Lissone

Lombardia Connection

È stato pubblicato recentemente il secondo rapporto sulla presenza mafiosa in Lombardia, redatto dall’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano, con ha lo scopo di identificare quale sia oggi il ruolo delle organizzazioni mafiose nell’economia lombarda. Nella prima parte del rapporto sono analizzati i 5 settori che vengono ora ritenuti strategici per la malavita, a cominciare da quello edilizio e dei lavori pubblici per poi passare al commercio, al turismo, all’industria del divertimento e da ultimo – ma di certo non ultimo per importanza – alla sanità lombarda.

In questo panorama meritano attenzione alcuni “nuovi settori” emersi in questi ultimi tempi e che hanno risvolti particolarmente inquietanti.

Il primo è quello della gestione dei rifiuti: negli ultimi tre anni, infatti, è aumentata la pratica criminale dell’incendio di discariche – alcune delle quali più volte – al punto che, anche per la Lombardia, si è arrivati ad utilizzare l’immagine di “terra dei fuochi”. È questo un fenomeno che, dall’analisi, non sembra interpretabile solo come somma di singoli episodi e dietro al quale si intravede la mano della criminalità organizzata.

Il secondo settore riguarda quello che è sempre stato uno dei fiori all’occhiello della Regione Lombardia: la Sanità, pubblica e privata. Questo ambito risulta particolarmente esposto a pressioni di varia natura e dall’analisi del materiale giudiziario raccolto, risultano casi di infiltrazione mafiosa anche in strutture pubbliche di eccellenza, con medici pregiudicati o indagati, degenze di boss sotto falso nome e sospette frequentazione tra medici e boss mafiosi loro parenti o compaesani.

E poi ci sono le Farmacie, il cui acquisto diventa ora un’ottima opportunità per riciclare denaro “sporco” e per gestire traffici illegali di farmaci e droghe di natura farmacologica, soprattutto quando è possibile contare su medici compiacenti.

E Lissone? Sì, purtroppo anche Lissone non è completamente immune da questo clima malavitoso. Nulla di recentissimo, ma nei resoconti del Rapporto viene riportata la questione dell’affidamento della sicurezza esterna di due noti locali lissonesi a società gestite da affiliati alla locale di ‘ndrangheta di Seregno e il caso di un’organizzazione di albanesi che reinvestiva i proventi del traffico di droga e dello sfruttamento della prostituzione in due società di vigilanza privata con sede a Lissone.

Occorre dunque restare sempre vigili, ecco perché oggi ospitiamo questa riflessione: in territori ricchi come quello lombardo – con cittadini a volte ancora increduli di fronte all’evidenza – la malavita trova terreno fertile e deve essere impegno di ciascuno riconoscere le situazioni a rischio e reagire agli atteggiamenti ambigui di chi usa mentalità e modi malavitosi che nulla hanno a che vedere con lo spirito e la storia del nostro territorio.

Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia – Parte seconda (a cura dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata – cross.unimi.it)

In commissione antimafia il fenomeno degli incendi nelle discariche (QuiComo.it)

La ‘ndrangheta ha una strategia per mangiarsi la sanità lombarda: i parenti dei boss diventano medici e farmacisti (BusinessInsider.com)