Grazie elettori! Ora il colpo finale

Il primo step è stato superato, Concetta Monguzzi si trova sicura sulla rampa di lancio verso il secondo mandato: il suo risultato elettorale eguaglia infatti quello ottenuto nelle scorse elezioni del 2012, ma con un clima allora nettamente diverso, una lista d’appoggio in meno (che ora si è schierata da sola) e contro un centrodestra tornato compatto.

La distanza di poco più di due punti percentuali è dunque assolutamente colmabile, purché le altre liste escluse ragionino secondo coscienza e facciano ciò che hanno sempre dimostrato di volere durante la campagna elettorale: ovvero contrastare il super-costruttore e vetero politicante Fabio Meroni.

Non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo: vorremmo vedere, per esempio, i Cinquestelle che dicono “no” al grande pericolo di un leghista che si è vantato di voler cementificare ancora di più Lissone; vorremmo che le liste civiche di Roberto Perego, con le quali c’è consonanza su parecchi punti di programma, ne traessero le conseguenze per il vero bene comune della collettività; vorremmo che Lissone la mia Città valutasse realisticamente i rischi di un centrodestra affarista e non trasparente; vorremmo che il simpatico candidato dei Comunisti invitasse i suoi a scegliere la coalizione più a sinistra.

Non è un appello: è una chiara scelta di parte, perché adesso sono due e soltanto due le decisioni possibili (a parte l’astensione, che comunque sarebbe a favore del più forte).
O di qua o di là, e non ci sono scuse: chi sceglierà Meroni, saprà a chi consegna Lissone.

Una campagna a suon di lobby

Se c’è una caratteristica comune nel comportamento del centrodestra in questa campagna elettorale è il corteggiamento delle lobby, di tutti i tipi: la coalizione di Fabio Meroni addirittura trascura la presenza in pubblico a vantaggio degli incontri con i gruppi di interesse privato, che siano società sportive o associazioni di categoria; una palestra a questo, un sostanzioso contributo a quell’altro, un occhio di riguardo per Tizio…
Promettono, promettono; poi tanto, se e quando manterranno, sarà a spese nostre.

La spudoratezza giunge al colmo quando alcuni esponenti eminenti di tali lobby entrano direttamente nelle liste politiche, e lì siamo nella scorrettezza morale più totale perché il messaggio è chiaro: se vinco, io otterrò quello che voglio per me (la mia associazione, il mio gruppo sportivo, eccetera).

Ma l’abbiamo scritto tante volte: il bene comune non è la somma dei benefici dei singoli! (anzi, spesso avviene il contrario: il privilegio di uno toglie risorse all’utilità di tutti).
Bisogna avere invece uno sguardo che tenga sì conto delle richieste particolari, però stia al di sopra di esse: considerando quali di esse rientrano davvero dell’interesse di tutta la comunità.

Noi questo l’abbiamo sempre fatto, e ci rendiamo conto con ciò di aver scontentato parecchi gruppi che in passato erano invece abituati ad avere trattamenti “di riguardo”.
I lissonesi lo sappiano: i privilegi di qualcuno li paghiamo noi tutti.

Il fumo fa male. La differenziata no

Interessante (e inquietante) lo studio commissionato dall’amministrazione di Desio sulla ricaduta dei fumi dell’inceneritore collocato alla periferia della città; è stato determinato il raggio di caduta delle emissioni del caminone, che interessa tre quarti di Desio stessa più altre zone di città limitrofe verso ovest (Lissone è esclusa).

Adesso verranno richiesti i dati epidemiologici degli ultimi anni, in modo da verificare se in quell’area si riscontrano patologie particolari. Noi speriamo ovviamente di no; ma intanto una certezza c’è: più facciamo la differenziata e promuoviamo il riciclo, meno rischi corriamo. Per l’ambiente e per la nostra salute.

Desio, i fumi dell’inceneritore ricadono su sei comuni. “Ora lo studio sulle malatttie” (Il Giorno – 26 mag 2017)

Cosa succede a Seregno

C’è Lega e Lega: l’abbiamo sempre detto. C’era una volta a Lissone la Lega che difendeva il territorio e c’è purtroppo da 15 anni la stessa Lega – e spesso con le stesse persone… – che lo ha distrutto per sempre, con pratiche di potere che hanno favorito interessi di pochi.

