Ma sono mille papaveri rossi…

La canzone di De André fa da perfetta colonna sonora a questa visione, che per una volta ci mostra una Lissone bella e colorata. Questa fioritura ornava qualche giorno va la montagnetta di terreno che giace presso la ex cava di via Cellini (zona piscina), in attesa che Anas – come abbiamo già spiegato – completi il lavoro di risanamento e restituzione dell’area all’uso civile.

Intanto, però, i papaveri non hanno aspettato e sono fioriti lo stesso, con l’incredibile capacità che hanno i fiori di rendere bella persino una zona dismessa come questa.
Un segnale significativo anche per noi; un simbolo che la natura non si arrende nemmeno davanti alle brutture degli uomini e che niente è mai del tutto perduto, persino gli ambienti più maltrattati e marginali possono essere recuperati: con un po’ di fantasia e di poesia.

10%! Il riciclaggio schizza in avanti

Avevamo scritto che “I rifiuti vanno a mille“. Adesso possiamo precisare che… almeno vanno al 10% in più. In effetti è davvero eccellente il risultato conseguito dalla nuova modalità di raccolta dei rifiuti con il sacco Rfid blu: dopo un solo mese, il primo mese “pieno” con l’innovativo sistema, la percentuale di differenziata è schizzata al 74,7 per cento (l’anno scorso eravamo al 65%)!

Questo significa che tre quarti dei rifiuti lissonesi ormai sono avviati al riciclaggio e non alla distruzione o alla discarica; e siamo addirittura vicini all’80% che l’amministrazione si è posta come obiettivo per i prossimi 5 anni.
Speriamo che non sia un fuoco di paglia e che la percentuale venga confermata anche in seguito.

E intanto grandi complimenti alla cittadinanza, che in così poco tempo si è adeguata con estrema efficienza alla novità, che porterà benefici sia economici sia ambientali per tutti.

Raccolta differenziata: col nuovo servizio di igiene urbana, a marzo sfiora quota 75% (Comunicato stampa – 26 apr 2017)

Un Contratto onorato fino in fondo

Noi non lo volevamo, eppure – una volta ricevutolo in eredità – l’abbiamo realizzato in gran parte, l’abbiamo migliorato, abbiamo salvato del suolo vergine e costruito meno metri cubi e abbiamo persino risparmiato circa 11 milioni di euro: che cosa volere di più?

Un’interrogazione 5Stelle, l’altra sera in Consiglio comunale, ha permesso agli assessori Anna Maria Mariani e Marino Nava di dipingere il quadro completo del cosiddetto “contratto di quartiere” (la riqualificazione del quartiere ex Ls/1, ora Don Moscotti), dalle origini ad oggi; ed è apparso in tutto il suo valore un grandissimo successo dell’amministrazione Monguzzi.

Ecco il dettaglio per punti:
– il contratto di quartiere è stato approvato nel 2007, con i voti contrari dell’allora minoranza (oggi maggioranza) perché appariva un progetto ciclopico e per vari aspetti azzardato; l’ammontare era di 40 milioni di euro, quasi per il 40% coperti dalla Regione, poi da Aler, dal Comune e dai privati
– nel 2012, all’insediarsi dell’amministrazione Monguzzi, le uniche realizzazioni erano le tre nuove palazzine in cui dovevano trasferirsi gli inquilini della parte di abbattere
– subito la Giunta Monguzzi ha trasferito il cogeneratore, che avrebbe dovuto sorgere nel bel mezzo del giardino della scuola elementare Buonarroti, con un’alta ciminiera al posto del prato.
– quindi è stato realizzato con successo e senza alcun disordine il “più grande trasloco d’Italia”: 134 famiglie dalla “stecca” alle palazzine nuove
– poi è stata abbattuta la stecca degradata, spostando temporaneamente altrove gli alunni della scuola primaria per evitare rischi dovuti al rumore e alle polveri
– è stata concordata con il privato la rinuncia all’ampliamento del supermercato esistente in loco e quella di nuove palazzine di edilizia convenzionata, riducendo dunque l’impatto urbanistico e demografico sul quartiere
– la scuola Buonarroti ha ottenuto diverse migliorie (ingressi, abbattimento passerella, rinnovo giardino), nemmeno previsti all’inizio
– la palestra “scolastica” inizialmente prevista è diventata un palazzetto da 750 posti, per il quale si attende solo la gara d’appalto (competenza provinciale), e non sarà costruito come previsto sul prato bensì sul sedime prima occupato dalle case abbattute, con risparmio di suolo
– il Centro giovanile Cubotto, invece di essere abbattuto e rifatto, sarà riqualificato e raddoppiato, con notevole risparmio sui costi; anche di questo è già stato approvato il progetto preliminare
– ultimo punto dolente: le scale che Aler avrebbe dovuto ristrutturare, ora probabilmente saranno demolite; ed è un’altra diminuzione di pressione demografica in una zona problematica

