Il Listone

Dal cemento al frumento

E’ stato divertente, l’altra sera, vedere i (pochi) rappresentanti del centrodestra presenti in Consiglio comunale fare acrobazie verbali per bocciare l’ingresso di Lissone nel Parco del Grugnotorto – un fatto veramente storico per la nostra città, la più cementificata della Brianza! – senza dire apertamente la loro vera preoccupazione: quella che così sarà ancora un po’ più difficile consumare suolo e costruire su terra vergine a Lissone.

E’ stato davvero incredibile vedere persone che hanno persino l’ambizione di diventare sindaco (vedi Roberto Perego) astenersi nel voto davanti a una decisione che è addirittura ovvia, l’unica possibile per salvare quel poco che resta di natura a Lissone … D’altra parte è anche un’occasione per vedere quale idea di città ha davvero in mente chi aspira a governarci.
Cittadini, ricordatevene: costoro non vogliono il verde, vogliono ancora cemento!

Comunque sia, l’ingresso nel Grugnotorto è stato approvato e ora dovranno accettarci gli altri 8 Comuni già membri. Alcuni dati per capire in cosa consiste questo Parco:
– 1400 ettari verdi, cui si aggiungeranno i 200 di Monza e i nostri 160
– 15% di territori di proprietà pubblica, gli altri privati e coltivati normalmente
– 21 ettari di nuovi boschi creati dalla nascita del Parco nel 2001
– 10.000 metri di filari e siepi creati lungo campi e strade campestri
– 168.000 euro di contributi annui dagli 8 Comuni e solo due dipendenti
– molti progetti di recupero promossi, per esempio: lo storico viale di Villa Bagatti a Varedo; l’Oasi di S. Eusebio a Cinisello; una cava trasformata in Lago Nord a Paderno; il Bosco Bello di Varedo; l’Oasi dei Gelsi di Paderno; la Roggia S. Martino tra Nova e Cinisello…
– infine, oltre metà dei Comuni della Brianza ormai sono entrati in un Plis, alcuni addirittura in due.
E adesso c’è anche Lissone!
NB:   Vediamo che il suddetto Perego legge il nostro sito al mattino presto e infatti oggi ha subito risposto dal suo blog: segno che è stato colto sul vivo. Peraltro, per rispondere a quelle che chiama “menzogne”, espone tre motivazioni per la sua astensione nel voto che noi chiamiamo semplicemente “balle”:

1) NON E’ VERO infatti che l’adesione al Parco è per 50 anni obbligati; la cosa è stata chiarita anche in Consiglio comunale, nell’accordo c’è scritto chiaro e netto che ogni socio può uscire quando vuole

2) NON E’ VERO che non sappiamo i costi: i quali sono parametrati ai cittadini del Comune socio e agli ettari conferiti, due dati ben noti. I conti si fanno alla fine del procedimento di adesione perché tutto va ricalcolato in base ai costi (che sono ormai fissi da anni) e ai nuovi ingressi, ma finora gli 8 Comuni soci pagano 168.000 euro tutti insieme: quindi anche la nostra cifra media si aggirerà intorno ai 20.000 euro annui. Questo è il sistema usato anche per TUTTI gli altri Comuni, ma è anche quello che si usa normalmente per calcolare altre tariffe: per esempio l’adesione ad Anci, o la tariffa dei rifiuti. E’ una cifra che dipende da dati che variano, dunque è variabile e proporzionale: ma proprio per questo è più equa!

3) E’ VERO che il verde agricolo sarebbe comunque rimasto verde, grazie al nostro Pgt (che Perego ha bocciato…), ma è altrettanto vero che in questo modo ha una tutela in più: il che, conoscendo alcuni attuali aspiranti sindaci lissonesi, non è affatto un danno, anzi! E poi, entrando nel Parco, abbiamo la possibilità di aderire a bandi di finanziamento e bellissimi progetti di miglioria ambientale che altri Comuni hanno già realizzato e che NON AVREMMO modo di fare se restassimo da soli.

Capovolgiamo il ragionamento di Perego: se il verde era già tutelato e il Parco è solo un bollino in più, perché si è astenuto? Che poi è la decisione peggiore: se davvero crede che “non si firmano contratti così”, doveva avere il coraggio di votare contro! Invece no, ha fatto la scelta di Pilato: perché è impopolare dire no al verde, ma è impopolare pure scontentare i proprietari delle aree verdi… Il solito piede in due scarpe.

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