Zona rossa

Zona rossa? Zona di persone

Un’ insegnante. Un medico. Una madre. Un libero professionista che commercia. Perché al centro dei decreti, delle analisi, delle indicazioni sanitarie, ci sono le persone. Cittadini come noi e voi che stanno vivendo  l’emergenza coronavirus. Il Listone lo sa: condividere è importante.

Patrizia – insegnante di scuola primaria
Dall’oggi al domani ci siamo trovati nella condizione di non poter più essere a scuola con i nostri alunni, di non poter condividere una quotidianità di impegno che a volte pesa, ma che quando manca, pesa ancora di più. Eravamo nel bel mezzo delle attività organizzate per il Carnevale e questo, se possibile, contrasta ancora di più con le preoccupazioni generate da questo particolare momento. Noi insegnanti ci siamo attivate per far avere agli alunni delle attività da svolgere per “riempire” questo tempo sospeso, per dare continuità alla didattica, perché anche questo è importante; ma quello che manca è il contatto quotidiano e la relazione emotiva, indispensabild e fondamentale nel nostro lavoro.​

Roberto – medico libero professionista
Molti dei miei pazienti arrivano preoccupati e allarmati dalla diffusione del coronavirus. Nella mia attività, che richiede uno stretto contatto con il paziente, sto seguendo le direttive impartite dell’Ordine dei Medici e dal Ministero della Sanità. In sala d’attesa ho esposto materiale informativo sul coronavirus e invito i pazienti, appena entrano, a lavarsi accuratamente le mani. In sala d’attesa ho aumentato lo spazio tra una sedia e l’altra e ho allungato i tempi tra un appuntamento e l’altro in modo da evitare l’affollamento. Per il resto applico, ancora più scrupolosamente, le consuete procedure di igiene e sterilizzazione. Certo, ci sono state disdette e rimandi a un non meglio precisato “piu’ avanti “. La speranza é che la situazione sanitaria non precipiti mandando nel panico l’intera popolazione.

Valentina – mamma lavoratrice
La diffusione del Coronavirus sta mettendo in difficoltà molte famiglie, la nostra città, un’intera nazione. Ognuno di noi si pone delle domande: come farò con mia figlia se la scuola rimarrà chiusa a lungo? Avrò problemi sul lavoro? Familiari e amici si ammaleranno? Io posso dirmi fortunata; i nonni accudiscono mia figlia e mi permettono di andare a lavorare. Però a lei mancano i compagni, le maestre, la sua quotidianità e a noi i suoi buffi racconti della giornata a scuola. Le istituzioni ci chiedono un grande sforzo: rinunciare a parte delle nostre abitudini e comodità per proteggerci, tutti insieme, anche se insieme non possiamo stare. Per molte famiglie sarà dura, ma torneremo presto alla normalità. Ne sono sicura.

Marco – agente immobiliare
In questi giorni comincio a notare delle differenze nelll’approccio coi clienti : le persone cominciano a capire che non si tratta solo di una notizia gonfiata dai giornalisti per fare ascolti, ma che la situazione va arginata anche con precauzioni personali. I clienti che entrano mio ufficio, a differenza di prima, non si avvicinano più per stringermi la mano e salutarmi con l’affetto tutto italiano, ma entrano timidamente e nel contempo dispiaciuti di non poter salutare come vorrebbero; alcuni appuntamenti sono stati disdetti a causa del timore di alcuni di incontrare più gente del dovuto.​ Quello che possiamo fare per tutelarci è disinfettare più volte al giorno le superfici a contatto coi clienti, e lavarci le mani in continuazione. Si impara a dare il benvenuto ai clienti “solo” con un sorriso e senza strette di mano. Sembra poco, ma nella speranza che questa situazione passi in fretta, noi piccoli imprenditori dobbiamo restare positivi per trasmettere a chi sceglie di venire da noi uno scampolo di serenità.