Il futuro, in presenza!
Ospitiamo oggi una riflessione di Roberta, una ragazza di quinta superiore: il messaggio è chiaro, così come è chiaro l’invito rivolto al mondo dei “grandi”…
“VOGLIO TORNARE A SCUOLA!” Nessuno di noi studenti avrebbe mai immaginato di gridare a gran voce di voler tornare a scuola… Abbiamo sempre avuto la certezza (o l’obbligo) di “dover andare a scuola” per la prima parte della nostra vita. Invece, da un momento all’altro, la scuola in presenza ha dovuto fermarsi. E se all’inizio questa “didattica a distanza” poteva entusiasmare e veniva accolta positivamente come una soluzione “temporanea”, oggi non se ne può più.
La scuola, prima di essere luogo di cultura e di nozioni, è la nostra vera e prima maestra di vita. Confronto, obbedienza alle regole, rispetto di un superiore e tolleranza sono solo alcuni dei valori che la Scuola – con la S maiuscola – insegna ad ognuno di noi. E questi valori non possono essere trasmessi tramite uno schermo!
La pandemia ha tolto tanto a molte persone, ma a noi studenti ha tolto forse la cosa più importante in questa fase della nostra vita: socializzare. Recarsi a Scuola e trovare i propri amici, scambiare due parole con il bidello, rivolgere domande ad un professore, essere a contatto con persone totalmente diverse da te… questo è il cuore della comunità scolastica.
Dopo quasi un anno di Dad, la Scuola – quella con la S maiuscola – è un ricordo lontano. Si va avanti con i programmi, si preparano gli studenti per la maturità, si verificano le conoscenze… ma la Dad non è la soluzione e per ora bisogna continuare a fare sacrifici.
Di fronte a quello che sta vivendo la nostra comunità – numerose vittime e attività in difficoltà – la Dad ci permette in qualche modo di ricevere l’educazione e l’istruzione che ci spetta, e così noi studenti, pazienti e consapevoli della gravità della situazione, lavoriamo e aspettiamo che il ritorno a Scuola sia possibile. Speriamo in un ritorno in sicurezza che sia definitivo: questo continuo rimandare e l’incertezza delle istituzioni (cioè di coloro che dovrebbero rassicurare tutti) non fanno altro che ledere a noi, in primis, e poi ai professori e all’organizzazione scolastica.
Ed è proprio questa incertezza che motiva le proteste degli ultimi giorni di studenti e studentesse che chiedono di essere ascoltati e pretendono risposte concrete. Noi studenti meritiamo rispetto, trasparenza e chiarezza.