Il laghetto e il trabocchetto

Il laghetto di Lissone è sempre stato oggetto di grande interesse per la Lega nostrana e infatti recentemente l’attuale capogruppo Fabio Meroni ha ripreso l’argomento e ha rivolto all’amministrazione una domanda da egli stesso definita “un trabocchetto”. Ma fu un vero trabocchetto? Giudicate voi.

Già nella precedente legislatura l’ex capogruppo Daniela Ronchi spesso domandava, faceva interrogazioni e commentava tutto ciò che in qualche modo riguardava il nostro laghetto e le zone limitrofe; era una consigliera comunale e ben faceva a tenersi informata e aggiornata. Cambiata la legislatura, cambiati i consiglieri, i temi sono gli stessi e Fabio Meroni  chiede e si informa; fa bene anche lui. Quello che però non ci è piaciuto, stavolta, è che ha esplicitamente detto che “la domanda era un trabocchetto” e chi ha risposto “è caduto nel tranello”.

Ma cosa ha chiesto Meroni? Ha domandato che fine avesse fatto il recupero del credito relativo alla locazione dell’area bar-ristorante e come stava andando avanti la procedura. Evidentemente, non avendo letto attentamente il capitolo relativo al Patrimonio della relazione della Giunta, non aveva trovato risposta ai suoi quesiti.

Anche questa volta l’assessore Nava ha risposto, e in modo trasparente: nel 2019 è stata escussa la fidejussione a garanzia del pagamento del canone di locazione ed il Comune ha iniziato l’iter dello sfratto. A seguito della situazione creata dal coronavirus, però, tutte le udienze del Tribunale sono state annullate (ne era prevista una a fine febbraio 2020) e di fatto slitterà tutto a luglio 2020.

Tutto qui, tutto normale e senza “tranelli o trabocchetti”, ci pare. Constatiamo solo l’interesse sempre alto della Lega e dei capogruppo pro tempore nei confronti del laghetto.

Il futuro ipotecato

La scorsa settimana in Consiglio comunale c’era all’ordine del giorno l’approvazione del Bilancio consuntivo 2019. Quando il leghista Fabio Meroni ha toccato il tema del cemento e degli oneri di urbanizzazione, il consigliere Giovanni Angioletti, presa la parola, ha fatto un ragionamento che abbiamo più volte sentito e che ci trova concordi: chi ha amministrato nel passato ha “ipotecato” il futuro della città, e ne ha anche ridotto la vivibilità e, certo, anche la bellezza.

Bello ed accorato l’intervento di Giovanni, vi invitiamo ad ascoltarlo (h 5:37’:50”) perché ci sembra davvero degno di nota. È sotto gli occhi di tutti il fatto che, durante le amministrazioni di centrodestra degli ultimi 20 anni – prima del 2012- il cemento abbia avuto un ruolo fondamentale: un uso, ed un uso pronunciato, a nostro parere.

Con il cemento sono arrivate nuove famiglie e relative auto – con conseguente difficoltà di mobilità e sosta – e abbiamo così raggiunto una densità abitativa che ci rende famosi in tutta la penisola.

E i servizi? Certo, negli anni alcuni sono stati creati (basti pensare a biblioteca o museo) ma la velocità di crescita non si è scaricata allo stesso modo sui servizi diffusi: scuole, spazi di aggregazione etc.

Quindi, chi ha governato per un ventennio (ed oltre) ha “ipotecato il futuro”, cioè i nostri giorni. Angioletti ha davvero ben analizzato…

Consiglio comunale del 7 maggio 2020

Caro Attilio Fontana le scriviamo

Lettera aperta ad Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia. Preso com’è in questo periodo, ci accontenteremmo di ricevere risposta anche fra qualche tempo. Per ora ci preme raccontargli – e raccontarvi – cosa succede in quel di Lissone.

“Durante il Consiglio comunale di Lissone dell’8 Maggio 2020, la parte politica che La supporta in Regione Lombardia (e parliamo di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) ha affermato che noi, e tutta la maggioranza, STIAMO SBAGLIANDO. Stiamo sbagliando perché – come sempre – non sappiamo fare, non sappiamo dire, non sappiamo progettare. Insomma, non sappiamo.

Se facciamo A, avremmo dovuto fare B; se facciamo, è perché facciamo e se non facciamo è perché non facciamo… Ci viene sempre ribadito che il parere dell’opposizione deve essere contrario a quello della maggioranza: fa parte della querelle politica. Qualche volta, però, forse sbagliano anche “loro”, visto che hanno perso le due ultime elezioni comunali; ma chi siamo noi per dirlo?

