Anticorpi lissonesi

Cresce ora dopo ora il numero dei contagiati da Corona virus in Italia, in Lombardia e ache vicino a noi. Dopo le direttive rigidissime emanate sabato sera dal Governo e nel pieno di una vera e propria emergenza sanitaria, noi del Listone non daremo spazio ad alcun tentativo di strumentalizzazione e faremo di tutto per osteggiare chi cerca polemiche. Come? Ignorandoli, e preoccupandoci invece di divulgare le informazioni e le direttive ufficiali.

Informiamo dunque che, frutto di una costante e proficua collaborazione tra i membri delle amministrazioni locali, il presidente Attilio Fontana, il ministro della salute Roberto Speranza, la Regione Lombardia e l’ATS, hanno predisposto un’ordinanza con disposizioni valide per tutto il territorio lombardo che dichiara CHIUSE TUTTE LE SCUOLE E I LUOGHI DI AGGREGAZIONE.
L’ ordinanza verrà emanata nelle prossime ore e sarà in vigore fino a un nuovo provvedimento.

Invitiamo quindi i lissonesi a consultare in tempo reale i siti ufficiali di Regione Lombardia, Istituto superiore di Sanità e Comune di Lissone e di non farsi sopraffare da paure eccessive: prendere tutte le precauzioni igieniche indicate dal Ministero della Sanità e fare ciascuno il proprio pezzettino, aiuterà tutti noi a fronteggiare presto e bene la situazione attuale.

Gli anticorpi che la nostra Giunta a Lissone mette in gioco? Collaborazione e informazione.

Lissone: chiusi asili nido, scuole dell’infanzia, primarie e secondarie (Comunicato stampa – 23 feb 2020)

Sito Regione Lombardia

Sito Istituto superiore di Sanità

Sito Comune di Lissone

Lissone si rinnova

Il Consiglio comunale ha approvato venerdì sera il nuovo “Regolamento di Polizia urbana e per la convivenza civile”. Il vecchio regolamento, approvato nel lontano 1932 (ben 88 anni fa!), richiedeva necessariamente un aggiornamento perché negli ultimi decenni sono cambiati i bisogni, le abitudini, le necessità dei cittadini e anche le tecnologie.  Sono richiesti oggi regole e strumenti efficaci per contrastare comportamenti scorretti che causano disturbo e disagio, se non peggio.

L’amministrazione Monguzzi, fin dal suo primo mandato, ha iniziato un processo di revisione dei regolamenti comunali, molti dei quali erano ormai obsoleti e che quindi sono stati rivisti e aggiornati (ad esempio lo Statuto comunale, il Regolamento edilizio, di Contabilità, quello sul Benessere animale e altri ancora).

Il nuovo regolamento di Polizia urbana consta di 69 articoli, suddivisi in 5 sezioni che spaziano dalla sicurezza urbana, all’incolumità pubblica, al decoro urbano, alla tutela del suolo pubblico, all’esercizio di attività lavorative e di svago. Ma non sono solo regole e divieti: è previsto anche l’impegno della Polizia locale in azioni e progetti per l’educazione alla legalità nelle scuole e la collaborazione con associazioni di volontariato per favorire l’educazione alla convivenza e al senso civico.

Era un aggiornamento necessario e sentito da tutte le forze  politiche, e grazie all’ottimo lavoro del Sindaco, dei Commissari e del Comandante Longobardo, è stato votato all’UNANIMITÀ in Consiglio comunale: non succede spesso!

Inoltre, per rispondere alle richieste dei cittadini di maggiore sicurezza, quest’anno la nostra Polizia locale avrà ben 4 unità in più, come supporto e aiuto alla squadra attualmente in forza al comandante Longobardo.

Ora ai cittadini il compito di osservare il nuovo regolamento e alla Polizia locale di attuare il controllo sul territorio.

PS: il testo definitivo del regolamento – completo degli emendamenti approvati venerdì sera in Consiglio comunale – sarà disponibile a breve sul sito del Comune di Lissone, nelle sezione “Archivio regolamenti”.

