Il Listone

Sacrificio, coraggio ed unità. I valori di sempre

Cimitero

E’ da poco trascorso il 4 novembre: Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate.
“Unità” è una parola impegnativa di questi tempi ma ricordiamo che per questa “parola” sono morti circa 1.240.000 italiani, tra caduti militari e vittime civili. Non è certo per fare retorica bellica – agli antipodi del nostro sentire – ma non possiamo dimenticare questi ragazzi, giovani e giovanissimi, che hanno dato la vita per difendere l’unità della loro nazione.

I loro nomi sono stati letti nella Sala consiliare durante il momento conclusivo della giornata di commemorazione, alla presenza di tanti cittadini, dei rappresentanti di molte associazioni e degli alunni delle scuole medie; la memoria si tramanda attraverso le generazioni e infatti i cognomi dei caduti che abbiamo ascoltato sono quelli che sentiamo tutti i giorni: Arosio, Mariani, Fossati…

Giacomo Monguzzi, presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci, ha fatto un meticoloso lavoro di ricerca e così è stato possibile elencare luoghi e date di nascita e di morte dei nostri caduti: il più giovane aveva solo 18 anni.
Insieme al nome del soldato è stato citato anche quello del padre e questo ha dato modo al sindaco di sottolineare una cosa molto importante: tutti quei ragazzi avevano una famiglia, persone che amavano e dalle quali erano amati.
Nessuno è andato al fronte perché aveva “voglia di fare la guerra” o per odio verso qualcuno, come ha rimarcato anche don Tiziano durante la celebrazione religiosa: i nostri soldati combattevano per la loro Patria e per l’unità, ma desideravano la pace e avevano i loro cari da proteggere, per i quali desideravano un futuro di pace e prosperità.

Questa è dunque la lezione da portare a casa per ricordare con onore i nostri caduti: la pace – e non la guerra, l’odio o la divisione – è il bene per l’umanità intera, beneper il quale i nostri nonni e bisnonni hanno sacrificato la loro vita.

Per concludere, una curiosità: il nostro concittadino Guglielmo Monti, in quegli anni prigioniero in Inghilterra, fu invitato da Radio Londra a cantare qualcosa durante una trasmissione indirizzata all’Italia: era proibito ascoltare le stazioni radio straniere e le punizioni per i trasgressori erano severe, ma qualche ascoltatore “clandestino” c’era sempre e così qualcuno lo sentì cantare e lo riferì ai familiari: il loro caro Guglielmo era salvo e stava bene!
Il sindaco Concetta Monguzzi ha donato ai suoi discendenti – figlio e nipoti – una targa ricordo postuma: il signor Guglielmo, soldato della prima guerra mondiale, è infatti mancato nel 1995.

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