Quello che stavolta stona è che proprio loro, che sono della Sua parte politica, dovrebbero invece approvare e condividere le indicazioni che da Lei arrivano mentre invece vorrebbero che noi facessimo il contrario di quello che Lei dice. Insomma, Signor Presidente, almeno fra di voi (della Lega), cercate di intendervi…

C’era un chiaro riferimento, nella Sua comunicazione, alla mobilità lenta: il Comune di Lissone ha scelto di finanziare una ciclabile.
C’era un chiaro riferimento, nella Sua comunicazione, alle fasi di inizio lavori: e il Comune di Lissone ha scelto di realizzare una pista ciclabile il cui progetto esecutivo è alla validazione.
C’era un chiaro riferimento alla ripartenza da Covid, anche modificando la struttura delle nostre città.
Ci pare che anche il Sindaco di Milano abbia fatto qualcosa di simile e Lei dovrebbe saperlo perché a Milano ci vive.

Noi siamo una piccola lista Civica e forse la nostra voce cadrà inascoltata. ma ci sembrava giusto dirlo e segnalare che i Suoi sostenitori – o sedicenti tali – hanno bollato come ideologia passata, e quindi non necessarie, le azioni che questa Amministrazione sta intraprendendo.

Noi, invece, questa volta siamo con Lei e la ringraziamo dell’opportunità data al nostro territorio. Naturalmente nel 2021, quando ci sarà l’inaugurazione della ciclabile, siamo sicuri che questa Amministrazione non mancherà di invitarla. Così potremo incontrarci e conoscerci, e quasi certamente, Signor Presidente, al suo fianco – pur di apparire nelle foto di rito – ci sarà qualcuno di coloro che oggi inveiscono contro di noi per la scelta fatta”.

Un’occasione perduta, una brutta pagina politica

Cronaca di una brutta pagina politica: stiamo parlando del Consiglio comunale dell’8 maggio, anche questa volta riunito a distanza per evitare assembramenti e mantenere le distanze.

La “Variazione di Bilancio”, uno dei punti all’ordine del giorno, è stata votata all’unanimità, ma solo dopo polemiche, insulti, considerazioni offensive, prese di posizione, puntualizzazioni, divisioni…

Come sempre” diranno alcuni, “come è giusto che sia” diranno altri. Ma per noi non dovrebbe proprio essere così, almeno non durante gestione di una pandemia, tenuto conto della situazione, dell’impegno e degli sforzi che l’Amministrazione comunale, il Sindaco e la Giunta stanno facendo, a vantaggio di tutti i cittadini. Ma il “palcoscenico”, forse, fa un brutto effetto ad alcuni che tendono ad atteggiarsi ad “attori protagonisti”.

Ma ciò per cui noi dichiariamo che PROPRIO NON CI STIAMO è la questione della mozione presentata da Fratelli d’Italia ad opera del consigliere Ruggero Sala (ricordiamolo: votato in una lista civica e poi magicamente saltato nelle file della destra più estrema).

In sintesi: nella mozione si richiedeva di impegnare Sindaco e Giunta alla realizzazione di un monumento denominato “Io resto in casa”, che celebrasse chi si è impegnato contro il coronavirus e da inserire nella celebrazione di una ricorrenza non meglio identificata (i primi giorni di novembre o forse la festa dell’Unità d’Italia).

Dopo la presentazione della proposta fatta da Ruggero Sala, la maggioranza ha esposto i propri dubbi per bocca del consigliere Mattia Gelosa e ha chiesto che quella mozione fosse ritirata. La proposta alternativa è stata di discuterne prima tutti insieme e poi presentare una mozione condivisa, da approvare all’unanimità, come oltretutto già fatto pochi giorni fa per i contributi economici; l’emergenza Coronavirus non è un obiettivo politico di una parte o dell’altra ma è una situazione straordinaria da affrontare tutti insieme.

Ma la politica, di parte, purtroppo NON LO HA PERMESSO: dopo un primo accenno al dialogo, Sala ha rifiutato sia la proposta di Gelosa che quella fatta dalla nostra Lista Civica, illustrata in un intervento del capogruppo Daniele Mariani che ci ricorderemo.

