Noi paghiamo la palestra, lui prende i voti
E alla fine il presidente della Gal, Roberto Meloni, si è svelato: eccolo qui, candidato nella lista di Ruggero Sala! Bellissimo: non solo approfitta dell’indirizzario della sua associazione (che usufruisce anche di denaro comunale e comunque deve essere apartitica per rispetto ai suoi iscritti) per inviare un invito politico, ma usa l’immagine del progetto della palestra specialistica promessagli da Fabio Meroni: come dire che, se sarà eletto, contribuirà a usare soldi pubblici per costruire una palestra esclusiva per l’associazione da lui presieduta! Esempio notevolissimo di disinteresse, di trasparenza e di vera cura del bene comune…
Un tempo spudoratezze del genere avrebbero fatto scandalo, adesso non c’è nemmeno questa vergogna. Ma per fortuna gesti strumentali e scorretti di tal genere finiscono spesso per ritorcersi contro chi li compie: perché “comprare” un supposto bacino di voti tra i genitori delle allieve della Gal significa… perdere quelli di tantissimi altri.
La Gal non è infatti l’unica delle società sportive di eccellenza di Lissone; e Meloni/Meroni non hanno forse calcolato che promettere una palestra esclusiva a una società equivale a discriminare o addirittura emarginare l’altra.
Qui si inserisce l’antagonismo non solo sportivo che separa, fin dalle origini, Gal e Pro Lissone. Un antagonismo (e un “potere” dei rispettivi presidenti) che si pesa a suon di campionesse “strappate” all’una o all’altra, di medaglie vinte, di posti in nazionale, eccetera.
Oggi siamo in un momento delicato e per varie ragioni la Gal si vede costretta a rinnovare il suo parco di stelle ginniche: è chiaro che avere una palestra dedicata ed esclusiva significa poter giocare una carta importante per attirare nuove possibili campionesse.
Meloni si gioca la faccia, Meroni acconsente.
Ma che cosa ne pensa l’altra blasonata eccellenza cittadina, la Pro Lissone?
Un obbiettivo “unico e importante” (dal sito GAL-Lissone)