconosciute a livello nazionale e costituiranno quello che possiamo definire il “Protocollo Lissone”.

Proprio così, il lavoro  e l’impegno del nostro Comandante della Polizia locale Ferdinando Longobardo e della Protezione civile lissonese, del Presidente Galeazzi e dei suoi uomini e donne, è stato apprezzato e premiato con l’adozione del sistema a livello nazionale, una prassi di riferimento a cui tutti dovranno attenersi.

È una grande soddisfazione e ci sentiamo orgogliosi quanto ci capita di leggere e scrivere delle eccellenze lissonesi: complimenti a tutti e soprattutto ai volontari della Protezione civile. E cogliamo anche l’occasione per esprimere la nostra stima per la serietà e l’impegno che mettono nel loro lavoro e ringraziarli delle attività che quotidianamente e settimanalmente svolgono in città.

Guida a un sistema di Protezione Civile Locale, l’esperienza di Lissone nella nuova prassi di riferimento UNI (Mi-Lorenteggio.com – 30 ott 2018)

Chi cade dalla Torre?

Si è svolto nei giorno scorsi un sopralluogo congiunto di tutti i gruppi consiliari (pardon… di QUASI tutti i gruppi, perché Lega e Forza Italia erano assenti) alla caserma dei Vigili del Fuoco di Lissone e, contrariamente a quanto qualcuno con forza sosteneva, abbiamo scoperto che il capo-distaccamento dei Pompieri ritiene che l’intervento sulla Torre di allenamento – attualmente non utilizzabile – possa essere considerato di “bassa priorità”.

Ma come? I gruppi di opposizione hanno costruito un castello di accuse contro l’Amministrazione e il vicesindaco Marino Nava per non essersi mai interessati ai lavori nella Caserma, hanno perfino fatto arrivare i vertici regionali della Lega per sottoporre loro il problema… e adesso il comandante dei Vigili del Fuoco dice che quell’intervento non è poi così urgente?

Ve lo ricordate il gioco della torre che si faceva da bambini? Qui sempre di torre si tratta, ma a cadere stavolta sono le accuse rivolte al Sindaco e alla Giunta da parte di certi gruppi di opposizione.

Sgombriamo il campo: il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Lissone è un vanto per la nostra città e un servizio fondamentale per tutta la Brianza. L’Amministrazione, e anche noi del Listone, riteniamo che alcuni interventi nella Caserma siano assolutamente necessari e, di concerto con il Comandante e la dirigente del Settore Lavori Pubblici, le priorità sono già state individuate.
La sistemazione della Torre di allenamento NON È una priorità per i Vigili del Fuoco e, contrariamente a quanto paventavano alcuni consiglieri di minoranza, l’inagibilità della Torre non pregiudica assolutamente la possibilità di continuare ad avere a Lissone i Vigili del Fuoco; l’operatività del Dipartimento di Lissone non è mai stata messa in discussione e quell’intervento si può tranquillamente rimandare nel tempo. Sulle opere strutturali, invece, si interverrà il prima possibile.

L’Amministrazione è in contatto sia con il Dipartimento di Lissone che con i superiori di Milano da cui Lissone dipende ed è bene che questo dialogo prosegua in modo proficuo e corretto, senza inutili passi avanti e ignorando le voci di alcuni politici in cerca di gloria che vogliono salire… sulla Torre.

I nostri Vigili del Fuoco non hanno bisogno di paladini: per il lavoro che svolgono quotidianamente già sono apprezzati e rispettati da tutta la popolazione.

Magazzino, cortile, torre: così la caserma non è sicura (Cittadino – 27 ott 2018)

 

La politica fatta… ad occhio

Ci spaventa (e lo diciamo seriamente, non con l’ironia che a volte usiamo quando parliamo di lui) l’espressione utilizzata dal consigliere Roberto Perego di “Lissone in Movimento” nel testo di una mozione che riguarda treni, pendolari e problemi della linea ferroviaria Como-Milano, mozione da lui presentata e che verrà a breve discussa in Consiglio Comunale

Fra le tante richieste che il consigliere di opposizione avanza, ce n’è una che ci sorprende molto: Perego vorrebbe che il Sindaco richiedesse a Trenord “maggiori controlli sui treni in quanto noi tutti con abbonamento e biglietto vediamo “a occhio” chi il biglietto non l’ha mai visto neanche in fotografia (e sono tanti)”.

