Il Listone

L’integrazione, quella operosa

Rifugiati

Rifugiati

Vi sarà capitato di vederli: sono giovani, forti e sempre sorridenti. Sono alcuni dei richiedenti asilo che – in gruppi di tre o cinque – collaborano con il settore Lavori pubblici e svolgono quindi parecchie attività sul territorio di Lissone.

Da alcuni mesi, volontariamente, affiancano infatti i dipendenti comunali in vari lavori e attività, e in alcuni casi il loro contributo è veramente prezioso. Questi giovani uomini hanno dai 20 ai 40 anni; “sono molto disponibili”  – così sostiene chi ci lavora assieme – “e sono dei bravi ragazzi”. In cambio dei pochi indumenti forniti legati alla propria sicurezza, ricambiano con il loro lavoro e con un sano  spirito di servizio. E con il sorriso: loro, scampati da un destino spesso drammatico.

Non sono retribuiti, non possono utilizzare macchine utensili complicate o a motore ma tutto il resto lo fanno, sono contenti di rendersi utili, e si vede. C’è chi ramazza, chi raccoglie, chi aiuta a trasportare pesi, chi ridipinge cancellate, chi ripulisce il bosco urbano….

Quello che ci piace di questa esperienza – in collaborazione con Servizi Sociali e nel rispetto dei ruoli – è che consente una vera e propria integrazione: una integrazione operosa e attiva, con partenze e ritorni (in sede) stanchi, ma soddisfatti.

Di questi ragazzi abbiamo sentito dire “sono bravi ragazzi, seri e lavoratori, ad averne di colleghi così… non me lo sarei immaginato”. Proprio così: superate le diffidenze iniziali legate alla non-conoscenza, tutto è andato nel verso giusto e questa esperienza ci piace perché ci fa “toccare con mano” che anche a Lissone l’integrazione è possibile, alla faccia della diffidenza, dell’ignoranza, del razzismo e dei pregiudizi.

Il lavoro è senz’altro un utile strumento di socializzazione e di integrazione sociale: quando c’è integrazione è più facile capirsi, aiutarsi e supportarsi, e quindi avanti così.

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