Povero MoVE

Nei mesi scorsi il Consigliere Omar Foligno lo aveva detto: “Bisogna ripulire il MoVE“, riferendosi all’installazione posta in via Carducci, all’imbocco della S36. Il MoVE è una costruzione artistica in legno che segna l’ingresso in città per chi proviene dalla Valassina e che nel passato (prima del COVID) aveva ospitato iniziative culturali e didattiche. Ma all’amministrazione Borella, e ai suoi Consiglieri, quella installazione non è mai piaciuta né mai è stata capita.

Purtroppo, sabato 24 maggio, verso le 23, il nostro MoVE è andato a fuoco. I Vigili del Fuoco di Monza sono riusciti a spegnere l’incendio, ma non senza fatica, a causa della presenza, all’interno, di rifiuti e cartoni che ha contribuito ad alimentare il rogo di una struttura in legno, aperta… In pratica, una torcia.

Povero MoVE, ne ha sentite e passate tante, compreso l’isolamento da COVID, ma non ha retto alla trascuratezza e all’abbandono decretato dalla Giunta Borella.

Ora partiranno le accuse alla mancanza di senso civico, al caso, alla sfortuna o ad altro. Come ha anticipato mesi fa il Consigliere (ex di maggioranza) Foligno, una fine del genere poteva essere prevedibile.

Ma così vanno le cose ora: tutto è preso “alla leggera”; figurarsi se c’è da preoccuparsi per una installazione della quale i nostri amministratori nulla sanno e nulla vogliono sapere. A noi piace ricordarlo così, come lo vedete in copertina; poi vedremo che fine faranno fare a ciò che resta del MoVE. Qualche idea noi ce l’abbiamo…

Fiamme nella notte a Lissone: a fuoco la torre artistica del MoVe (MBNews.it – 24 mag 2025)

 

 

Teli bianchi

Teli bianchi, sudari. Avvolgono, a Gaza, i corpi dei palestinesi morti ammazzati, e sono così diventati simbolo della strage. Sono, cioè, gli oggetti comuni del nostro tempo crudele. Un tempo di genocidio.

Il sudario ricopre, sottrae alla vista del mondo il corpo di cui è stato fatto scempio. Avvolgere nel sudario è un gesto estremo di cura, di pietas. Protegge la dignità degli esseri umani quando le vite non valgono più niente, nella conta approssimativa dei morti.

Come si fa a piangere e onorare la memoria, dei morti di Gaza in quasi 600 giorni di assedio?
Come si fa a piangerli uno per uno?

Alcune associazioni lissonesi proveranno a farlo, in silenzio, sabato 24 maggio con un flash mob in piazza IV Novembre alle ore 18, di fronte alla Biblioteca.

È una iniziativa promossa da Tommaso Montanari – storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena – che si svolgerà, seppur con diverse modalità, in molte (e speriamo tutte) città d’Italia.

A Lissone, ciascuno potrà partecipare al flash mob presentandosi con un telo bianco ed esporre un telo bianco alla finestra o sul balcone della propria casa.

Sarebbe bello che, tutti insieme, in tutta Italia, si arrivasse al tragico numero dei 50.000 di Gaza. Tutti insieme, saranno i corpi che il mondo non vuole vedere.

 

       

Il nostro diritto-dovere

L’esercizio del diritto di voto è alla base dei valori della Costituzione e, oltre alle normali elezioni, è previsto anche uno strumento di democrazia diretta che consente agli elettori di pronunciarsi su un tema specifico, esprimendo il proprio consenso o dissenso

Questo strumento è il REFERENDUM e domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 gli italiani saranno chiamati ed esprimersi su 5 questioni che riguardano il lavoro e la cittadinanza.

Il nostro obiettivo di oggi è quello di evidenziare come sia doveroso andare a votare scrivendo un SÌ o un NO sulle 5 schede.

Approfondiremo poi i 5 quesiti referendari perché un altro doveroso impegno – per chi crede nella democrazia – è quello di informarsi e di scegliere; ci sono i diritti ma ci sono anche doveri.

Informiamoci, quindi, e votiamo ai referendum: dimostreremo ancora una volta la validità, l’utilità e l’attualità del grande lavoro fatto dai nostri “padri costituenti”.

