I tentacoli della ‘ndrangheta sono anche qui

“Tu ricordati. Il mondo si divide in due: quello che è Calabria e quello che lo diventerà”. Sarà anche una smargiassata, questa citazione di un boss della ‘ndrangheta, ma mette paura. Non a caso “Repubblica” la colloca ad esordio di un forum giornalistico con due magistrati specializzati nella lotta alle mafie: il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il coordinatore della Direzione distrettuale antimafia Michele Prestipino.

Almeno due passaggi dell’interessante, lungo dialogo interessano anche noi, questi:

– “Cosa Nostra ha governato sempre e soltanto su una parte del territorio siciliano, non ha mai nutrito mire espansionistiche. I mafiosi a Milano andavano in trasferta, per fare affari. La ‘ndrangheta è riuscita invece a mettere insieme una prospettiva globale… Il primato nel traffico di droga ha portato all’accumulazione di ricchezze vere e alla necessità di investimenti, che non potevano essere fatti in Calabria. Meglio comprare dieci ristoranti a Roma e a Milano, meglio investire nell’economia legale, dà meno nell’occhio”.

– “Negli ultimi 15 anni i centri di spesa della ‘ndrangheta si sono spostati, dallo Stato alle Regioni, ai Comuni. Ecco perché le indagini evidenziano condotte illecite di pubblici funzionari più a livello locale che nazionale. Poi, incide anche il fattore rischio: il politico nazionale è più sotto i riflettori, è dunque più prudente”.

Il nuovo volto delle mafie. Intervista a Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino (dal sito Cinquantamila.it)