I puntini sulle i

Anche chi la scuola l’ha finita da un pezzo, ogni tanto avrebbe bisogno di un bel ripasso: è un esercizio utile – ad esempio – ripassare gli avvenimenti e le questioni sempre “calde” che riguardano la città in cui si vive,. Se poi a peccare di memoria corta è un consigliere comunale di minoranza,  in questo caso Roberto Perego della lista civica “Lissone in movimento”, allora sentiamo proprio la necessità di mettere “i puntini sulle i”. Perego dà prova di memoria corta quando chiede su un gruppo social, riferito all’attuale giunta: “Ma non siete x consumo di suolo zero?”.

E allora, come si usa dire, “repetita iuvant” e noi del Listone non ci stanchiamo certo di ripetere, dati alla mano, che SÌ, LA GIUNTA MONGUZZI APPENA INSEDIATA HA OPERATO ATTIVAMENTE ED È RIUSCITA A CAMBIARE UN MOSTRUOSO PGT, voluto dalla passata amministrazione a guida leghista, che prevedeva 29 Ambiti di Trasformazione: una vera e propria distruzione/trasformazione di suolo lissonese in cemento, come se non si fosse già costruito abbastanza!!

La provincia di Monza e Brianza, seguendo la rotta indicata dall’amministrazione Monguzzi e ritenendo il PGT in contrasto con le scelte del Piano territoriale provinciale, si è appellata al Presidente Mattarella, ottenendo l’annullamento di una volumetria di oltre 390mila mc, che corrispondono a circa 1500 nuovi appartamenti!

E qui al ripasso urge affiancare una bonaria tirata d’orecchi allo smemorato consigliere Perego che sembra “lavarsi le mani” quando afferma che “Io in consiglio comunale non c’ero, non ho votato nessun provvedimento prima di Luglio 2015. Chi c’era cosa ha fatto oltre a scrivere sul Listone?”

Il Listone ha manifestato, il Listone ha appoggiato l’allora candidata Monguzzi e il Listone ha sposato da subito – credendoci e agendo – la causa anti cementificatrice lissonese: una grossa componente del Listone, infatti, proviene proprio dal Comitato “UovodelPonte”, nato nel 2006 nel quartiere “da là dal punt” per fermare la costruzione di un mega-palazzo di 12 piani proprio a forma di uovo.

Peccato che lo sguardo di Perego spesso non vada oltre al suo criticare ciò che il Listone scrive.

Una questione che ci sta molto a “cuore”

Ci riferiamo, in questo caso, al concorso «Le Reti del cuore», promosso da RetiPiù e BrianzAcque e che prevede, per le città vincitrici di ciascuna categoria, un sostanzioso contributo  per realizzare un progetto di riqualificazione di un bene culturale pubblico.  Il progetto presentato dalla città di Lissone riguarda il restauro conservativo interno ed esterno di Villa Reati, per un costo previsto di 400mila euro e, in caso di vittoria, il contributo erogato per il nostro progetto sarebbe di 125mila euro!

Ma nella nostra stessa categoria (sopra i 40.000 abitanti ed importo sopra i 250.000 euro) concorre anche Monza, che di abitanti ne conta oltre 120mila… Dobbiamo quindi darci un gran daffare per  raccogliere tutti i “click” possibili, e il tempo a disposizione sta per scadere!

Già in questi giorni sono comparsi in centro città i banchetti di associazioni lissonesi armate di tablet e cellulari che si sono mobilitate spontaneamente per informare e aiutare a “cliccare” chi ha qualche difficoltà con le nuove tecnologie; altri punti di informazione e raccolta adesioni sono previsti nei prossimi giorni in giro per Lissone.

Per votare il progetto di Villa Reati basta collegarsi al sito www.leretidelcuore.it, e seguire le istruzioni. Non è indispensabile essere lissonesi: basta avere 14 anni compiuti, fornire il proprio codice fiscale e un numero di cellulare (o un indirizzo mail) per ricevere la password necessaria per il voto.