Approvato il Regolamento di Polizia Urbana (Comunicato stampa – 24 gen 2020)

Una giornata per sempre

Si è celebrata lunedì 25 novembre la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” e i dati che abbiamo letto e ascoltato in questi giorni raccontano di una tematica che in Italia tocca circa 7 milioni di donne: sarebbe come dire che una donna su 3 è (o è stata) oggetto di una violenza fisica, psicologica, verbale.

La violenza sulle donne non smette di essere emergenza pubblica e per questo la coscienza della gravità del fenomeno deve continuare a crescere. Le donne non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti perché consumati spesso dentro le famiglie o perpetrati da persone conosciute“, è il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che conclude affermando che “molto resta ancora da fare” e che “ogni donna deve sentire le istituzioni vicine“.

Lissone su questo tema si è mostrata particolarmente sensibile, organizzando una settimana di iniziative, eventi e gesti simbolici che hanno coinvolto l’intera collettività. Il rischio, però, è quello che – terminata la ribalta mediatica di questa settimana – il problema venga accantonato per ritornare poi d’attualità solo il prossimo anno.

Non così accade (per fortuna!) nella nostra città dove – grazie anche all’impegno del Comune – è attivo da tempo uno dei centri della RETE ARTEMIDE dove le donne in difficoltà trovano operatrici qualificate che possono supportarle e offrire ascolto, accoglienza, consulenza legale, sostegno psicologico e, in situazioni ad alto rischio, anche l’inserimento in una casa protetta. Il tutto, naturalmente, nel massimo rispetto della privacy della donna.

La sede lissonese del “Telefono Donna” si trova in via Como 57, ed è stata recentemente riqualificata e poi inaugurata. Per ogni informazione, è possibile chiamare il 331-6265330 o scrivere una mail a td.lissone@gmail.com. Ringraziamo i volontari che si impegnano in questa meritoria attività e ci auguriamo che questo centro possa diventare un punto di riferimento sicuro e affidabile per le donne che vivono situazioni di violenza e sopraffazione.

STOP ALLA VIOLENZA! non rimanere in silenzio

Non voltiamoci dall’altra parte

In queste ultime settimane sui social e sulla stampa locale abbiamo letto di un cospicuo numero di episodi di teppismo e bullismo avvenuti nella nostra città ad opera di alcuni giovani (anzi, giovanissimi) ragazzi e ragazze lissonesi. Come dichiarato dal Sindaco in una nota pubblicata sul sito comunale e poi – grazie al passaparola e ai social – diffusa in vari ambiti (scuole, associazioni, ambiti educativi) siamo alle prese con una vera e propria criticità.

In piazza Libertà, in Piazza Craxi, in Piazza IV Novembre, ma anche alla Stazione e in piazza Padre Pio, si ritrovano gruppetti di giovanissimi che bivaccano e perdono tempo. Ma non solo: taluni rompono o danneggiano arredi pubblici e privati (ad esempio i giochi dei giardinetti o i cassonetti dati alle fiamme) oppure offendono con linguaggio blasfemo e minacciano i passanti, soprattutto persone anziane

Di fronte al ripetersi di queste situazioni, bene ha fatto il Sindaco a promuovere una azione congiunta di chi è preposto a gestire e a intervenire in questi casi: ora il Comando della Polizia Locale e i Carabinieri sono all’opera analizzando e intervenendo a fronte di indicazioni di luoghi e comportamenti critici. È di qualche giorno fa la notizia di una serie di segnalazioni alla Procura da parte dei Carabinieri, così come di interventi puntuali, ad esempio in piazza La Pira.

Già nei mesi scorsi c’erano stati dei precedenti: ragazzini colti sul fatto che dovettero ripagare i portabiciclette danneggiati, oppure ragazzi minorenni  identificati e segnalati alle forze dell’ordine e poi agli organi competenti: Tribunale e Procura minorile.