Per evitare inutili strumentalizzazioni, sintetizziamo allora la nostra proposta, che ci pare di buon senso: ritiro della vecchia mozione, modifiche condivise e discusse da maggioranza e minoranza, modifica del titolo (“io resto a casa” è errato, secondo alcuni). Inoltre si propone di togliere ogni simbolo di appartenenza politica (i morti e gli eroi non devono avere riferimenti politici), cambiare i contenuti temporali (occorre attendere la fine della “guerra al coronavirus” per avere proporzioni, date, sacrifici) e lasciare la mozione “aperta” (non riferita, cioè, solo al monumento ma ad un percorso più ampio e articolato).

Purtroppo anche in questo caso ha prevalso la vecchia (brutta) politica: “Io non ritiro la mozione, voi me la bocciate e io dirò che voi non avete a cuore morti ed eroi…” (Ruggero Sala – Fratelli d’Italia).

Noi speriamo che a breve possa essere approvata una mozione condivisa con queste caratteristiche, che permetta a Lissone il necessario ricordo di persone, situazioni ed eventi, ma che non si trascini dietro messaggi divisivi e di partito.

Buffe metafore, solo polemiche

Il Listone lo ribadisce, proprio come è stato espresso nel Consiglio comunale del 29 aprile: nessuno dei consiglieri e degli assessori dell’attuale giunta ha preso sottogamba l’emergenza che sta vivendo la nostra città e la Nazione intera: un’emergenza non solo sanitaria, ma anche sociale ed economica.

È dunque per puro spirito polemico e per intento sobillatorio verso schiere (neanche tanto numerose) di ipotetici fan, che sembrano essersi espressi alcuni consiglieri di minoranza (non tutti, per fortuna). Una parte polemica è stata quella “recitata” dal consigliere di Forza Italia, Daniele Fossati, che, oltre alle classiche punzecchiature, ha tentato addirittura di travisare gli intenti, le comunicazioni e le pratiche messe in atto dalla giunta lissonese. E abbiamo parlato di “recita” perché, utilizzando metafore musicali e teatrali, il consigliere Daniele Fossati ha buffamente tentato di sminuire l’ottimo lavoro di equipe che i consiglieri, gli assessori e il Sindaco hanno messo in campo.

Non è questo il tempo per polemiche e inutili dispersioni di energie; noi del Listone, invece, ringraziamo i consiglieri di maggioranza e di minoranza che si sono dimostrati solidali, partecipi e uniti nel cercare di elaborare insieme una soluzione pratica, veloce e concreta in aiuto delle categorie più colpite economicamente dal virus.

Non ringraziamo invece lui, il capog­ruppo in Consiglio di Forza Italia. Non lui, che del nostro umile ringraziamento non se ne farebbe nulla. A chi, come il nostrano Fossati, nemmeno durante una pand­emia accantona lo sc­ontro politico e alza a tutti i costi lo scontro, non vogliamo inviare alcun graz­ie.

Lasciamo certi giochetti a quella parte di minoranza – non tutta per fortuna – che continua imperterrita a sminuire e polemizzare: quel che noi abbiamo a cuore è operare presto e bene per alleggerire le difficoltà dei cittadini in questa emergenza .

Un Consiglio virtuale

L’attività politica-amministrativa del Comune di Lissone, compresi i Consigli comunali e le varie Commissioni, ha dovuto adeguarsi alle restrizioni e alle limitazioni imposte dai vari DPCM per limitare la diffusione del coronavirus. Già a partire dall’inizio del mese sono state convocate le Commissioni commercio, sociale, bilancio e istituzionale ma, invece delle classiche sedute “fisiche”, si sono svolte delle riunioni “virtuali”, grazie a strumenti informatici come “Zoom meeting”  che ormai molti hanno iniziato a conoscere e utilizzare.

Il discorso è diverso invece per le sedute del Consiglio Comunale, in quanto la piattaforma da utilizzare per i collegamenti da remoto deve essere “sicura e certificata”. Il nostro Comune si è allora affidato ad una società esterna, la Microvision, che fornisce alla Pubblica Amministrazione soluzioni con i giusti requisiti per la diretta streaming dei Consigli comunali e le votazioni elettroniche.

Consiglieri , assessori, dirigenti, con il Sindaco e il Segretario generale, martedì 28 e mercoledì 29 aprile saranno connessi a distanza – chi da casa, chi dall’ufficio – e il Presidente del Consiglio Talarico avrà l’arduo compito di guidare e coordinare l’aula virtuale e gli interventi; speriamo che anche le minoranze, in questa situazione inusuale e di emergenza, partecipino ai lavori con spirito collaborativo e propositivo.