Naturalmente anche la nostra lista civica tifa per Lissone, per contribuire al restauro di Villa Reati che è un orgoglio di tutti i lissonesi.
Clicca anche tu, vota e fai votare! E affrettati: c’è tempo solo fino a domenica 5 maggio!

Clicca qui per le istruzioni per il voto

Un click per Villa Reati (video – 3’42”)

Sgombero o non sgombero? Questo è il problema…

Sono mesi che segnalo la cosa” queste le parole del Capogruppo di Forza Italia, Daniele Fossati; lui, che dirige anche il collega di partito Ignazio Lo Faro, ci ha tenuto a dirlo e a dirlo forte! Dal titolone comparso in 41esima pagina del Giornale di Monza – articolo firmato da Omar Porro – questo si capisce: “Guardate tutti, io ho segnalato la situazione da mesi per risolvere il problema. Il Comune non ha fatto nulla ed è corretto che momenti di disperazione siano sfociati in un “incatenamento” alle serrande del Comune”.

A contorno, la triste storia di un cittadino italiano quasi sessantenne che, sfrattato, si è trovato “in strada”, in pieno inverno. Ha deciso così di occupare abusivamente lo spazio dell’ex discarica di Via Bottego, portandoci dentro una roulotte. In effetti ci sarebbero tutti i motivi per l’interessamento di un Consigliere Comunale per sensibilizzare il proprio Sindaco ad intervenire e a trovare una soluzione.

Purtroppo, però, le cose non sono proprio così. Non è come dicono e fanno scrivere sui giornali la coppia Fossati-Lo Faro, i quali solo da qualche giorno hanno cambiato la “verve” delle loro affermazioni e che ora sono compassionevoli, preoccupati e forieri di consigli e suggerimenti postumi, un po’ per tutti.

NON è così: li ricordiamo bene noi i ragionamenti degli “azzurri” in Consiglio comunale: “Voi siete solo capaci a fare i forti coi deboli e i deboli coi forti, perché non ripristinate lo stato di legalità all’ex discarica dove c’è una persona che occupa abusivamente la proprietà? Perché non ci andate? Perché tollerate questo abuso? Occorre che vi muoviate! E’ vergognoso!” e via di slogan e ragionamenti filosofico-politici rispetto all’insicurezza e allo stato di “abbandono” della città.

Ora, invece, dopo che Polizia locale e Carabinieri hanno eseguito l’intervento di sgombero e ripristinato ordine e legalità – non senza momenti di tensione – i due paladini di Forza Italia diventano improvvisamente attenti alle ricadute e alle conseguenze sociali dello sgombero e dell’incatenamento. Valutazioni, forse, che qualcuno stava facendo già da mesi…

In realtà qui si parla di un cittadino italiano, assistito da tempo dagli Uffici comunali che cercano di fare la propria parte per un aiuto personale e familiare in una situazione molto delicata.

È insopportabile che chi ha comunque un ruolo istituzionale cambi così repentinamente il proprio punto di vista: prima duri e puri a richiamare la legalità e la necessità di effettuare lo sgombero, poi compassionevoli verso le conseguenze di quell’atto di forza.

Attualmente non abbiamo ulteriori informazioni, vista la necessaria privacy e prudenza. Di sicuro, effettuato lo sgombero e ripristinata la legalità, all’eventuale stato di bisogno il Comune valuterà le condizioni e la situazione, intervenendo nei modi e tempi opportuni. Ma diciamoci le cose come stanno, con al centro la persona e non la diatriba politica.

“Sono mesi che segnalo la cosa” (Giornale di Monza – 23 apr 2019)

Viva la Libertà!