Ma oltre alle azioni repressive – necessarie ma non risolutive – servono anche e soprattutto interventi educativi ad opera delle famiglie (purtroppo spesso assenti in questi casi), della scuola, delle società sportive e dell’intera società civile, e proprio in questa ottica il Sindaco ha promosso un gruppo di confronto con le forze dell’ordine, le scuole e gli educatori.

E per quanto riguarda il ruolo della società civile? L’invito pressante ed esplicito che il nostro sindaco ha fatto a tutti i cittadini è quello di “NON VOLTARE LA TESTA DALL’ALTRA PARTE quando si assiste ad un’azione vandalica o di chiedere la collaborazione delle Forze dell’ordine del nostro territorio qualora si manifestino episodi di bullismo”

Questo è l’impegno personale e concreto che viene chiesto a ciascuno di noi per “prendersi cura, tutti insieme, di Lissone”.

Prendiamoci cura, tutti insieme, di Lissone (sito Comune di Lissone – 26 set 2019)

Lissone, allarme vandali: tredici minorenni segnalati, denunciati due genitori (IlCittadinoMB – 2 ott 2019)

Scuola di arrampicata (sugli specchi)

Deprecabile arrampicata sugli specchi quella del consigliere di minoranza grillino Pier Marco Fossati ,avvenuta nel corso del Consiglio comunale dello scorso 17 settembre. “Abbiamo una responsabilità data dai cittadini e questa va portata avanti“, chiosa durante il suo intervento, ed è imbarazzante il fatto che, poco dopo aver pronunciato queste parole, sia arrivato a stravolgere proprio il concetto di RESPONSABILITA’ da lui predicato.

Responsabilità è dovere di riflettere e responsabilità è dovere di analizzare con obiettività nell’ottica del bene dei cittadini: e proprio questo è gravemente mancato da parte di Pier Marco Fossati quando ha parlato di ciò che il Comune NON avrebbe fatto per le scuole del territorio.

Il grillino ha infilato infatti un insieme di affermazioni che non riflettono la realtà scolastica lissonese e che prontamente il nostro Sindaco ha corretto, fornendo – lei sì  – un quadro oggettivo e veritiero di come l’Amministrazione comunale abbia a cuore e in carico le questioni scolastiche (vedi Comunicato stampa del 4 settembre 2019)

Durante l’estate si è fatto in modo di ottenere il certificato di prevenzione incendi e mettere a norma con adeguamenti strutturali molte scuole  (Moro, Fermi, Tasso, Volturno),  si è ampliato il refettorio della scuola De Amicis, è stato rifatto completamente il bagno del Centro Diurno Disabili, oltre a tinteggiature varie: 500mila euro sono stati investiti per lavori nelle scuole lissonesi e noi ringraziamo chi, non con le parole ma con lavoro e impegno, ha organizzato e portato a termine tutti questi lavori.

Auguriamo al consigliere Fossati di fare tesoro delle parole del Sindaco e di far fruttare la curiosità (citata nella lettera di buon anno scolastico inviata dal sindaco a bimbi, genitori e insegnanti) sul piano che le pertiene, ovvero lo sviluppo di un pensiero che sia critico e obiettivo. Ribadiamolo: un pensiero critico, ma non viziato da interessi di Movimento.

Noi? Siamo VeloOK!

Come molti cittadini avranno notato, oltre a quelle già esistenti, durante l’estate in Città sono stati installate altre colonnine VeloOk in via Como, via Verdi, via Toti e via Lombardia, un intervento che rientra nel programma di prevenzione ed educazione stradale “Attenta-Mente!” al quale  il Comune di Lissone ha aderito nel 2017.

Il funzionamento e la finalità di queste postazioni sono note a tutti gli automobilisti, ma ci sono sempre i bene informati che sui social bollano i VeloOk come inutili, illegali, non efficaci, addirittura delle “prese in giro”.

