Lissone - Palazzetto dello Sport

Lo sponsor, innanzitutto!

Riprendiamo oggi la questione della mozione presentata (e poi ritirata) per intitolare il nuovo Palazzetto dello Sport di via Conti alla campionessa lissonese Irene Camber. La stampa locale ha ripreso la le parole pronunciate da Camarda (assessore allo Sport) in Consiglio comunale, il quale ha motivato il rifiuto di intitolare il Palazzetto con motivi di “appetibilità” economica e finanziaria.

Mandato avanti in solitaria (nel frattempo tutti gli altri erano usciti dall’aula…), l’Assessore ha anteposto gli interessi economici (una eventuale intitolazione a uno sponsor) ai valori e ai contenuti espressi nella mozione, presentata da tutta la minoranza. È stato in grado, in un solo istante, di cancellare i meriti sportivi, l’esempio, la qualità della storia proposta da un nominativo forte, pulito, irreprensibile.

Donna, madre, sportiva, campionessa, lavoratrice, premiata con il “Premio TALAMONI alla memoria” nel 2024 e iscritta al “Famedio” del Cimitero Monumentale di Milano. Un esempio che altre città sarebbero orgogliose di avere, un nome che avrebbe dato lustro alla città, al Palazzetto e alla scherma italiana.

Ma cosa volete che ne sappia, l’Assessore, della “signora della scherma”; lui è impegnato nel Basket locale. E cosa volete che ne sappiano Massimiliano Paninforni e Marco Fossati, spalleggiatori attivi per la bocciatura della mozione.

Non interessa l’esempio formativo ed educativo che l‘intitolazione avrebbe potuto dare ai ragazzi e alle ragazze, ospiti del Palazzetto. In molti si sarebbero chiesti: Ma chi era Irene Camber? Perché le hanno intitolato il Palazzetto? Cosa ha fatto di così speciale? Ma no, quello che interessa sono le (possibili) future sponsorizzazioni!

Miopi, scarsi e persino offensivi i detentori del potere a Lissone Una caduta di stile che testimonia chi ci governa oggi, Laura Borella in primis. Che poi nessuno dei moderati della maggioranza abbia voluto (potuto) dire nulla, dà proprio la misura di questo tempo. Un tempo di rassegnazione e di desolazione.