“Viva la Libertà!”, ci verrebbe da dire. Stiamo parlando, però, della Piazza, quella centrale della nostra città, luogo d’incontro, di scambio, di relazione e di senso di comunità. Ricordiamo che, molti anni fa, ospitava la nostra Chiesa, poi fu luogo storico della liberazione, poi fu abbellita con la fontana (che ora è in piazza IV novembre) ed infine fu risistemata (e male, diciamolo…) trasformandola in una bella “piazza d’armi”!

Certo, ora è dura riqualificarla, ma questo è proprio uno degli obiettivi dell’Amministrazione, che ce la sta mettendo tutta… Alcuni importanti passi sono già stati fatti: sono state definite prima le linee di indirizzo – affrontate e costruite anche con momenti di incontri pubblici – poi è stata data la possibilità a tutti i cittadini di inviare i propri “desiderata” all’Amministrazione, ed infine è stato fatto un bando internazionale per il progetto.

In questi giorni, finalmente, dopo bandi e procedure, si sono tenuti due incontri a riguardo: uno in Villa Magatti con le Commissioni consiliari per un passaggio informativo e consultivo e poi si è tenuta la prima riunione della “Commissione giudicatrice”, composta da 5 membri di alto profilo professionale, che ha iniziato il proprio lavoro di valutazione dei progetti.

Dei lavori della Commissione giudicatrice di più non si sa: il tutto si svolge a porte chiuse e, come è giusto che sia, non ci sono indiscrezioni. In Commissione consiliare, invece, qualche informazione è stata data e possiamo dare alcune anticipazioni ai nostri lettori: i progetti arrivati sono stati 20, la procedura di valutazione è prevista nel mese di aprile e i 3 progetti che avranno ottenuto il maggior punteggio saranno ammessi al “secondo turno” che prevede la partecipazione dei cittadini con il voto al progetto migliore.

Una volta identificata l’idea e il progetto vincente, verrà fatto il bando per la realizzazione e, fatta l’assegnazione, si potrà passare alla fase esecutiva.

È un percorso che richiede risorse e tempo da parte dell’Amministrazione  ma consente una attiva partecipazione dei cittadini e un risultato che, ne siamo certi, darà nuova vita alla nostra piazza Libertà e al centro cittadino.

Lissone a quota… 1!

Sì, +1. Proprio questo è il saldo tra i cittadini lissonesi nati e quelli deceduti nel corso del  2018. Esaminando l’Annuario statistico dei Servizi demografici 2018 pubblicato recentemente dal Comune di Lissone, questo e tanti altri dati permettono di avere una fotografia della popolazione della nostra città e della sua evoluzione nel corso degli  anni.

Quello che più ci colpisce nell’analisi del resoconto, è proprio il rilevante calo delle nascite (43 nati in meno) e il contemporaneo aumento dei decessi (99 morti in più) che hanno portato a +1il saldo demografico di Lissone, saldo che negli scorsi anni è stato invece di +134 (2017) e +114 (2016). Una particolarità: nel 2018 i nuovi nati sono stati 179 femmine (42%) e ben 245 maschi (58%): uno squilibrio che negli anni precedenti non era così netto.

Lissone è ora una città di 46.060 abitanti e forse può essere poco significativo confrontare i nostri numeri con quelli nazionali, ma noi ci proviamo lo stesso…

Per il 2018, in Italia, il calo delle nascite si è assestato intorno al 9% e anche a Lissone la diminuzione è del  9%. Siamo invece in netta controtendenza per quanto riguarda le morti: mentre a livello nazionale si assiste ad un calo del numero dei decessi (- 2%) a Lissone riscontriamo un aumento di oltre il 30%! Le motivazioni di un dato così anomalo sono sicuramente molteplici e non ci sentiamo di azzardare ipotesi e teorie: possiamo solo prendere atto che questi numeri riflettono l’evolversi delle abitudini e delle situazioni di chi vive a Lissone.