Quello che noi sappiamo è che – negli incidenti stradali – la velocità è il primo motivo di danni alle persone, anche per  gravità,. Certo, l’elemento scatenante è e rimane la guida con il cellulare (per telefonate, sms, mail, video, foto, di tutto di più…) ma è la VELOCITÀ il fattore che “moltiplica” le conseguenze degli incidenti stradali e quindi va moderata e controllata.

Ecco perché noi siamo VeloOk e perché esortiamo il Comandante della nostra Polizia Locale Ferdinando Longobardo a proseguire sulla strada dell’educazione stradale e della prevenzione.

In città esiste il limite di 50 km/ora, ma in certe zone questo può essere anche troppo alto: a Santa Margherita, ad esempio, esiste la “zona 30” e in centro Lissone c’è (e resterà!) la Ztl….

Mettere dossi per rallentare il traffico, installare VeloOk,  presidiare i punti “critici” per traffico o velocità: questi sono interventi concreti che aumentano la nostra sicurezza sulle strade. E va bene così: avanti tutta, ma entro i limiti!

A Lissone spuntano nuovi “VeloOK” nelle vie Como, Toti, Lombardia e Verdi (IlCittadinoMb.it – 6 ago 2019)

Legalità è attualità

Sono stati resi noti recentemente i risultati di una indagine sulle iniziative per la legalità e contro la corruzione effettuata da Brianza SiCura, un’associazione che da anni è impegnata per garantire la legalità nei Comuni e impedire infiltrazioni mafiose nella cosa pubblica.

Hanno risposto al questionario proposto 38 dei 55 comuni brianzoli (il 70% circa), il che non è poco, ma non è forse quel risultato “corale” che ci si poteva aspettare.

L’indagine ha riguardato iniziative, eventi e collaborazioni legate al tema della legalità, della corruzione, della trasparenza e della lotta alla mafie attuate nei vari Comuni della Brianza.

Si chiedeva, ad esempio, se il Comune ha organizzato eventi dedicati al tema della legalità (anche in collaborazione con le scuole), se è previsto un assessorato o una delega specifica per la Legalità o la Trasparenza, se vi sono vie, piazze o luoghi pubblici intitolate a testimoni della legalità o a vittime di mafia, se nella Biblioteca è presente lo  “Scaffale della Legalità”.

Dall’analisi delle risposte (e delle non-risposte) secondo i ricercatori “si ricava l’immagine di un territorio dove la consapevolezza di doversi attivare per l’educazione e la difesa della legalità con iniziative sia simboliche sia pratiche sembra essere acquisita in modo esplicito dal 50% delle Amministrazioni comunali”.

Non proprio un risultato soddisfacente, ma questo per Brianza SiCura è proprio uno sprone a fare di più e meglio e propone allora alcune linee guida che sono utili spunti per le amministrazioni più “carenti”:

fare rete tra i vari comuni perché la legalità, la trasparenza e il contrasto alle mafie necessitano di un approccio territoriale unitario

osare nuove proposte utilizzando strumenti e modalità alternative per allargare il pubblico potenziale

creare più coinvolgimento promuovendo delle iniziative che prevedono una partecipazione diretta e continuativa dei cittadini

In questo ambito è consentito – anzi, è raccomandato – “copiare” quello che altri Comuni hanno già sperimentato con successo sul loro territorio. Nel resoconto dell’indagine sono riportate alcune idee ed esperienze che possono essere replicate, integrate o ampliate a seconda delle esigenze.

E comunque Brianza SiCura mette a disposizione la propria competenza ed esperienza per fornire informazioni e collaborazione a chi vuole intraprendere o approfondire un percorso di legalità, trasparenza e lotta alle mafie.

Indagine conoscitiva sulle Iniziative per la legalità e contro la corruzione nella Provincia di Monza e della Brianza

Malaffare a casa nostra

Un giro di mazzette, appalti pilotati, infiltrazioni della ’ndrangheta e un sistema di potere definito “feudale” tra Varese e Milano. Questo è quanto emerso dall’inchiesta della Dda e che ha portato ad indagare a vario titolo ben 95 persone tra politici, amministratori pubblici e imprenditori.