Riportiamo qui sotto anche l’appello al voto della Rete Civica Brianza alla quale anche la nostra Lista civica partecipa.

Avanti, si volti pagina

Non c’è pace per la sindaca Borella. Tra litigi con gli Assessori, pochezze di contenuti, commercianti scontenti e street food imbarazzanti, ora ci si mette anche la questione VEFER. Il Comune ha vinto la causa, ma a leggere i suoi commenti sulla stampa locale, non sembra molto soddisfatta, anzi. Il Consiglio di Stato ha dichiarato la vittoria del Comune di Lissone con una sentenza (che abbiamo già pubblicato) molto chiara, dettagliata e che non lascia dubbi.

Se il Comune, oggi, ha vinto, significa che chi ha operato nel 2014 ha svolto correttamente il proprio compito di tutela del territorio. E questo bisogna ben ricordarlo!

Tempo fa, Consiglieri e Assessori di Borella, improvvisandosi giudici, avevano già sentenziato delle responsabilità patrimoniali dell’amministrazione Monguzzi. Il consigliere leghista Massimiliano Paninforni aveva addirittura posto un’interrogazione (la cui risposta entra di diritto nella “storia delle supercazzole”) per proporre l’azione risarcitoria diretta a quei “cattivoni di prima”. Voleva vendessero la casa, il “giudice” Paninforni!

L’impressione è che alla sindaca quasi dispiaccia di aver vinto la causa perché non può dire “Hanno sbagliato!”. Ora che il caso è chiuso, della questione VEFER resta solo una parente stretta in Giunta, un rimborso delle somme già pagate in passato al Comune, le solite accuse alla sinistra, qualche geometra a bocca asciutta e qualche costruttore senza il suo cemento quotidiano…

La giunta Monguzzi, con la propria compagine di Consiglieri, ha protetto il territorio e ha strategicamente operato come si doveva. Grazie anche ai vari Segretari comunali che si sono succeduti e che, con la loro attività, hanno contribuito al risultato.

Archiviata la questione, speriamo che la sindaca si concentri sui suoi “guai”, sui litigi, sulle attività produttive e sulle cose da fare, perché mancano meno di due anni al termine del mandato.

Ora più che mai, il confronto con l’amministrazione precedente e con la ex sindaca Monguzzi è impietoso ed è evidente anche agli elettori della destra. Immaginiamo cosa succederà quando comincerà la corsa per il futuro candidato Sindaco! Il Tutor, Camarda, il Vicesindaco Bonafè sono già lì, belli pronti…

“La Giunta Monguzzi? Bravi in niente, esposta città a rischio dissesto” (Cittadino – 17 mag 2025)

Monguzzi: “Mai c’è stato accanimento sull’azienda, contenta di come è finita” (Cittadino – 17 mag 2025)

Vefer: “Una sconfitta per Lissone e per tutto il territorio” (IlCittadinoMB.it – 17 mag 2025)

A Lissone, la destra di Forza Italia

Ultimamente, a Lissone, Forza Italia si è spostata a destra, molto a destra. Peccato, perché avrebbe potuto rappresentare un “centro destra moderato”, ma ora, sia come peso specifico tra le forze di maggioranza che come autorevolezza, non conta più nulla.

Il suo capogruppo Marco Fossati manifesta comportamenti e ragionamenti da destra estrema: più da Fratelli d’Italia che da Forza Italia, più da La Russa che da Tajani. Forse è il suo passato che torna prepotente.

Abbiamo assistito alla sua ultima imbarazzante “manifestazione” quando il Consiglio comunale (compresi i colleghi del suo partito) ha votato per aderire ad un appello contro il genocidio in corso a Gaza. Si richiedeva semplicemente di “spegnere simbolicamente la luce per 5 minuti” e riflettere sugli avvenimenti. E Marco Fossati che fa? Unico di tutti i consiglieri, esce: in segno di “dissenso individuale”. E questa è solo l’ultima delle sue “manifestazioni”…

Pensiamo che Forza Italia Lissone non rappresenti più i lissonesi moderati, e che non sia più nemmeno degnamente rappresentata in Consiglio comunale I cittadini che hanno votato Forza Italia – e magari hanno anche espresso la preferenza per Fossati – approvano un simile comportamento? Pensiamo (e speriamo) proprio di no!

