maglietta rossa

Nei panni (rossi) degli altri

Durante il consiglio comunale di martedì 24 luglio, ha preso la parola anche il consigliere leghista Claudio Montrasio: indossava, come altri consiglieri di minoranza, una maglietta rossa. Parlando “a nome del gruppo consiliare della Lega” e in riferimento all’iniziativa del 7 luglio scorso promossa da Libera, ha comunicato che “NOI non vogliamo che si limitino i nostri diritti di tifare Ferrari o di indossare la maglia della nostra marca preferita” e, in conclusione, arriva al nocciolo del suo intervento: “Noi siamo per aiutare i migranti. A casa loro. Viva la lega! Buona serata! ”

Il Listone vuole invece far proprie le parole pronunciate dal Sindaco Concettina Monguzzi, sempre nel corso dello stesso Consiglio comunale [1h:15min:00sec] e che qui riportiamo.
La maglietta rossa è stata presa come simbolo di VICINANZA a chi cerca aiuto in una situazione particolare, a chi ha bisogno di aiuto, che qualcuno gli tenda una mano; è il simbolo di chi vuole rendersi VISIBILE perché la sua vita vale, perché c’è, ESISTE nonostante tutto quello che gli succede intorno, nonostante la fatica, nonostante la paura, nonostante l’annientamento. È simbolo di chi vuole vicinanza perché vuole ci sia una mano tesa.
Io credo che mettere una maglia rossa senza ribadire queste cose sia un AFFRONTO verso la vita di queste persone, qualunque vita sia, da qualunque parte arrivino.
Indossare la maglia rossa è un affronto se non si ribadiscono queste cose, se non la si indossa con un senso di vicinanza e con il senso di una mano tesa.
Se la pensate diversamente toglietevela: in segno di rispetto”.

Il Listone trascrive così, nero su bianco, la spiegazione semplice, chiara e umana di come ad un gesto debba accompagnarsi un’adeguata presa di coscienza del gesto stesso. Altrimenti è solo spettacolarizzazione e lascia il tempo che trova.

Magliette rosse anche in Brianza con don Ciotti di Libera per “fermare l’emorragia di umanità” (IlCittadinoMb.it – 8 lug 2018)