Ecco, sono le cose fatte “ad occhio” quelle che ci preoccupano. Noi del Listone pensiamo che “ad occhio” si possa preparare la vernice per tinteggiare le pareti di casa, “ad occhio” si possa valutare se l’arrosto è cotto, “ad occhio” si possa stabilire se le piante del terrazzo siano sufficientemente annaffiate…

Ma le decisioni in politica, noi non le assumiamo “ad occhio” perché questo significherebbe decidere il futuro di una città, di una comunità o di un servizio senza avere basi certe dalle quali partire e sulle quali ragionare .

“Ad occhio” non ce la sentiamo di decidere proprio nulla, men che meno decisioni che riguardano i nostri pendolari. Anche noi siamo convinti che sui treni possano e debbano esserci maggiori controlli, ma la selezione “ad occhio” ci spaventa. La politica, soprattutto nelle questioni che riguardano le persone, non può basarsi su impressioni, sensazioni o addirittura pregiudizi, ma su dati, verifiche e riscontri oggettivi.

Ora cambiamo  per un attimo la prospettiva e mettiamoci nei panni dei valutati, dei soppesati con un solo sguardo: a chi di noi farebbe piacere subire un giudizio approssimativo in base, ad esempio, alle nostre fattezze o al nostro abbigliamento o al nostro modo di muoversi o di parlare? Non ci sentiremmo invece – e legittimamente – vittime di un pregiudizio e di un’ingiustizia, ad esser  valutati con così tanta leggerezza?

Allora, occhio a chi fa politica “ad occhio”.

Metterci… la firma

Raccogliamo e diffondiamo l’appello del Sindaco Monguzzi e invitiamo i cittadini a recarsi in Municipio presso l’Urp (piano terra) per firmare a favore della proposta di legge promossa dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per l’introduzione nelle scuole dell’insegnamento dell’ “Educazione alla cittadinanza”. Sì, la buona, vecchia “Educazione civica” introdotta nel 1958 e abolita nel 1990, pensando (erroneamente!) che potesse rientrare nell’ambito di altre discipline come Storia o Diritto.

A fianco delle pratiche educative messe in atto dalla famiglia, l’educazione civica è invece una disciplina necessaria, se non indispensabile, “per far crescere i nostri ragazzi cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri” come ha dichiarato il Sindaco Monguzzi.

Come possiamo tristemente osservare tutti i giorni, senza coscienza civica (e civile) si rischia di trascurare l’importanza e il rispetto di quelle regole che permettono la convivenza “civile” di una comunità.

Esempio di una pratica scolastica di successo che ben si inserisce in questo panorama è il progetto WeDebate, che venerdì scorso ha avuto una sua interpretazione anche a Lissone, nei giardini di piazza IV Novembre: durante la serata, organizzata da ProLoco e alla presenza del Sindaco e dell’assessore alla Cultura Tremolada, i ragazzi del liceo Enriques si sono esibiti in un pubblico dibattito, esponendo in modo articolato – e soprattutto civile – le proprie convinzioni e riflessioni riguardo l’articolo 21 della Costituzione. In questo progetto, il dibattito è inteso come uno “sport mentale” tra i partecipanti con regole, tempi e modalità ben definite e soprattutto da rispettare! Proprio il contrario di quello che spesso ci tocca vedere e sentire alla Tv nei vari talk show, che spesso sono – appunto – solo degli “show”.

Una società civile si migliora anche con una semplice firma, vi aspettiamo!

Educazione alla cittadinanza nelle scuole: anche in Comune a Lissone prosegue la raccolta firme in favore della proposta di legge di iniziativa popolare (Comunicato stampa – 9 ott 2018)

Mercato: venghino, signori, venghino!

Ora ci sarà un motivo in più per recarsi al mercato il lunedì mattina, un appuntamento imperdibile per centinaia di lissonesi: tra qualche giorno, infatti, inizierà la riorganizzazione della segnaletica che delimita gli spazi a disposizione dei 180 ambulanti presenti ogni settimana.

La prima novità sarà il colore della segnaletica: per distinguerla da quella della normale viabilità, la Polizia locale ha optato per un color rosso vivace, così da dare un nuovo aspetto all’area e facilitare gli ambulanti nella sistemazione delle loro bancarelle. Ma il colore scelto – non a caso il “rosso” – sarà anche un bel segnale di NON ATTRAVERSAMENTO dell’aera durante gli altri giorni. Pericolosa, infatti, è la condotta di alcuni “piloti da Formula 1” che ogni giorno “tagliano” a velocità elevata la piazza del mercato, creando pericolo per sé e per gli altri.

Un bell’intervento, questo, atteso da tempo dagli ambulanti e dalla cittadinanza che garantirà più sicurezza a tutti, rispetto degli spazi assegnati, camminamenti più comodi e miglior accesso alle bancarelle.