E in tutto questo anche la Brianza ha avuto i suoi protagonisti: tre imprenditori – di Muggiò, Paderno Dugnano e Limbiate – indagati a vario titolo, un’azienda di Lesmo coinvolta in appalti sospetti e l’ex sindaco di Giussano (Pdl)  indagato per corruzione.

Noi non siamo rimasti indietro perché anche Lissone ha avuto la sua “citazione” sulla stampa locale e nazionale: nel gennaio dello scorso anno, infatti, in una saletta privata della discoteca Noir a Lissone Daniele D’Alfonso – impresario nel ramo servizi ambientali – ha invitato per una serata di divertimento, ma soprattutto “di rappresentanza e di affari”, alcuni tra gli indagati eccellenti di questa indagine. (A proposito, è interessante e divertente leggere le intercettazioni riportate dai giornali sulle aspettative di D’Alfonso della serata e su come definisce il comportamento dei suoi ospiti…).

La proprietà e la gestione del locale, sia chiaro, non sono coinvolti nell’inchiesta; ciò detto, leggendo gli articoli di stampa, le telefonate e le frequentazioni a Lissone, ci sono dei precedenti di avvenimenti e frequentazioni che non sono trascurabili. Rileviamo, ad esempio, che secondo la testimonianza di Antonino Belnome, collaboratore di giustizia, il Noir era un posto in cui gli ‘ndranghetisti erano ospiti graditi e potevano consumare a volontà senza pagare un euro. La sicurezza del locale, poi, era gestita da Paolo De Luca, arrestato nel 2016 con l’accusa di associazione mafiosa.

Nonostante ciò, nel marzo 2018 la Lega Nord ha chiuso la propria campagna elettorale regionale  proprio nei locali del Noir di Lissone, presente anche il Segretario nazionale lombardo della Lega. Certo, lascia un po’ perplessi la concomitanza di luoghi e persone che avrebbero suggerito una scelta diversa per un evento di quel tipo.

L’inchiesta sugli appalti, comunque, è in continua evoluzione ma le parole che in questi giorni sentiamo più spesso ripetere nei notiziari sono “nuova tangentopoli”.  E quindi? Quindi occorre essere vigili, attenti e non mollare il terreno dell’impegno, della legalità e della trasparenza.

Tempi più lunghi per assegnare un appalto? Fa niente, nonostante alcuni consiglieri di opposizione spingano per assegnazione dirette e per “accorciare” la burocrazia.
Appalti a ditte non della nostra zona? Fa niente, perché una sana rotazione delle assegnazioni tramite bando evita “lobby” e i soliti noti come vincitori.
Procedure complicate? Fa niente, perché, se ben utilizzata, la burocrazia può essere il primo scudo contro il malaffare e contro i favoritismi.

Chissà se al centrodestra lissonese tutto questo è chiaro… Di sicuro, chi pensa che le mazzette e le infiltrazioni malavitose nella pubblica amministrazione (anche brianzola) non ci siano o siano “acqua passata”, si sbaglia di grosso.

Lavori pubblici assegnati a tavola. A Lissone il ritrovo della lobby (Cittadino – 11 mag 2019)

Tangenti Milano, la cena d’affari con i politici nella discoteca dove la ‘ndrangheta beveva a sbafo (IlFattoQuotidiano.it – 7 mag 2019)

VeloOK, sicurezza garantita

Dopo quelli installati all’inizio dello scorso anno (in via Cattaneo, via Monza, via Lecco), sono comparsi di recente altri tre sistemi di rilevazione automatici della velocità in via Mascagni, una delle direttrice dell’ingresso e dell’uscita dalla città (zona piscine).

