Lo stalking del populista

Ormai siamo a livello di stalking: eh sì che – di sicuro! – l’assessore Beretta non è certo una bella donna… Sarà infatti almeno la quinta volta che, anche con ripetute interpellanze comunali, il candidato Roberto Perego accantona le sue finte alucce da cattolico tradizionalista e sfodera i canini affilati dell’ambizioso in carriera politica per prendersela con i rimborsi ai permessi retribuiti del nostro esponente, “reo” (a differenza sua) di essere un lavoratore dipendente e dunque di aver diritto per legge ad assentarsi dal lavoro per svolgere i lavori di Giunta.

Quasi 70.000 euro in 5 anni, cioè 14.000 euro l’anno di rimborsi versati dal Comune all’azienda di Beretta: il quale –  si noti bene! – non ne ha messa in tasca nemmeno una lira, ma ha soltanto continuato a ricevere il suo stipendio di sempre (lordo, tra l’altro: dunque quei rimborsi in parete “ritornano” in tasse, e anche al Comune di Lissone…).

Sono comunque tanti soldi? Dipende. Abbiamo infatti già fatto notare altre volte con un chiaro specchietto che ripetiamo qui, che il Comune spende per Beretta né più né meno di quello che spende per altri assessori o per il presidente del Consiglio; con la differenza, semmai, che altri li ricevono come reddito aggiunto, lui invece no.

Quindi in questi 5 anni ha “guadagnato” lo stesso netto di altri colleghi dipendenti come lui (Colnaghi, Mariani) e molto meno di quelli che invece svolgono libere professioni – una differenza peraltro voluta correttamente dal legislatore, che ai lavoratori dipendenti concede i permessi retribuiti di cui gli altri non godono.

Questo lo ripetiamo non tanto perché Perego finalmente lo capisca, ma perché lo sappiano magari altri elettori che s’imbattono per la prima volta in questa annosa storia.
E vorremmo che sapessero anche questo: nel suo programma Perego sbandiera che i suoi “consiglieri dovranno firmare un atto di rinuncia ai rimborsi per permessi retribuiti” e crede con ciò di fare un atto di trasparenza; invece dà prova di incompetenza di pubblico amministratore, perché quella regola è stata realizzata proprio per dare a tutti – e non solo ai ricchi, o a quelli che vivono di rendita: come succedeva in passato, quando comandavano solo quelli che avevano un certo reddito – la possibilità di esercitare incarichi elettivi o pubblici senza patirne un danno economico che sarebbe insostenibile per chi vive solo del suo lavoro.

Dunque quello che vorrebbe chiedere ai suoi consiglieri – che non necessariamente devono essere lavoratori autonomi come lui – è assolutamente antidemocratico, anzi probabilmente anticostituzionale, e non resisterebbe a nessun ricorso.

I soldi pubblici vanno risparmiati dove è giusto farlo (per esempio sui 30.000 euro per l’inutile postazione con l’elenco dei defunti che lui voleva piazzare fuori dal cimitero…) e non quando ne va a discapito la parità tra cittadini.
Quello che predica non è uguaglianza e oculatezza, bensì paternalismo populista.

Ps. A chi si dovesse chiedere come mai Beretta, che non è l’unico lavoratore dipendente della Giunta, sia l’unico ad ususfruire dei permessi retribuiti, questa è la spiegazione: l’azienda di Angioletti ha deciso liberamente di non richiedere il rimborso; Colnaghi e Mariani, essendo dipendenti pubblici, non ne hanno bisogno perchè il loro ente provvede in proprio; infine il sindaco Concetta Monguzzi è in aspettativa.