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Cronache di un ‘caso’

Check point autodromo Monza

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In questi giorni è difficile parlare di qualcosa che non sia correlato alla situazione pandemica del nostro paese e in particolare della nostra Brianza. Ciascuno ha la propria esperienza, più o meno drammatica, e ciascuno vive con sensibilità diverse questi giorni difficili. E allora noi oggi vi proponiamo il contributo di un nostro lettore.

“Eccomi. Instancabile lavoratore nel sociale, appartenente alla generazione “nel mezzo del cammin di nostra vita“, tanto per citare Dante. Sono un “caso”. Un “individuo positivo” e ai Tg locali e nazionali è tutto un parlare di me e delle mie condizioni: febbre, tosse, dolori articolari, con l’aggravante di non costituire una sintomatologia prevedibile. Certi giorni, infatti, pare andar meglio mentre altri l’oppressione al petto mi ricorda che non è, come dicono in tanti “come un’influenza qualsiasi”.

È proprio a queste persone che desidero rivolgermi, senza polemica alcuna, e desidero anche parlare a tutti coloro che vivono nella nostra città, a chi ha figli in didattica a distanza, a chi ha genitori anziani, a chi ha nipotini all’asilo ai quali bada ogni pomeriggio: siate prudenti!

Ammalarsi oggigiorno nella nostra Provincia non è difficile, pur usando i dpi e uscendo solo per recarsi al lavoro o a fare la spesa; i medici di base sono oberati, i tamponi si eseguono con solerzia solo in caso di più sintomi concomitanti, il tracciamento degli asintomatici è pressoché nullo e, come se non bastasse, a ciò si aggiunge il fatto che non sempre durante il tragitto sui mezzi si riesca a ridurre il rischio contagio.

Attenzione, allora, in quanto ammalarsi è facile soprattutto perché c’è chi minimizza, chi non ci crede, chi rischia e mette a rischio la comunità adducendo a una fantomatica riduzione delle libertà.

Sono un “caso positivo ” che non si ammalava da anni e che vuole approfittare del fatto che le persone stanno cominciando – anche i più ritrosi – a capire che, dietro alla parola “casi”, ci sono nomi, vite, amicizie.

Siate prudenti, io lo sono stato ma non è bastato, evidentemente, e adesso sto qui, col dolore al petto e la voglia di uscirne presto, e un messaggio urgente in testa: siate prudenti e vigili, solo così andrà tutto bene”.

 

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