Il Listone

Voglio trovare un senso, civico

Piazza Craxi

Piazza Craxi

“Voglio trovare – un senso a questa storia – anche se questa storia – un senso non ce l’ha”. Potrebbe iniziare così, con le parole di una nota canzone di Vasco Rossi la nostra riflessione sulla perdita di “senso civico” che sta causando innumerevoli problemi alla nostra società.

Ma di cosa parliamo? Di quella miscela di educazione e rispetto che i nostri genitori ci hanno insegnato – eredità di precedenti generazioni – e che, sia nella vita privata che in quella pubblica, da sempre ha rappresentato la linea di demarcazione tra ciò che è “giusto” e ciò che è “sbagliato”.

Noi del Listone – è sempre bene ricordalo – siamo una lista civica che ha applicato il senso civico al fare politica, all’impegno ed al “sacrificio” per il bene comune. Una gestione collettiva che parte dal buon senso e che, senza dover rispondere a padri e padroni, cerca – e spesso ci riesce – di ottenere un miglioramento per tutti. Anche l’idea stessa di “insieme di persone provenienti da diversi orientamenti politici e filosofici che poi si applicano alla risoluzione di problemi particolari” ci sembra ancora attuale e vincente.

Il Listone rinnova l’impegno verso la ricerca e la riscoperta del senso civico; un obiettivo a cui tendere non per un tornaconto personale, di immagine o di scopo, ma per continuare l’impegno per il quale siamo stati votati e ancor prima ci siamo messi in discussione come persone.

Diciamo questo perché, in questi ultimi mesi, troppe volte abbiamo assistito ad episodi che rivelano un senso civico inesistente, deformato, o adattato secondo la propria necessità. In città a volte si assiste alle imprese di quattro bulletti che, reclamando il diritto di fantomatici “diritti personali” (?), finiscono poi per imbrattare luoghi e muri, rompere e addirittura incendiare attrezzature, occupare rumorosamente piazze e scalinate, sedere e sdraiarsi per terra anche in luoghi sporchi e decisamente poco adatti.

Se poi allarghiamo lo sguardo, possiamo vedere comportamenti ancora peggiori: violenze verbali e fisiche contro genitori, professori e coetanei. E poi, purtroppo, si pagano le conseguenze di questa inciviltà: ragazze bullizzate che si gettano sotto il treno, genitori violenti che con amici partono all’attacco dell’istituzione e la feriscono.

Per quanto ci riguarda, non vogliamo che Lissone segua questa deriva e crediamo che l’unica via di uscita sia un patto forte tra chi riconosce il valore e l’importanza del vero “senso civico”: un appello a famiglie, insegnanti, compagnie di amici, educatori, animatori per fare “squadra” contro la maleducazione, l’arroganza e il vandalismo che ultimamente vediamo anche a Lissone. Solo così potremo ridurre il fenomeno, solo così potremo farcela.

E a chi dice e ridice – con facile populismo e nella speranza di raccattare qualche consenso in più – che ci vuole il “pugno duro” (anche se a volte questo è comprensibile) rispondiamo che la repressione può dare effetti solo nel brevissimo termine: per un vero cambiamento occorre la spiegazione, l’esempio, la consapevolezza e il lavoro congiunto di famiglie e istituzioni. Altrimenti sarà tutto inutile.

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