Guardate cosa succede a Seregno, ben spiegato da quest’articolo di Infonodo, e relativo a una vicenda di cave e di edilizia

Ma leggete soprattutto cosa ha fatto con coerenza e un certo coraggio l‘assessore locale all’urbanistica, dimettendosi quando si è resa conto di essersi scontrata con una volontà politica ben diversa dalla sua:
“E’ evidente,  infatti, che favorire e assecondare pedissequamente le istanze di nuovi insediamenti di grande distribuzione commerciale è atteggiamento contrario alle linee guida impartite dal movimento Lega Nord per l’espletamento del mio mandato. Salvaguardare il verde, che sia Plis, di cintura o cuscinetto, dovrebbe essere di per sé un valore inestimabile in quanto ontologicamente “fruibile”,soprattutto all’interno di un tessuto fortemente urbanizzato come il nostro”.

Capito? A Seregno la Lega Nord difende il verde.
Accidenti, proprio a noi dovevano capitare i padani sbagliati?

Un mondo migliore? Sul pianeta Iarga…

Radio Padania ha appena chiuso i battenti, e ce ne dispiace: se non altro per questi siparietti, che però si trovano ancora in Rete. Se dunque volete divertirvi un po’, ascoltate questa vecchia intervista a Fabio Meroni e ricordatevi che quello che sta parlando è l’attuale candidato sindaco di Lissone; colui che vuole portare Lissone “nel futuro”…

Quale futuro? Forse quello extraterrestre del pianeta Iarga, abitato da extraterrestri con la faccia da cavallo ma molto pacifici ed evoluti, che sanno guidare i veicoli a distanza e hanno ospedali avanzatissimi.
Peccato che anche gli Iargani siano preoccupati per lo sfruttamento dell’ambiente nel pianeta Terra: si vede che non hanno ancora organizzato un “incontro ravvicinato” con il loro fan Fabio Meroni

Calunnie che saranno perseguite penalmente

Stanno circolando su alcuni social vicini al centrodestra lissonese voci infamanti e diffamatorie relative a un inesistente volantinaggio elettorale che sarebbe stato effettuato da alcune insegnanti addirittura nelle loro classi. Ovviamente, secondo una collaudata strategia denigratoria, non si fa nessun nome, non si danno prove e nemmeno si citano le liste presunte “colpevoli”.

Avvertiamo pertanto tutti i lissonesi che si tratta di un ignobile tentativo per screditare gli avversari politici e in particolare le liste che sostengono Concetta Monguzzi, che radunano appunto numerose insegnanti.
Siamo certi che l’intelligenza dei cittadini non cadrà nella trappola, anzi avrà modo di valutare la moralità di chi usa questi mezzi.

Chiediamo a tutti i candidati sindaci di dissociarsi esplicitamente da queste bassezze e da parte nostra siamo pronti ad agire in tutte le sedi, anche penali, contro chi tentasse di sporcare l’onestà e correttezza dei nostri candidati.
Il Comitato elettorale “Concetta Monguzzi Sindaco”

In stazione a 2 e a 4 ruote

La ciclofficina, ma anche il raddoppio dei parcheggi per pendolari. E’ finalmente partito, dopo gli inevitabili intoppi burocratici, il cantiere per la costruzione della ciclostazione con deposito custodito delle biciclette, che – ricordiamolo – è stato pagato con l’indennizzo della ciminiera “svenuta” per il caldo nell’estate di qualche anno fa e che già dal prossimo autunno consentirà ad almeno un centinaio di pendolari ciclisti di lasciare i propri velocipedi in mani sicure.

Ma, oltre all’aspetto del nuovo manufatto, osservando il cartello di cantiere si può scoprire un’altra cosa: la pianta del parcheggio esteso che occuperà il resto dello spiazzo fino alla via Perlasca, di nuova apertura con sbocco su via Cappuccina. In pratica avremo uno spazio pavimentato a nuovo con accesso solo da un’estremità e uscita – dopo un percorso a senso unico e a serpentina che garantisce sicurezza – dall’altra.

Lavori in corso per la nuova ciclostazione con ciclofficina (Comunicato stampa – 24 mag 2017)

Lo stalking del populista

Ormai siamo a livello di stalking: eh sì che – di sicuro! – l’assessore Beretta non è certo una bella donna… Sarà infatti almeno la quinta volta che, anche con ripetute interpellanze comunali, il candidato Roberto Perego accantona le sue finte alucce da cattolico tradizionalista e sfodera i canini affilati dell’ambizioso in carriera politica per prendersela con i rimborsi ai permessi retribuiti del nostro esponente, “reo” (a differenza sua) di essere un lavoratore dipendente e dunque di aver diritto per legge ad assentarsi dal lavoro per svolgere i lavori di Giunta.

Quasi 70.000 euro in 5 anni, cioè 14.000 euro l’anno di rimborsi versati dal Comune all’azienda di Beretta: il quale –  si noti bene! – non ne ha messa in tasca nemmeno una lira, ma ha soltanto continuato a ricevere il suo stipendio di sempre (lordo, tra l’altro: dunque quei rimborsi in parete “ritornano” in tasse, e anche al Comune di Lissone…).