Se però confrontiamo i nostri attuali tassi di natalità e mortalità con quelli nazionali, vediamo che i nostri valori ora sono entrambi 9,3 (cioè 9,3 nati e 9,3 morti ogni 1000 abitanti) mentre il tasso di natalità nazionale è 7,4 (quindi più basso) e quello di mortalità è10,5 (più alto).
Tutto sommato, quindi, non dovremmo preoccuparci e lamentarci troppo: in media, a Lissone, si nasce di più e si muore di meno…

Annuario Statistico dei Servizi demografici: nel 2018 crescita zero e lieve aumento della componente straniera (Comunicato stampa – 11 apr)

Indicatori demografici (Comunicato stampa ISTAT – 7 feb 2019)

Un amore a senso unico

È ufficialmente operativo il nuovo Consiglio provinciale eletto il 17 marzo scorso. Dopo la cerimonia di insediamento, hanno iniziato il loro mandato i 16 consiglieri (8 di BrianzaReteComune, 4 di Insieme per la Brianza e 4 di Lega Nord Monza e Brianza) sotto la guida del presidente in carica Roberto Invernizzi, sindaco di Bellusco ed eletto nel settembre 2017. Anche questa volta Lissone ha due rappresentanti in Consiglio: il nostro sindaco Concettina Monguzzi – alla quale è stata confermata la carica di vicepresidente – e il leghista Fabio Meroni.

E qui comincia il bello: il mandato del presidente Invernizzi scadrà a settembre e il nuovo eletto, per legge, dovrà essere scelto tra i sindaci della provincia di Monza e Brianza. E a maggio in alcune città brianzole – ad esempio a Camparada – si terranno le elezioni amministrative.

Camparada… Chi ha buona memoria ricorderà che il nostro consigliere Meroni nel 2014 si presentò proprio alle elezioni di Camparada, raccogliendo 7 (sette!) preferenze: entrò comunque in Consiglio comunale dopo che i 4 (quattro!) prima di lui rinunciarono all’incarico.

E tutto questo perché? Secondo quanto si diceva e quanto riportato allora dalla stampa, Meroni aveva bisogno di un posto in Consiglio comunale (in un qualsiasi paese brianzolo) per poter ripresentarsi ed essere eletto in Consiglio provinciale.

E oggi? Oggi invece Meroni ha bisogno di un posto da Sindaco per poter aspirare all’ambita carica di presidente della Provincia ed è quindi tornato alla carica a Camparada, proponendo la sua candidatura “per compattare il centrodestra” e… “per amore di Camparada”!

Ma a Camparada nessuno è fesso e la durissima replica del sindaco Giuliana Carniel non lascia nulla di sottinteso: “Meroni sta di nuovo prendendo in giro i camparadesi “ e, dopo aver ricordato quanto successo 5 anni fa, conclude: “I camparadesi hanno bisogno di un vero sindaco, non di un politico di professione che ha ben altre ambizioni”.

Il Consiglio della Provincia si insedia: cosa cambia (Il Giorno – 11 apr 2019)

Meroni (Lega): “Io candidato? Lo farei per amore” (Cittadino – 30 mar 2019)

Carniel contro Fabio Meroni: “Non ci prenda in giro” (Cittadino – 9 apr 2019)

VeloOK, sicurezza garantita

Dopo quelli installati all’inizio dello scorso anno (in via Cattaneo, via Monza, via Lecco), sono comparsi di recente altri tre sistemi di rilevazione automatici della velocità in via Mascagni, una delle direttrice dell’ingresso e dell’uscita dalla città (zona piscine).

Tutti sanno benissimo che 50 km/h è la velocità massima consentita in città, ma tale limite non sempre viene rispettato, e chi entrava a Lissone da quello svincolo (e anche chi ne usciva) lo faceva spesso ad una velocità eccessiva. L’installazione dei VeloOK in via Mascagni ha proprio lo scopo di ridurre la velocità di transito per garantire l’attraversamento sulle strisce pedonali e consentire una maggiore facilità di uscita dalla via Palladio.