Naturalmente i cittadini potranno seguire in streaming questa prima “storica” seduta virtuale del Consiglio comunale: tra i vari punti all’ordine del giorno, vogliamo evidenziare una mozionecondivisa da tutti i gruppi consiliari – sugli interventi a sostegno delle attività economiche a seguito dell’emergenza coronavirus .

Un appuntamento storico, da non perdere!

La Lega dell’odio

Un risarcimento di 15.000 euro, ma soprattutto una condanna per incitamento all’odio. Questo è quanto ha stabilito il Tribunale di Torino relativamente ad una finta telefonata organizzata da Andrea Crippa, al tempo dei fatti leader del Movimento dei Giovani Padani ed ex assistente parlamentare di Matteo Salvini a Bruxelles.

Un “bel bottino” giudiziale quello incassato dal giovane padano: decollato da Lissone verso le alte sfere degli ambienti politici nazionali della Lega Nord, non ha perso tempo e, sulle orme del “capitano”, ha subito lasciato il segno (negativo) del suo impegno politico.

In sintesi, il giovane Crippa (attualmente deputato e vicesegretario della Lega) ha simulato una telefonata con un finto centralinista del Museo Egizio di Torino per ricevere informazioni sulle agevolazioni in corso e, travisando la realtà, diceva che gli sconti erano riservati alle persone provenienti da paesi arabi per poi “denunciare” una inesistente discriminazione nei confronti dei cittadini italiani.

Propaganda, fake-news, incitamento all’odio razziale. Insomma, niente di nuovo sotto il sole quando si parla di una certa parte ideologica salviniana. D’altra parte le gesta di Crippa ce le ricordiamo bene anche a Lissone: durante il mandato 2012-2017, quando era consigliere comunale nelle file della Lega Nord, durante le sue rare presenze tra i banchi del parlamentino lissonese, il leghista si fece presto conoscere per i suoi ripetitivi interventi contro gli immigrati e sulla presunta totale insicurezza della città, infondendo paura e rabbia nei cittadini.

Dunque, a distanza di anni, abbiamo ritrovato il giovane lissonese ancora sulla stessa lunghezza d’onda, ma con una condanna e un risarcimento sulle spalle. Crediamo che la nostra Città meriti le sue scuse. Lissone non merita di avere l’immagine di una città dove i ragazzi crescono con il seme dell’odio.

Museo egizio, il leghista Crippa condannato per il video-fake in cui denunciava gli “sconti agli arabi” (Open.online – 22 apr 2020)

Dal Papeete al Papa

Il Covid-19 e le misure restrittive necessarie a contenerlo hanno cambiato le nostre abitudini e lo hanno fatto scoperchiando paure e dando vita a contraddizioni che sarà difficile lasciarci alle spalle. È dunque un momento socialmente delicato e di questo tutti i rappresentanti delle istituzioni civili e religiose sono tenuti a prenderne coscienza.

In questo contesto si inserisce la decisione di lasciare le chiese aperte per chi vuole pregare individualmente, ma di interrompere le funzioni religiose, per evitare pericolosi assembramenti. Lo stesso Papa Bergoglio – lui per primo – ha rinunciato alla folla di Piazza San Pietro decidendo di pregare per l’umanità quasi completamente solo. D’altra parte l’evangelista Matteo (Mt 6,5-6) così scrive: “Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe (..) Tu invece, quando preghi, (..) chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo (..) ti ricompenserà. Parole che oggi, nel 2020 ed in emergenza Coronavirus, rivestono un significato particolare.

Ma il 2020 è anche l’anno in cui un altro Matteo – politico sempre in spasmodica ricerca di consenso – rilascia una dichiarazione avventata e dannosa. Durante un’intervista su Sky TG24 il Matteo leader della Lega mischia impropriamente (e per l’ennesima volta) fede e politica e avanza una richiesta: riaprire le chiese per le celebrazioni pasquali.

Certo, il momento è delicato e qualcuno potrebbe esser tentato di approfittare di paure, timori e futuro incerto, ma un vero politico non può permettersi di pronunciare frasi avventate che non tengano conto di Costituzione e Cittadini (il diritto alla Salute è sancito tra i prioritari dalla nostra Costituzione), un vero uomo di contenuti non deve cercare di cavalcare una grave situazione in cerca di facili consensi.

