Parole come pietre
Le parole sono pietre. In questo caso sono state un colpo di pistola, ovvero il mezzo con cui lunedì scorso un agente di polizia locale di Palazzolo sull’Oglio si è tolto la vita. Parole irrispettose, giudizi pesanti scritti sui social contro di lui (reo di aver parcheggiato l’auto di servizio in un posto riservato ai disabili ) paiono averlo condotto a un gesto così estremo e irreparabile.
Certo, l’agente ha sbagliato, lo ha ammesso e al suo errore sono seguite le scuse ufficiali e un indennizzo simbolico all’Associazione che aveva denunciato il fatto. Ma ai leoni da tastiera questo non è bastato e hanno continuato a inveire, per giorni e giorni, scrivendo commenti di una violenza verbale inaudita che hanno portato il vigile Gian Marco Lorito al gesto estremo. E purtroppo la storia non è finita: ora la “macchina del fango” si è indirizzata contro il Presidente dell’Associazione, “colpevole” di avere diffuso la foto dell’auto in sosta vietata.
Gli “haters”, ovvero coloro che diffondono odio sul web e sui social, ora rischiano una condanna per diversi reati tra cui diffamazione, stalking e incitamento all’odio. Pensare che i social siano una sorta di Far West ove ognuno possa giudicare senza conoscere e senza poi doverne rispondere personalmente, è un’illusione destinata a infrangersi contro la realtà: ne ha avuto riprova un hater, concittadino lissonese, che circa un anno fa è stato denunciato dal sindaco Concettina Monguzzi in seguito a una frase forte, carica di odio, una vera e propria minaccia a lei indirizzata scritta su una pagina Facebook. “Pensare di uccidere una persona o incitare gli altri a farlo, solo perché non la pensa come vorremmo, mi fa tornare alla mente periodi cupi della storia passata”, disse il Sindaco in quella occasione.
Noi del Listone vogliamo unirci ancora una volta in difesa di chi denuncia i famosi “leoni da tastiera”: fare politica non significa trasformare la pancia in cervello e gli istinti in morale. Per noi, fare politica significa agire per il bene comune e parlare rispettando le persone, anche quando non se ne condividono le idee.