Sono comunque tanti soldi? Dipende. Abbiamo infatti già fatto notare altre volte con un chiaro specchietto che ripetiamo qui, che il Comune spende per Beretta né più né meno di quello che spende per altri assessori o per il presidente del Consiglio; con la differenza, semmai, che altri li ricevono come reddito aggiunto, lui invece no.

Quindi in questi 5 anni ha “guadagnato” lo stesso netto di altri colleghi dipendenti come lui (Colnaghi, Mariani) e molto meno di quelli che invece svolgono libere professioni – una differenza peraltro voluta correttamente dal legislatore, che ai lavoratori dipendenti concede i permessi retribuiti di cui gli altri non godono.

Questo lo ripetiamo non tanto perché Perego finalmente lo capisca, ma perché lo sappiano magari altri elettori che s’imbattono per la prima volta in questa annosa storia.
E vorremmo che sapessero anche questo: nel suo programma Perego sbandiera che i suoi “consiglieri dovranno firmare un atto di rinuncia ai rimborsi per permessi retribuiti” e crede con ciò di fare un atto di trasparenza; invece dà prova di incompetenza di pubblico amministratore, perché quella regola è stata realizzata proprio per dare a tutti – e non solo ai ricchi, o a quelli che vivono di rendita: come succedeva in passato, quando comandavano solo quelli che avevano un certo reddito – la possibilità di esercitare incarichi elettivi o pubblici senza patirne un danno economico che sarebbe insostenibile per chi vive solo del suo lavoro.

Dunque quello che vorrebbe chiedere ai suoi consiglieri – che non necessariamente devono essere lavoratori autonomi come lui – è assolutamente antidemocratico, anzi probabilmente anticostituzionale, e non resisterebbe a nessun ricorso.

I soldi pubblici vanno risparmiati dove è giusto farlo (per esempio sui 30.000 euro per l’inutile postazione con l’elenco dei defunti che lui voleva piazzare fuori dal cimitero…) e non quando ne va a discapito la parità tra cittadini.
Quello che predica non è uguaglianza e oculatezza, bensì paternalismo populista.

Ps. A chi si dovesse chiedere come mai Beretta, che non è l’unico lavoratore dipendente della Giunta, sia l’unico ad ususfruire dei permessi retribuiti, questa è la spiegazione: l’azienda di Angioletti ha deciso liberamente di non richiedere il rimborso; Colnaghi e Mariani, essendo dipendenti pubblici, non ne hanno bisogno perchè il loro ente provvede in proprio; infine il sindaco Concetta Monguzzi è in aspettativa.

Il buon politico non fa il “padrone”

“Cerchiamo di non essere ipocriti. Possiamo chiedere l’onestà, la competenza, l’impegno, il rispetto della legalità a chi ci governa e a chi ci governerà solo se anche per noi sono valori in cui crediamo e che realizziamo nella vita”.

Parla chiaro don Tiziano Vimercati, parroco della Comunità pastorale di Lissone “Santa Teresa Benedetta della Croce”, che dedica alle prossime elezioni amministrative il lungo editoriale del suo bollettino settimanale.
Il parroco continua, bacchettando da una parte l’arroganza del potere e dall’altra le blandizie del populismo:

“A chi governa, a tutti i livelli, possiamo chiedere, e ne abbiamo il diritto, competenza, preparazione, genuino senso dell’onestà, rispetto della legalità per poterla poi chiedere ai cittadini, rispetto profondo verso tutti, avere a cuore i più deboli, favorire la solidarietà, il volontariato, tutelare il lavoro e dare speranza ai giovani, difendere la libertà di educazione, superare le emarginazioni.

Gestire ciò che è di tutti, il denaro pubblico, il territorio, la qualità della vita, la ripartizione dei benefici e dei sacrifici, richiede molta serietà e rispetto della gente. Ma che ci può essere solo se chi ci governa non si dimentica che nessuno l’ha eletto padrone della città.

Chiediamo anche che non ci si limiti all’ordinaria amministrazione, alle cose che appagano nell’immediato nella speranza che procurino qualche facile consenso, e tanto meno che si cavalchino e si fomentino le paure costruite ad arte, ma si pensi al futuro, alla città che desideriamo consegnare ai figli e ai nipoti, in qualche misura chiediamo che ci sia anche qualche “bel sogno” da realizzare, capace però di trasformare la quotidianità e renderci migliori”.

Un bel programma, e per quanto ci riguarda lo sottoscriviamo.