Fortunatamente i cittadini posseggono ancora la saggezza di quel prete – don Dino Pirri – che, alla proposta del “Matteo 2020”, ha così risposto: “Caro Salvini, oggi le chiese sono chiuse, perché noi preti rispettiamo la legge del nostro Paese . (..) Non usiamo il nostro popolo, ma lo amiamo. Non ci sta a cuore il consenso ma il Bene Comune”. E il Listone fa sue le parole semplici, sincere e vere di questo religioso.

Coronavirus, Salvini vuole chiese aperte a Pasqua: “La scienza da sola non basta: serve anche il buon Dio” (Repubblica.it – 4 apr 2020)

Il sasso, nello stagno

Parliamo oggi del nuovo contratto di lavoro, recentemente firmato, che regola economicamente i rapporti tra i dipendenti e il nostro ente comunale. Questo contratto, frutto di un percorso complesso e impegnativo, mira a valorizzare le professionalità dei dipendenti, assegna nuove risorse, attribuisce importi ed istituisce un efficace metodo di confronto tra lavoratori e datore di lavoro.

Ne parliamo oggi perché, nei mesi scorsi, su questa contrattazione la minoranza ha cercato di creare lo scandalo, di fare scalpore e anche di farsi “portavoce”, perché quello che a loro importa sembra sia solamente di alzare il conflitto e lo scontro, e non l’incontro o il risultato. Tutti paladini dei dipendenti, tutti ad ergersi avvocati dei lavoratori, addirittura “convocando fra il pubblico” in Consiglio comunale alcuni rappresentanti sindacali e lavoratori, anche se non ve ne era nessuna necessità. Diciamolo.

Poi, proprio alcuni della minoranza che negli interventi in Consiglio Comunali, a commento di varie questioni, spesso fanno riferimento alla scarsa (per loro) redditività e performance dei lavoratori, hanno provato a richiedere “chi fa cosa”, in quanto tempo, proiezioni e tempistiche… lasciando intendere che in Comune non si lavori abbastanza. Oppure c’è un’altra possibile spiegazione: forse alcuni hanno voluto cavalcare le criticità perché così sperano di avere in futuro migliore credito politico… Come dire “io sto dalla tua parte!“.

Sarà poi che qualcuno vorrebbe tornare al passato, come ai vecchi tempi, come quando si stava meglio, come quando di aumenti… non ce n’erano.

Noi invece ringraziamo i lavoratori comunali e soprattutto la delegazione trattante e chi ha superato gli interessi “particolari” per portare a casa un accordo collettivo, per tutti.

Alla prossima trattativa.. e alla prossima miope “cavalcata”.

Firmato il Contratto Decentrato Integrativo (Comunicato stampa – 27 gen 20)

5 stelle volate via…

Come spesso succede (in Italia), dopo le elezioni regionali quasi tutti si sono proclamati in qualche modo “vincitori”. E allora: “abbiamo perso ma siamo cresciuti”, “abbiamo perso ma gli altri sono stati scorretti”, “abbiamo perso ma gli elettori ci hanno premiato”…

Tutti, tranne i 5 Stelle. Il Movimento (lento) di Grillo e Di Maio, invece, le ha proprio “prese di santa ragione”, senza “se”, ma soprattutto senza “ma”! Sia in Emilia che in Calabria, le 5 stelle sono volate via… Candidati poco convinti, con un dimissionario Di Maio e qualche freccia spuntata – compreso lo scarso impegno di Grillo – non hanno certo convinto gli elettori, già delusi da precedenti scelte quanto mai discutibili, e il risultato del di voto regionale è stato impietoso.

Con l’avvento delle Sardine, con i “cambi di casacca” dei parlamentari grillini, con il recente tonfo elettorale, crediamo che i 5 Stelle non avranno un gran futuro, anche perché litigano, si contraddicono, escono dal Movimento e perdono così molto consenso.

Anche della nostra città sembra che la litigiosità dei grillini sia una peculiarità: in Consiglio comunale siede un rappresentante apertamente non gradito alla base degli attivisti e le solite voci di corridoio dicono che l’ex consigliere Emanuele Sana sia già pronto a rientrare in gioco… ma non nel Movimento!

Vedremo, certo ora Piermarco Fossati, l’attuale consigliere, ormai si confonde con gli altri colleghi di minoranza: vota sempre coi suoi compagni di avventura, si astiene al bisogno ed è un fedele scudiero del gran capo-minoranze Meroni…
Si, 5 stelle volate via…