Per fortuna, Marco Fossati è solo un consigliere (anche se Capogruppo) e non può far danni più di tanto. Di sicuro, però, assistiamo ad una deriva a destra che mal si sposa con il lavoro di Tajani, a Roma, e di altri forzisti, a Lissone.

Non parliamo degli altri Consiglieri: loro nulla dicono perché “non possono” e non ne hanno nemmeno voglia, assoggettati al potere e all’inerzia. Fanno presenza, votano e ogni volta sembra che sperino che il Consiglio comunale finisca presto.

Ormai è tutto chiaro: lo hanno capito persino quelli della Lega, figurarsi i cittadini…

Guerra a Gaza, l’Aula si è “spenta” per cinque minuti (PrimaMonza.it – 7 mag 2025)

Basta, Presidente!

Ancora una volta il presidente del Consiglio comunale, Roberto Perego, ha deluso e tradito le aspettative dei Consiglieri di minoranza, non perdendo l’occasione di dimostrare di essere il peggiore tra tutti coloro che negli anni hanno ricoperto quel ruolo.

Ricordiamo i frequenti risolini con il Sindaco e il Segretario, gli insulti ai Consiglieri, i battibecchi con il compagno di lista Daniele Fossati, le interpretazioni di parte del Regolamento e, soprattutto, le modifiche al Regolamento, tese a ridurre i tempi e le possibilità di espressione dei Consiglieri

E stavolta, cosa ha fatto? Semplice: in relazione alla questione dello striscione dell’80° Anniversario della Liberazione, in un primo tempo ha deciso che dell’argomento non si dovesse discutere nella seduta che precedeva il 25 aprile (e già questa è una decisione ridicola) e poi, nel Consiglio successivo del 6 maggio, ha posto l’argomento “striscione” come ultimo all’ordine del giorno.

Ma non basta: arrivata la mezzanotte, con una votazione per decidere se procedere con i lavori o rimandare alla seduta successiva (possibilità accuratamente prevista e concordata), ha rimandato la discussione alla prossima volta, a data da stabilirsi… Maggioranza compatta, questa volta, che ha seguito, in silenzio, le istruzioni di voto (anche perché, quando qualcuno interviene, se ne sentono delle belle…).

Di fatto, una presa in giro dei Consiglieri che hanno proposto l’ordine del giorno. A quel punto, i Consiglieri di Listone, PD e Vivi Lissone sono clamorosamente e rumorosamente usciti dell’aula, ribadendo che, comunque, non riusciranno lui, la Sindaca e la maggioranza, a stendere un velo di omertà su un argomento evidentemente importante ed imbarazzante.

Decidere di trattare il Comune come “cosa loro” è già di per sé un grave errore; inibire la discussione e il dialogo coi tempi, i ruoli e con i dinieghi, ci fa arrabbiare e ci fa sperare, per il nostro Presidente, in un futuro di villeggiante nella bergamasca… E di lui, a noi resterà uno sgradevole ricordo.

La narrazione

Siamo assistendo, ancora una volta, ad una narrazione tutta “particolare”, faziosa, di parte e inesatta. Il grande risultato ottenuto dal Comune di Lissone nella causa VEFER, secondo il capogruppo leghista Matteo Lando (ma anche secondo la moglie del Presidente del Consiglio Perego, che è intervenuta sui Social sull’argomento) è un merito della Sindaca Borella e della strategia impostata, e anche del cambio di legale.

L’avvocato milanese (molto noto ed affermato) che è stato “cambiato in corsa” da Borella, potrebbe anche prendersela a male, anche se la sua bravissima collega bergamasca (stessa provenienza di varie professionalità sbarcate in città) ha argomentato sulla scorta del ricorso in appello presentato in precedenza dall’amministrazione Monguzzi.

Il cambio di avvocato è stato fatto passare come mossa vincente, come se la causa fosse stata vinta perché il nuovo avvocato era “migliore”… Noi non la conosciamo, ma questa lettura ci pare molto pressapochista e anche svilente.

Lando & Company continuano con una narrazione degli avvenimenti in puro stile salviniano: le “macerie” della città, la situazione impossibile, cose sistemate da Borella (e indirettamente da loro). E naturalmente, visto che la causa VEFER è stata vinta, è merito loro; ma se fosse stata persa sicuramente sarebbe stata colpa di “quelli di prima”.