Tutti sanno benissimo che 50 km/h è la velocità massima consentita in città, ma tale limite non sempre viene rispettato, e chi entrava a Lissone da quello svincolo (e anche chi ne usciva) lo faceva spesso ad una velocità eccessiva. L’installazione dei VeloOK in via Mascagni ha proprio lo scopo di ridurre la velocità di transito per garantire l’attraversamento sulle strisce pedonali e consentire una maggiore facilità di uscita dalla via Palladio.

Il provvedimento ha avuto subito effetti positivi: dopo il posizionamento, i rilevatori hanno registrato il rispetto della velocità consentita (50 Km/h) nel 99% dei casi! E sia ben chiaro: non è che “al Comune interessano solo i soldi, vuole far cassa con le multe”, non è proprio così. Se tutti moderassero la velocità (come ci auspichiamo e come sembra dai numeri osservati) non ci sarebbe nessuna sanzione e quindi nessun vantaggio per le casse del Comune.

A breve, comunque, via Mascagni sarà riasfaltata e allora sarà “tutto un altro viaggiare”, in sicurezza e a velocità OK!

Sperimentazione «VeloOK», adesso in via Mascagni si “corre” meno (Comunicato stampa – 1 apr 2019)

Le multe mettono la quinta (a Monza)

Il ritornello è sempre il solito: quando l’Amministrazione Comunale – in modo trasparente – rende nota la previsione di incasso delle multe, c’è sempre qualcuno dell’opposizione pronto ad accusare il Comune di “depredare” gli automobilisti e “svuotare le tasche” dei cittadini.

Stavolta è stato il capogruppo Ruggero Sala che, dalla pagina ufficiale della sua lista “Per Lissone oggi” ha accusato di incapacità (tanto per cambiare…) l’attuale Amministrazione parlando di “cittadini vessati” dopo che il Comune ha reso noto che nel corso del 2019 prevede di incassare circa 1,5 milioni di euro dalle multe.

A parte che non si capisce bene perché secondo alcuni, a fronte di una violazione stradale, si debba “chiudere un occhio” e lasciar perdere, dando implicitamente il consenso a fregarsene bellamente del Codice della strada E poi: proprio il centrodestra che si fa sempre vanto di prestare attenzione alla sicurezza dei cittadini, poi è disposta a “lasciar correre” quando ci sono di mezzo le multe? (salvo poi, quando succede qualche incidente, stracciarsi le vesti invocando più sicurezza sulle strade…) Forse, quando si è all’opposizione, va molto di moda difendere gli automobilisti (che sono tanti…).

Ma – ci chiediamo noi – 1,5 milioni di euro di multe sono tanti o pochi? Forse nelle altre città la Polizia locale è più disposta a chiudere un occhio o gli automobilisti sono più rispettosi delle regole? Prendiamo ad esempio Monza, città che conta il triplo degli abitanti di Lissone. A rigor di logica, gli introiti previsti per le sanzioni dovrebbero essere 4,5 milioni di euro e, vista la densità abitativa di Monza e l’estensione, potremmo aspettarci anche una cifra quadrupla rispetto a noi. E invece, ecco che si scopre che nella città a guida Lega-Forza Italia nel 2018 si è raggiunta la cifra record di 7,6 milioni di euro riscossi tramite multe: cinque volte le previsioni di Lissone! E per il 2019, Monza prevede un introito di 6,6 milioni di euro dalle multe, ovvero 4,5 volte Lissone!

E adesso i nostri eroi del Centrodestra – paladini degli automobilisti – diranno anche al sindaco di Monza Dario Allevi che è un incapace, che vessa i cittadini e che non ha spirito progettuale? Oppure, come immaginiamo, abbasseranno le orecchie, verranno in Consiglio Comunale accusandoci di vessare gli automobilisti e verranno sconfessati dai dati di Monza?

Lissone:  Violazioni al Codice della Strada, destinate parte delle somme per manutenzioni, formazione e sicurezza (Comunicato stampa – 16 gen 2019)

Monza: Un anno record per le multe (Il Giorno – 19 gen 2019)