Questo è ciò che abbiamo fatto in 5 anni (gli stessi trascorsi dall’approvazione alla fine dell’amministrazione precedente), per un totale di 29 milioni di euro e nonostante rallentamenti e ritardi; e hanno ragione gli oppositori a sostenere che raccontarlo equivale a fare uno “spottone” elettorale a nostro favore.
E’ proprio così: abbiamo lavorato bene e molto, e ne abbiamo tanto più merito per il fatto che non era nemmeno una scelta nostra.

Dal cemento al frumento

E’ stato divertente, l’altra sera, vedere i (pochi) rappresentanti del centrodestra presenti in Consiglio comunale fare acrobazie verbali per bocciare l’ingresso di Lissone nel Parco del Grugnotorto – un fatto veramente storico per la nostra città, la più cementificata della Brianza! – senza dire apertamente la loro vera preoccupazione: quella che così sarà ancora un po’ più difficile consumare suolo e costruire su terra vergine a Lissone.

E’ stato davvero incredibile vedere persone che hanno persino l’ambizione di diventare sindaco (vedi Roberto Perego) astenersi nel voto davanti a una decisione che è addirittura ovvia, l’unica possibile per salvare quel poco che resta di natura a Lissone … D’altra parte è anche un’occasione per vedere quale idea di città ha davvero in mente chi aspira a governarci.
Cittadini, ricordatevene: costoro non vogliono il verde, vogliono ancora cemento!

Comunque sia, l’ingresso nel Grugnotorto è stato approvato e ora dovranno accettarci gli altri 8 Comuni già membri. Alcuni dati per capire in cosa consiste questo Parco:
– 1400 ettari verdi, cui si aggiungeranno i 200 di Monza e i nostri 160
– 15% di territori di proprietà pubblica, gli altri privati e coltivati normalmente
– 21 ettari di nuovi boschi creati dalla nascita del Parco nel 2001
– 10.000 metri di filari e siepi creati lungo campi e strade campestri
– 168.000 euro di contributi annui dagli 8 Comuni e solo due dipendenti
– molti progetti di recupero promossi, per esempio: lo storico viale di Villa Bagatti a Varedo; l’Oasi di S. Eusebio a Cinisello; una cava trasformata in Lago Nord a Paderno; il Bosco Bello di Varedo; l’Oasi dei Gelsi di Paderno; la Roggia S. Martino tra Nova e Cinisello…
– infine, oltre metà dei Comuni della Brianza ormai sono entrati in un Plis, alcuni addirittura in due.
E adesso c’è anche Lissone!
NB:   Vediamo che il suddetto Perego legge il nostro sito al mattino presto e infatti oggi ha subito risposto dal suo blog: segno che è stato colto sul vivo. Peraltro, per rispondere a quelle che chiama “menzogne”, espone tre motivazioni per la sua astensione nel voto che noi chiamiamo semplicemente “balle”:

1) NON E’ VERO infatti che l’adesione al Parco è per 50 anni obbligati; la cosa è stata chiarita anche in Consiglio comunale, nell’accordo c’è scritto chiaro e netto che ogni socio può uscire quando vuole

2) NON E’ VERO che non sappiamo i costi: i quali sono parametrati ai cittadini del Comune socio e agli ettari conferiti, due dati ben noti. I conti si fanno alla fine del procedimento di adesione perché tutto va ricalcolato in base ai costi (che sono ormai fissi da anni) e ai nuovi ingressi, ma finora gli 8 Comuni soci pagano 168.000 euro tutti insieme: quindi anche la nostra cifra media si aggirerà intorno ai 20.000 euro annui. Questo è il sistema usato anche per TUTTI gli altri Comuni, ma è anche quello che si usa normalmente per calcolare altre tariffe: per esempio l’adesione ad Anci, o la tariffa dei rifiuti. E’ una cifra che dipende da dati che variano, dunque è variabile e proporzionale: ma proprio per questo è più equa!