Il provvedimento ha avuto subito effetti positivi: dopo il posizionamento, i rilevatori hanno registrato il rispetto della velocità consentita (50 Km/h) nel 99% dei casi! E sia ben chiaro: non è che “al Comune interessano solo i soldi, vuole far cassa con le multe”, non è proprio così. Se tutti moderassero la velocità (come ci auspichiamo e come sembra dai numeri osservati) non ci sarebbe nessuna sanzione e quindi nessun vantaggio per le casse del Comune.

A breve, comunque, via Mascagni sarà riasfaltata e allora sarà “tutto un altro viaggiare”, in sicurezza e a velocità OK!

Sperimentazione «VeloOK», adesso in via Mascagni si “corre” meno (Comunicato stampa – 1 apr 2019)

Lombardia Connection

È stato pubblicato recentemente il secondo rapporto sulla presenza mafiosa in Lombardia, redatto dall’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano, con ha lo scopo di identificare quale sia oggi il ruolo delle organizzazioni mafiose nell’economia lombarda. Nella prima parte del rapporto sono analizzati i 5 settori che vengono ora ritenuti strategici per la malavita, a cominciare da quello edilizio e dei lavori pubblici per poi passare al commercio, al turismo, all’industria del divertimento e da ultimo – ma di certo non ultimo per importanza – alla sanità lombarda.

In questo panorama meritano attenzione alcuni “nuovi settori” emersi in questi ultimi tempi e che hanno risvolti particolarmente inquietanti.

Il primo è quello della gestione dei rifiuti: negli ultimi tre anni, infatti, è aumentata la pratica criminale dell’incendio di discariche – alcune delle quali più volte – al punto che, anche per la Lombardia, si è arrivati ad utilizzare l’immagine di “terra dei fuochi”. È questo un fenomeno che, dall’analisi, non sembra interpretabile solo come somma di singoli episodi e dietro al quale si intravede la mano della criminalità organizzata.

Il secondo settore riguarda quello che è sempre stato uno dei fiori all’occhiello della Regione Lombardia: la Sanità, pubblica e privata. Questo ambito risulta particolarmente esposto a pressioni di varia natura e dall’analisi del materiale giudiziario raccolto, risultano casi di infiltrazione mafiosa anche in strutture pubbliche di eccellenza, con medici pregiudicati o indagati, degenze di boss sotto falso nome e sospette frequentazione tra medici e boss mafiosi loro parenti o compaesani.

E poi ci sono le Farmacie, il cui acquisto diventa ora un’ottima opportunità per riciclare denaro “sporco” e per gestire traffici illegali di farmaci e droghe di natura farmacologica, soprattutto quando è possibile contare su medici compiacenti.

E Lissone? Sì, purtroppo anche Lissone non è completamente immune da questo clima malavitoso. Nulla di recentissimo, ma nei resoconti del Rapporto viene riportata la questione dell’affidamento della sicurezza esterna di due noti locali lissonesi a società gestite da affiliati alla locale di ‘ndrangheta di Seregno e il caso di un’organizzazione di albanesi che reinvestiva i proventi del traffico di droga e dello sfruttamento della prostituzione in due società di vigilanza privata con sede a Lissone.

Occorre dunque restare sempre vigili, ecco perché oggi ospitiamo questa riflessione: in territori ricchi come quello lombardo – con cittadini a volte ancora increduli di fronte all’evidenza – la malavita trova terreno fertile e deve essere impegno di ciascuno riconoscere le situazioni a rischio e reagire agli atteggiamenti ambigui di chi usa mentalità e modi malavitosi che nulla hanno a che vedere con lo spirito e la storia del nostro territorio.

Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia – Parte seconda (a cura dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata – cross.unimi.it)

In commissione antimafia il fenomeno degli incendi nelle discariche (QuiComo.it)

La ‘ndrangheta ha una strategia per mangiarsi la sanità lombarda: i parenti dei boss diventano medici e farmacisti (BusinessInsider.com)

Prima… gli ultimi

Si sente parlare spesso di “percezione” delle persone a proposito della sicurezza, di fenomeni come il troppo caldo o il troppo freddo e così via. Noi invece oggi parleremo di qualcosa che – al contrario – forse non è sufficientemente “percepito” dai lissonesi, come in questi giorni ha giustamente sottolineato il nostro Assessore alla Persona, Anna Maria Mariani.

Si tratta dell’entità della spesa sostenuta nel 2018 dal nostro Comune per interventi in campo socio-economico: una cifra di oltre 5 milioni di euro in aiuto alle fasce più deboli della popolazione lissonese. Una cifra “da record”, viene definita dalla stampa locale e che dimostra ancora una volta l’attenzione dell’Amministrazione verso i minori, le famiglie in difficoltà, gli anziani e le persone disabili.

Forse “chi se la passa bene” non ha – appunto – la percezione di quanto possa essere necessario, e a volte indispensabile, poter contare su un sostegno economico, educativo o di assistenza per chi si trova in difficoltà.

Una spesa esagerata? Proprio no, a sentire ciò che dice Anna Maria Mariani: “Gli aiuti non bastano per capire il «sommerso» di difficoltà che colpisce anche Lissone: basti pensare che delle 245 domande presentate per usufruire del “Reddito di inclusione”, solo 29 sono state presentate da persone già conosciute al servizio”.

In questo caso bisogna quindi cercare di “percepire” cioè –  come da definizione – “prendere coscienza di una realtà esterna”. Da parte nostra, noi abbiamo “percepito” e ringraziamo l’Assessore Mariani e tutto il suo gruppo di lavoro per l’impegno e l’attenzione che quotidianamente rivolgono a chi necessita di un aiuto o di un sostegno.

Servizi alla Persona, nel 2018 investimenti per oltre 5 milioni (Comunicato stampa – 26 mar 2019)
Numeri da record: ben 5 milioni di euro per i servizi sociali (GiornalediMonza.it – 30 mar 2019)

Grazie ragazzi!

Marco, Giorgia, Moreno: nomi come tanti, di ragazzi come tanti, ma con qualcosa di speciale in più. In questi giorni a Lissone celebriamo i loro brillanti risultati sportivi, esempio illuminante di come la disabilità non sia una “mancanza” ma vada letta come una “diversa potenzialità”.

Nel caso di Marco Cerulo (ginnastica), Giorgia Parma (pallacanestro unificata) e Moreno Gualtieri (bocce), queste potenzialità li hanno portati a brillare di meritato successo: un successo voluto e perseguito con costanza, impegno e sacrificio, come da veri campioni, e che ha portato questi tre atleti ad essere tra i 115 rappresentanti italiani nella manifestazione Special Olympics di Abu Dhabi.

Un risultato brillante, il loro, che rende orgogliosi tutti i lissonesi, così come hanno ben espresso il Sindaco Concettina Monguzzi e l’assessore Renzo Perego, un traguardo che verrà meritatamente celebrato dall’ Amministrazione Comunale con l’affissione per le vie della città di 80 manifesti azzurri e ornati dal tricolore e che ha visto – da parte del Comune – l’adesione al progetto “Adotta un Campione” con un contributo di 4.500 € per sostenere i nostri Campioni Mondiali nell’avventura di Abu Dhabi 2019.

Un grazie enorme a Marco, Giorgia e Moreno, e che siano da esempio per tutti noi di come passione, impegno e carattere siano valori sani e monito per ognuno di noi a fare sempre, e a fare sempre meglio. Proprio come recita il giuramento dell’Atleta Special Olympics: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze”.

«Lissone applaude i suoi atleti mondiali» (Comunicato stampa – 23 mar 2019)