Noi pensiamo che i cittadini si siano accorti della pochezza dei comportamenti di questa amministrazione e alcuni “bluff” sono stati smascherati (tipo il “buco di bilancio” o l’assegno benefico). Per fortuna i “cattivoni di prima” hanno lasciato alcune opere da concludere, altrimenti avremmo celebrato il nulla cosmico alibrandiano… Dopo un iniziale periodo di silenzio, ora basta aprire i Social e constatare che le lamentele sono diventate tantissime e pesanti.

Infine, si vocifera anche che il leghista Lando sia qui “di passaggio”: un posto per lui – amico fraterno dell’onorevole Andrea Crippa – lo troveranno sicuramente, speriamo fuori Lissone. Per ora ce lo dobbiamo tenere, con le sue certezze, le sue affermazioni spregiudicate e le sue squallide battute.

La sentenza definitiva

Riceviamo e pubblichiamo qui sotto, immediatamente e molto volentieri, la lettera che ci hanno inviato i nostri consiglieri comunali Concettina Monguzzi e Marino Nava (ex Sindaco ed ex ViceSindaco) su una delle questioni più scottanti dell’ultimo ventennio nella nostra città: la questione legale VEFER Spa – Comune di Lissone. Ricorderete la vicenda e la richiesta di rifusione del danno per mancata autorizzazione a costruire da parte della società lissonese che chiedeva al Comune un risarcimento di ben 21.380.000 euro.

Di che danno si parla? La storia della vicenda inizia nel lontano 2004 e la trovate ben dettagliata nella sentenza.

Noi ricordiamo che la causa nasce dalla volontà della prima amministrazione Monguzzi di limitare il consumo di suolo, eliminando sulla città circa 30 Ambiti di Trasformazione, cioè terreni liberi individuati nel PGT del 2012 (prima della amministrazione Monguzzi) sui quali si concedeva di costruire residenze; tra questi, appunto, c’era anche quello oggetto del ricorso di VEFER (denominato AT7).

Questo AT7 concedeva ben 100.000 metri cubi di costruzione: 12 palazzoni, nuovi residenti, nuove criticità, e CONSUMO DI SUOLO. Lissone, questo, non poteva (e non può nemmeno ora) permetterselo, neppure se riguarda geometri locali, costruttori vicini, industriali e/o finanzieri, neppure se molto vicini all’attuale Giunta.

Lissone è già al tracollo e per noi è stata giusta la coraggiosa decisione – portata avanti con l’approvazione alla Variante del PGT del 28.02.2014 – che, in sostanza, ha modificato la destinazione da RESIDENZIALE ad AGRICOLA (zona verde). Segnaliamo che l’AT7 è lo stesso perimetro sul quale stiamo subendo ora la cantierizzazione di PEDEMONTANA.

Dal 2014 si sono susseguite una causa dietro l’altra, con udienze e relative sentenze, fino ad oggi. Il Consiglio di Stato, finalmente, con sentenza definitiva pubblicata il 7 maggio 2025 ha infine stabilito che il Comune di Lissone, nel suo agire, ha avuto ragione e Vefer invece torto, assegnandole quindi di pagare anche le spese legali di soccombenza.

Ed ecco qui la lettera dei nostri consiglieri:

Siamo molto felici della sentenza emessa e viene così posta la parola FINE con la decisione del Consiglio di Stato. Abbiamo messo in sicurezza il Territorio preservando il consumo di suolo. Abbiamo resistito con l’appello alla Sentenza del TAR, che vedeva il Comune condannato nel novembre 2021, con le motivazioni oggi accettate, poco prima della fine del Mandato Amministrativo nel 2022. 

Oggi possiamo dire che la scelta fu giusta e possiamo anche rimandare al mittente le accuse di aver danneggiato economicamente la Città (qualche sciocco Consigliere già aveva deciso, lui senza titolo, fossimo in torto e dovessimo soccombere, anche pagando personalmente) ed esprimere grande soddisfazione per la conclusione della questione con una definitiva vittoria.