3) E’ VERO che il verde agricolo sarebbe comunque rimasto verde, grazie al nostro Pgt (che Perego ha bocciato…), ma è altrettanto vero che in questo modo ha una tutela in più: il che, conoscendo alcuni attuali aspiranti sindaci lissonesi, non è affatto un danno, anzi! E poi, entrando nel Parco, abbiamo la possibilità di aderire a bandi di finanziamento e bellissimi progetti di miglioria ambientale che altri Comuni hanno già realizzato e che NON AVREMMO modo di fare se restassimo da soli.

Capovolgiamo il ragionamento di Perego: se il verde era già tutelato e il Parco è solo un bollino in più, perché si è astenuto? Che poi è la decisione peggiore: se davvero crede che “non si firmano contratti così”, doveva avere il coraggio di votare contro! Invece no, ha fatto la scelta di Pilato: perché è impopolare dire no al verde, ma è impopolare pure scontentare i proprietari delle aree verdi… Il solito piede in due scarpe.

Dove ci sono i padani, cresce il cemento

Non c’è niente da fare: il male della pietra ce l’hanno nel sangue. Il loro colore simbolico sarebbe il verde, ma dove passano di verde ne resta ben poco. A Lissone abbiamo avuto per vent’anni il Premiato Cementificio di Meroni, che adesso vorrebbe riprovarci ad asfaltare anche i pochissimi prati residui.

Ma anche a Biassono il borgomastro legaiolo mica scherza: 90.000 metri quadri di capannoni al confine (tanto per cambiare…) con Lissone. Una lista civica tenta di opporsi, mobilitando anche… le pecore. Speriamo ce la faccia.

Biassono, contro il cemento la lista civica chiama i pastori (Corriere della Sera – 6 apr 2017)

Gelsia sulla linea del Piave

L’accordo era stato annunciato per ottobre, poi è slittato a fine gennaio, ora è stato di nuovo procrastinato di qualche settimana: l’unione (accorpamento, integrazione, aggregazione o quant’altro alla fine sarà eventualmente deciso di fare) tra Ascopiave e Gelsia per la vendita del gas non è ancora cosa fatta , come invece il presidente Giordano aveva mostrato.

Il nuovo termine per l’accordo scade a fine mese, ma nel frattempo si annuncia la nascita di un altro grande gruppo che mira addirittura a diventare la “multiutility lombarda” per eccellenza: A2A. Il colosso del gas milanese, ha infatti firmato un’analoga lettera di intenti con Acsm-Agam (Monza e Como), Aspem (Varese), Aevv (Val Chiavenna) e Lario Reti Holding per studiare “un percorso di partnership industriale e societaria”.

Si tratta di un colosso che – se nascerà – sembra destinato a mescolare molte carte in tavola anche in Brianza, proprio alla vigilia del bando di nuove gare per la distribuzione del gas.

La stessa Gelsia nel 2014 aveva tentato la fusione con Acsm-Agam, prima di optare per Ascopiave che tra l’altro, poco meno di un anno fa, ha fatto entrare nella sua compagine societaria un gruppo di imprenditori privati.

Slitta integrazione Ascopiave-Gelsia (Oggi Treviso – 8 apr 2017)

Monza: prove tecniche di colosso dell’energia con Como, Varese, Lecco e Valchiavenna (Il CittadinoMB – 1 aprile 2017)

I rifiuti vanno a mille

Ottimo riscontro per la “rivoluzione” del servizio di raccolta dei rifiuti e spazzamento stradale, inaugurato da poco più di un mese: i dati di febbraio parlano già di un 67,2% di raccolta differenziata, contro il 65% del mese precedente.

Inoltre il passaggio al sacco blu Rfid ha generato un benefico movimento dei cittadini verso gli sportelli di Gelsia, tanto che in due mesi sono state sistemate ben 1500 posizioni non regolari. Gli stessi responsabili dell’azienda, intervenendo in Consiglio comunale, hanno dimostrato soddisfazione per l’ottima risposta ottenuta dai cittadini: la stragrande maggioranza dei quali si sono adeguati alle novità in poche settimane.

Ma più interessanti ancora appaiono gli sviluppi dell’immediato futuro:
– il calo di 92.000 euro del corrispettivo versato alla società di gestione nel 2017, pari a 3 euro in meno procapite (da 116 a 113 euro annui), diminuzione che completa il calo del 15% della tariffa nei 5 anni di amministrazione Monguzzi;
– la nuova piattaforma, il cui iter è stato finalmente sbloccato dalla provincia e che dunque presto sarà aperta di nuovo tutti i giorni sia per le utenze domestiche che professionali;
– il percorso della gara a doppio oggetto, che dovrebbe essere bandita in questi giorni
– il passaggio alla vera tariffa puntuale “più sporchi più paghi”, che potrebbe entrare effettivamente in vigore già nel 2018;
– ed infine la messa a regime dello spazzamento meccanizzato con divieto di sosta in tutte le 10 zone della città (escluso soltanto il centro) entro metà aprile.