E questo è il secondo intervento di segnaletica orizzontale nella zona, dopo quello che nei mesi scorsi ha interessato l’area adibita a parcheggio dove ora le auto posteggiano ordinate, evitando così le situazioni di confusione e di tensione che fino all’anno scorso si verificavano.

Quello del mercato settimanale è un momento importante per una comunità: si fanno acquisti, ci si incontra, si scambiano idee e ci si ritrova.  Questa Amministrazione ha sempre prestato attenzione al mercato e alle problematiche ad esso collegate: si è data da fare con presidi contro i venditori abusivi, con progettualità e fatti concreti riguardanti il controllo e la sicurezza – anche con la presenza in prima persona di sindaco ed assessori –  e pure l’aggiornamento della segnaletica va in questa direzione.

Il mercato è una realtà complessa, con esigenze e problematiche specifiche e non può essere considerato, come purtroppo qualcuno fa, buono solo per la campagna elettorale…

Piazza del mercato di Lissone: saranno ridisegnate le piazzole dei venditori ambulanti (MonzaToday – 16 ott 2018)

La sottile linea rossa

Non è questione – come qualcuno da qualche giorno va dicendo – di “minacce”, “avvertimenti” o “intimidazioni” utilizzando parole che, per la verità, si associano ad un contesto mafioso (da cui sarebbe opportuno prendere le distanze già solo a voce) e non opportune per chiacchierare e discutere civilmente. È invece questione di rispetto, educazione, formazione e valori personali: parole delle quali molti si riempiono la bocca, salvo poi dimenticarsene alla prima occasione “scomoda”.

E non può nemmeno essere – come invece qualcuno ha tentato di spiegare in Consiglio comunale – un esercizio di critica da parte di persone non molto scolarizzate, “sempliciotti” per dirla in parole povere. No, questo non è assolutamente un problema di laurea o di diploma.

Parliamo qui della richiesta di danni che il Sindaco e gli Assessori hanno avanzato a seguito di pesanti insulti ricevuti su un gruppo Facebook del quale fanno parte oltre 2.000 persone, in gran parte lissonesi.

Essere apostrofati come “lerci”, “puzzoni” e via discorrendo, mette a repentaglio l’immagine pubblica di chiunque, non solo di chi è chiamato ad amministrare la città. Di fronte a simili appellativi, riteniamo che la strada giusta sia quella di una richiesta di risarcimento, proprio come hanno fatto il Sindaco e gli Assessori. E siamo sicuri che lo abbiano fatto dopo ampia ed attenta riflessione e dopo la valanga di insulti che spesso li hanno toccati personalmente e nel loro ruolo di amministratori, senza motivazione (ricorderete la “questione neve”, con appellativi tipo “figli della merda”, “vai a fare le marchette” e non andiamo oltre).

Noi del Listone non risparmiamo mai critiche ai nostri avversari politici e a volte sappiamo di avere un contraddittorio forte e aspro: ma sui contenuti, non nei termini. Libertà di critica, di espressione e di opinione sono valori contenuti nella nostra Costituzione e nei quali noi crediamo, ma la Costituzione non contempla certo l’insulto, la denigrazione, le offese personali e le discriminazioni fisiche con cui troppe volte il Sindaco e gli Assessori devono fare i conti, soprattutto con l’avvento dei social.

Dovremmo tutti iniziare a prendere consapevolezza che i social non sono un mondo a parte ove tutto è consentito e lecito: le leggi che si applicano nella vita reale si applicano anche quando si scrive su Facebook, Instagram etc.

Così come non si può insultare, ingiuriare e diffamare le persone per strada, al bar o in ufficio, così non lo si può fare scrivendo sui social, pensando di “essere al sicuro” dietro ad una tastiera.

Se lo si fa – e non parliamo di semplice critica ma di diffamazione – si deve essere consapevoli delle possibili conseguenze previste dal Codice civile e penale. E la legge fissa importi e limiti.

Esiste una sottile linea rossa nella comunicazione (e più in generale nella vita): oltre il limite dell’educazione e della maleducazione, c’è quello dell’ingiuria e dell’insulto.

Da bambini tutto poteva finire con una sgridata, una tirata di orecchie o uno scappellotto; da adulti – come è giusto che sia – ciascuno si deve assumere la responsabilità delle proprie azioni. In questa brutta storia, inutile dirlo, noi stiamo con il Sindaco e la Giunta al completo.

Insulti social, la giunta chiede i danni (Cittadino – 20 ott 2018)

Trenord: le scuse non bastano!

A seguito delle di rimostranze dei giorni scorsi a riguardo dei continui ritardi e soppressione di treni, con una lettera inviata al nostro Sindaco, Trenord ha fatto ammenda degli errori e senza troppi giri di parole si è scusata per i disservizi causati ai passeggeri della stazione Lissone-Muggiò.

