Giovani illusi dalle sirene

Una bustarella, una tangente, un accordo di scambio col potente di turno: ma che vuoi che sia?!? Purché si possa lavorare… Quanti sono che la pensano così? Tantissimi, purtroppo. L’onestà è diventata un optional, qualcosa di trascurabile di fronte alla necessità di sopravvivere alla crisi.

E spesso la presunta deregulation e il  “decisionismo” dell’ “uomo forte”, sempre predicati e difesi dal centrodestra, sono la porta d’ingresso da cui si scivola velocemente verso la ricerca di scorciatoie illecite e l’autoritarismo. Il guaio è che anche tantissimi giovani sembrerebbero disposti a questi compromessi, come dice una recente ricerca.
D’altronde è comprensibile: se mancano il benessere e il lavoro, tutto il resto appare secondario. Le difficoltà economiche, anziché far aumentare il rigore e il rispetto delle regole, inducono a tollerare qualunque abuso – persino la corruzione e la diminuzione della libertà – come se fosse un “male minore”.
Bisogna ricordare questi rischi ai giovani, anche a Lissone.

I giovani giustificano la corruzione in azienda: è ammissibile per fare soldi e carriera (dal sito “Riparte il futuro”)