Come sempre il tempo è galantuomo e oggi possiamo affermarlo ancora di più. Ci spiace, ironicamente, per chi voleva proporre un’azione di rivalsa nei nostri confronti (la Lega di Lissone con il suo Sindaco) e ci spiace per chi pensava già di avere in mano, soldi, volumetrie, opportunità commerciali e tecniche. Siamo profondamente diversi nel merito e nel metodo, da questa sentenza, noi personalmente ma anche chi aveva amministrato con noi, usciamo più forti, più consapevoli e definitivamente sereni.

La Città oggi deve celebrare, davvero, un grande risultato della Giustizia e della lungimirante scelta politica di mettere in sicurezza il territorio, con l’unica logica del BENE COMUNE”.

La sentenza del Consiglio di Stato sulla causa Comune di Lissone-VEFER

Fumata bianca!

Oggi non parleremo di politica locale, anche se ci sarebbero molte questioni aperte, alcune anche grosse ed avvilenti. Oggi diamo invece il benvenuto a Papa Leone XIV, nuovo capo della Cristianità.

Noi gli diamo il benvenuto perché sentiamo forte il ruolo di ciascuno di noi, persone o movimenti politici. Nel buio comportamentale di molti, in un momento molto difficile e impegnativo, ognuno deve fare la propria piccola o grande parte e papa Leone XIV in questo sarà sicuramente una guida, una speranza, una luce.

In un mondo dove i diritti sono prevaricati, dove i deboli sono emarginati, dove chi è diverso è odiato ed allontanato, serve andare al cuore delle persone e per questo auspichiamo una continuità con il pontificato di papa Francesco.

Già nel suo primo discorso in piazza San Pietro, la parola PACE è risuonata forte e ripetuta, così come l’invito a “costruire ponti” con il dialogo e con l’incontro. E questi inviti alla PACE e al DIALOGO non riguardano solo “i grandi della terra” ma anche tutti noi: nelle strade, nelle case, negli uffici, nei palazzi.

Benvenuto Papa Leone XIV, che il tuo possa essere un pontificato di pace e di dialogo!

L’assessorato allo sbando

L’Assessorato al Commercio Lissonese è ormai allo sbando. In un articolo della scorsa settimana, già avevamo ipotizzato come le recenti dimissioni di Luca Dassi da Presidente di “Lissone Commercia” potessero essere collegate all’incapacità ed alla scarsa conoscenza e consapevolezza del ruolo dell’Assessore e dell’Amministrazione Comunale.

Ora lo stesso ex Presidente, nella sua lettera di dimissioni, molto coraggiosamente, cita fatti e situazioni e dichiara nero su bianco: “Devo constatare che l’assenza di una struttura solida e il continuo operare in condizioni di estrema difficoltà, anche a causa della scarsa contribuzione e collaborazione da parte dell’Amministrazione comunale, rendono ormai insostenibile questo incarico”.

Parole chiare e forti che denunciano come i commercianti, in questi ultimi 2 anni, siano stati lasciati soli (se non addirittura ostacolati) nell’organizzazione di manifestazioni ed eventi.

Lo diciamo da tempo: l’assessore Gianfilippo Alibrandi non è adatto al ruolo di Assessore al Commercio e alle Attività produttive. Speriamo che la sindaca Borella ponga fine a questa imbarazzante pantomima, dove tutti “si vogliono bene” e dove, se si è “amico”, si può anche fallire.

Alibrandi potrebbe lavorare in altri ambiti, tipo allo Sport oppure al Cimitero o al benessere animale. Senza offesa per chi ha questi incarichi, è risaputo che “fanno tutto le associazioni e gli utenti”, praticamente senza necessità di interventi da parte dell’Amministrazione e dell’Assessorato competente, e senza dover costruire relazioni e conoscere ambiti commerciali e produttivi.

Dopo il pessimo Natale, il Fuori Salone ridicolo e ora le dimissioni del Presidente di Lissone Commercia, possiamo ben dire che è ora che vengano presi dei provvedimenti. Questa volta non servirà l’aiuto dei soliti amici Presidenti di altri sodalizi, o altri amici Assessori. Un Sindaco attento deve rendersi conto di ciò che succede e correggere il tiro: nominare qualcun altro o, almeno, cambiargli la poltrona!

Il presidente si dimette (Giornale di Monza – 6 mag 2025)