Il rischio è sotto controllo

Molto positivo l’esito del Consiglio comunale aperto sulla Protezione civile (nonostante la scarsa partecipazione dei cittadini, ma anche delle minoranze di centrodestra: tanto loro del Piano di emergenza ne hanno fatto a meno per vent’anni…). Si trattava di un momento informativo e formativo che fa seguito all’approvazione del Piano, avvenuta nel 2014, e alla prima esercitazione “per posti di comando”, realizzata nel 2016. Erano presenti tutte le realtà lissonesi interessate alle emergenze: Protezione civile, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Radioamatori, Gev, Croce Verde, Carabinieri in congedo…

Si è capito con chiarezza che il rischio prevalente e quasi unico (a parte eventi meteorologici come trombe d’aria o nubifragi) cui Lissone è sottoposto è quello chimico industriale, per la presenza in contesto urbano di due industrie che manipolano materiali tossici.

Ma anche questa realtà di pericolo potenziale viene in un certo senso ridimensionata sapendo, da una parte, che le due fabbriche devono avere meccanismi di sicurezza interni molto stringenti e controllati dalla Prefettura, e – dall’altra – che le misure previste per la popolazione in caso di fuoriuscita accidentale di gas toccano al massimo i 200 metri di raggio e consistono nel chiudersi in casa tappando ogni possibile ingresso dell’aria; l’evacuazione è invece una scelta non consigliata e comunque da fare in casi rari.

Il Consiglio comunale aperto si è concluso con la proposta di alcuni passi successivi, tra cui l’aggiornamento del piano (soprattutto per quanto riguarda la scelta di un segnale d’allarme univoco ben riconoscibile dalla popolazione e i mezzi di diffusione delle notizie), la programmazione di una esercitazione effettiva tra i cittadini che abitano vicino alle suddette fabbriche e la predisposizione di un generatore di corrente autonoma per il municipio, dove hanno sede i posti di comando in eventuali emergenze.

Piano di emergenza comunale del Comune di Lissone

Il Grugnotorto ci dà il benvenuto. In bici

Sarà dedicata particolarmente a Lissone (e a Monza) la festa annuale del Consorzio Parco Grugnotorto Villoresi, che la mattina di domenica 2 aprile prevede una biciclettata nel territorio del Parco proprio per dare il benvenuto ai due nuovi Comuni aderenti: ovvero Lissone e Monza.

Il percorso di circa 10 facili km parte dal Centro di Educazione Ambientale di Cinisello Balsamo (via Cilea angolo via Giolitti, ritrovo alle 9,30) e lungo l’alzaia del Canale Villoresi arriverà al Parco Villoresi di Monza; lì alle 10,30 avverrà il simbolico incontro con i due Comuni nuovi arrivati.

“E’ oggi ancora difficile raggiungere le altre aree di Monza e di Lissone in bicicletta – scrive il presidente del Plis Arturo Lanzani nel suo invito – ma in futuro ce la metteremo tutta per agganciare e collegarci anche con loro”.

E noi ce la metteremo tutta, nella prossima amministrazione comunale, a… lasciarci “agganciare” in una rete di ciclabili nel verde.

Chi toglie l’eternit…

…è a metà dell’opera! Come attestano queste immagini, procede a gonfie vele e terminerà entro fine mese la delicata operazione di rimozione delle lastre di eternit dal tetto della scuola Croce e della annessa palestra.

Una ditta specializzata sta sostituendo progressivamente la copertura in cemento-amianto ammalorata con nuove lastre in lamiera, già predisposte per eventuale impianto fotovoltaico; un lavoro che vale 300.000 euro e che sana finalmente una situazione potenzialmente pericolosa.

I lavori stanno svolgendosi con tutte le cautele del caso, come dimostrano anche gli esiti positivi delle periodiche ispezioni delle autorità sanitarie, nonché i monitoraggi giornalieri disposti a tutela dei piccoli alunni.

Un altro bel plus segnato dalla Giunta Monguzzi sulla lavagna della sicurezza scolastica.