Certamente le scuse fanno sempre piacere ma, dati i precedenti, ci permettiamo di prendere queste parole con le pinze in attesa dei fatti concreti. La condizione della tratta Milano-Chiasso per i passeggeri della nostra stazione è arcinota: treni sovraffollati e in cronico ritardo, corse annullate, riscaldamento o raffreddamento spesso non funzionante, pulizia che spesso lascia a desiderare…. Difficile attribuire le colpe di questa situazione ai tre enti gestori della linea e dei servizi (Trenord, Regione Lombardia, RFI) col risultato che troppo spesso si assiste ad uno scaricabarile generale sulle spalle dei passeggeri.

Di una sola cosa siamo soddisfatti: questa volta Trenord ha risposto in tempi brevi all’ennesima sollecitazione del nostro Sindaco ed ha ammesso le sue colpe. Ma ora è giunto il momento di impegnarsi per cambiare la situazione: come da tempo ripete il nostro Sindaco, Regione Lombardia deve convocare al tavolo i Comuni della tratta (Muggiò e Desio) e, in qualche modo, “costringere” Trenord a migliorare il servizio offerto.

Apprezziamo il passo in avanti, ma non basta: ora, a differenza di quello che successe a giugno (quando non si presentò) Trenord accetti di sedersi al “Tavolo di lavoro Milano-Chiasso” e trovi soluzioni a breve termine per migliorare la vita a studenti e lavoratori. In caso contrario, le scuse non bastano!

Anche il consigliere di opposizione Roberto Perego ha presentato una mozione sulla situazione dei treni chiedendo che il Sindaco avviasse un dialogo con Trenord: ma l’Amministrazione è dieci passi più avanti rispetto a quello che lui ha in mente… Chissà se questa volta se ne accorgerà e ritirerà la mozione.

Trenord al sindaco di Lissone: «Scuse per i disservizi, ma il servizio è migliorato». Intanto i treni scoppiano di pendolari (CittadinoMB.it – 15 ott 2018)

La Lega che… si slega

È successo un paio di settimane fa, a Lissone, un fatto importante per la politica locale cittadina: in un bar della città, infatti, la Lega si è slegata…

Sono stati i giovani leghisti – notoriamente forti ed inesperti ma anche freschi e col vento in poppa – che hanno detto “BASTA” allo strapotere del condottiero del passato Fabio Meroni, che però non vuole proprio mollare le leve (e il cadreghino) del comando. E non era certo un mistero che i Giovani non fossero graditi in casa Lega a Lissone.

Ma torniamo un attimo al capo della Minoranza in Consiglio. Nei mesi scorsi ci era sembrato che volesse tornare in auge nella scena politica brianzola: ha infatti curato le campagne elettorale di Macherio (perso), Brugherio (perso), Seregno (perso). Il colpo basso ora gli è arrivato da dentro casa e l’onorevole padano non riuscirà a tornare – anche in forza dei risultati mancati – ad essere il reuccio di casa. A nulla hanno potuto i suoi accoliti e sembra che persino a Milano e a Roma se ne siano accorti.

Non sono passate inosservate le parole sui social di un altro BIG, lui sì, di casa Salvini: Andrea Crippa, già presidente dei “Giovani padani”, ora deputato del Parlamento, ex consigliere comunale di Lissone dove brillava per essere un grande assenteista, ma mai succube della Meroni-family. Un lissonese, ma non vicino al capo e al suo “cerchio magico”, cerchio che ormai non brilla più.

Proprio Andrea Crippa, ora in servizio a Roma, ha voluto battezzare il nuovo coordinatore dei Giovani padani di Lissone e, sia sul Giornale di Monza che sulla propria pagina Facebook, si è detto soddisfatto e felice di questa ventata di energie nuove, fresche e – appunto – da aiutare e far crescere. E il “cerchio”? Non presente, non presentato, non invitato.

Allora la Lega di oggi a Lissone è quella dei Giovani padani? E l’altra Lega – quella “Nord per l’indipendenza della Padania” – che è rappresentata in Consiglio Comunale, fa parte del passato? Forse sì.

Non è un mistero che il modo di fare politica e gli atteggiamenti aggressivi di alcuni componenti dell’attuale parlamentino lissonese non ci piacciano affatto. La nostra speranza, come Lista civica che ha tra i suoi aderenti anche giovani e giovanissimi, è che le “nuove leve padane”, si propongano e lavorino in un modo diverso e ragionino con la propria testa, e non con quella del passato…

Lando capo dei “Giovani Padani” (Giornale di Monza – 2 ott 2018)